Arrendersi alle guerre o combattere per la pace?
Le èlites Occidentali devono fare un profondo esame di coscienza in relazione agli eventi bellici che si sono delineati sulla scena politica internazionale, rispetto allo scontro in atto tra Occidente e Oriente.
Le responsabilità non possono essere attribuite ad una sola parte, come ampiamente le classi dirigenti Occidentali, la grande stampa e televisione pubblica e privata vogliono farci intendere, con la pretesa di annichilire tutte le popolazioni alle loro menzogne ed interessi precostituiti.
Non siamo analfabeti, gli eventi storici in buona parte li abbiamo vissuti sulla nostra pelle, il nostro impegno a favorire la pace la distensione e la cooperazione tra i diversi popoli, fa parte del nostro DNA. L’insegnamento parte dalla Resistenza che ha lottato contro la barbarie del nazifascismo, con l’azione preventiva disposta dai nostri padri costituenti e da chi si è battuto per un Europa unita e di pace, è stata tradita.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, alla caduta del muro di Berlino, dal dissolvimento dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, troppe guerre si sono scatenate sino ai giorni nostri.
Se di aggressore e aggredito si vuole parlare, è proprio l’Occidente che non ha saputo e voluto mantenere la barra dritta ed ha abusato delle debolezze altrui, espandendo la propria influenza ed il proprio armamento verso l’Oriente, ai confini della Russia il nemico di sempre.
La guerra fredda, l’anticomunismo, l’antisovietismo, potevano avere una loro causa, forse le vere ragioni erano altre? Vi sono altre ambizioni che si vogliono nascondere ed inseguire? L’attuale instabilità internazionale a chi può giovare?
Oggi oltre alla guerra fratricida in Ucraina, è emersa con forza la questione Israeliana e Palestinese. La crisi mediorientale rappresenta anch’essa un conflitto che l’Occidente e le sue potenze non hanno mai voluto risolvere. Perché non si è voluto realizzare lo Stato di Palestina? Perché si è scelto di favorire le forze più oltranziste e fanatiche che hanno fomentato l’odio e la contrapposizione, delegittimando chi operava per il riconoscimento reciproco?
Sono ancora presenti ed irrisolte le minacce di Aliev, il dittatore amico Azero, contro l’Armenia. Non pago nell’avere scacciato gli armeni dal Nagorno Karabakh, pretende oggi con le armi, di annettersi una provincia armena per collegarsi alla loro enclave del Nacikivian ed al loro alleato, la Turchia.
Non possiamo arrenderci alle guerre sostenute dai potenti e guerrafondai, sempre pronti a rispondere solo con le loro armi a discapito delle povere popolazioni, sacrificando la loro vita in difesa di territori, principi e valori lontani dalle loro necessità.
Oggi più che mai siamo tutti chiamati a combattere per la PACE, contro chi alimenta scientemente l’odio, la paura, le rivalità, il terrore, la vendetta di Stato, in alternativa al riconoscimento dei più elementari diritti di civiltà di esistenza e di sicurezza reciproca.
E’ sicuramente un compito arduo e difficile, considerando che i nemici più agguerriti stanno proprio in casa nostra e detengono tra le loro mani le leve più potenti del potere e della comunicazione, più che informare e convincere, per annientare e soggiogare i nostri comportamenti.
Le responsabilità non possono essere attribuite ad una sola parte, come ampiamente le classi dirigenti Occidentali, la grande stampa e televisione pubblica e privata vogliono farci intendere, con la pretesa di annichilire tutte le popolazioni alle loro menzogne ed interessi precostituiti.
Non siamo analfabeti, gli eventi storici in buona parte li abbiamo vissuti sulla nostra pelle, il nostro impegno a favorire la pace la distensione e la cooperazione tra i diversi popoli, fa parte del nostro DNA. L’insegnamento parte dalla Resistenza che ha lottato contro la barbarie del nazifascismo, con l’azione preventiva disposta dai nostri padri costituenti e da chi si è battuto per un Europa unita e di pace, è stata tradita.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, alla caduta del muro di Berlino, dal dissolvimento dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, troppe guerre si sono scatenate sino ai giorni nostri.
Se di aggressore e aggredito si vuole parlare, è proprio l’Occidente che non ha saputo e voluto mantenere la barra dritta ed ha abusato delle debolezze altrui, espandendo la propria influenza ed il proprio armamento verso l’Oriente, ai confini della Russia il nemico di sempre.
La guerra fredda, l’anticomunismo, l’antisovietismo, potevano avere una loro causa, forse le vere ragioni erano altre? Vi sono altre ambizioni che si vogliono nascondere ed inseguire? L’attuale instabilità internazionale a chi può giovare?
Oggi oltre alla guerra fratricida in Ucraina, è emersa con forza la questione Israeliana e Palestinese. La crisi mediorientale rappresenta anch’essa un conflitto che l’Occidente e le sue potenze non hanno mai voluto risolvere. Perché non si è voluto realizzare lo Stato di Palestina? Perché si è scelto di favorire le forze più oltranziste e fanatiche che hanno fomentato l’odio e la contrapposizione, delegittimando chi operava per il riconoscimento reciproco?
Sono ancora presenti ed irrisolte le minacce di Aliev, il dittatore amico Azero, contro l’Armenia. Non pago nell’avere scacciato gli armeni dal Nagorno Karabakh, pretende oggi con le armi, di annettersi una provincia armena per collegarsi alla loro enclave del Nacikivian ed al loro alleato, la Turchia.
Non possiamo arrenderci alle guerre sostenute dai potenti e guerrafondai, sempre pronti a rispondere solo con le loro armi a discapito delle povere popolazioni, sacrificando la loro vita in difesa di territori, principi e valori lontani dalle loro necessità.
Oggi più che mai siamo tutti chiamati a combattere per la PACE, contro chi alimenta scientemente l’odio, la paura, le rivalità, il terrore, la vendetta di Stato, in alternativa al riconoscimento dei più elementari diritti di civiltà di esistenza e di sicurezza reciproca.
E’ sicuramente un compito arduo e difficile, considerando che i nemici più agguerriti stanno proprio in casa nostra e detengono tra le loro mani le leve più potenti del potere e della comunicazione, più che informare e convincere, per annientare e soggiogare i nostri comportamenti.
Sergio Fenaroli