Merate, via Verdi: il gioco non valeva la candela

Leggo con una certa soddisfazione l’annuncio dell’encomio conferito dall’amministrazione comunale meratese al Comitato Viale Verdi. In effetti si tratta di cittadini che hanno mostrato un certo senso civico e spirito di sacrificio: per mettere a disposizione di Merate e di tutto il suo circondario una tangenziale interna libera da fastidiosi semafori i residenti e i commercianti della zona hanno infatti accettato (o meglio, richiesto esplicitamente) non soltanto di sobbarcarsi la loro parte delle spese, ma anche di accollarsi gli inevitabili disagi dovuti al prevedibile (e a suo tempo puntualmente previsto) aumento del traffico. Io stesso dopo la realizzazione delle nuove rotonde trovo conveniente, ad esempio per raggiungere la stazione di Cernusco da Cassina fra Martino, percorrere viale Verdi più spesso di prima. Detto questo, non nascondo però le mie serie riserve. Da una parte l’opera, rispetto ai benefici tutto sommato modesti che ha apportato alla nostra comunità, è costata decisamente troppo, dall’altra le nuove rotatorie, e in particolare quella a forma di pavesino all’incrocio con le vie Cazzaniga e fratelli Cernuschi, hanno compromesso la sicurezza degli attraversamenti pedonali, mentre la precedente pista ciclabile, invece di venir meglio delimitata quantomeno con un semplice cordolo, è stata allegramente sacrificata. Va bene insomma premiare la buona volontà, ma dobbiamo riconoscere che il gioco non valeva la candela, eccetto forse che per le ditte appaltatrici e subappaltatrici alle quali sono stati affidati i lavori.
Michele Bossi
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