Merate: si attende il giudizio sul voto alla mozione di minoranza. Il Prefetto dovrebbe intervenire
Premessa: quella che potete vedere sotto è la registrazione della seduta del Consiglio comunale di Merate del 23 novembre 2023. Siamo al minuto 57,33. Gli interventi sulla mozione di Castelli, Robbiani e altri sono conclusi. Il sindaco Massimo Augusto Panzeri passa alla votazione: 17 votanti, sei favorevoli, undici astenuti “la mozione non è approvata” – “non è approvata” – “non è approvata”. Lo dice forse anche una quarta volta. Qualcuno della minoranza gli fa notare che gli astenuti non vengono conteggiati. Il Sindaco, anziché rispondere in punto di diritto, si rivolge come se fosse in un bar piuttosto che in un’Aula consiliare: “perché l’altra volta valevano e stavolta no? Quella della mozione sulla lingua”? Interviene la segretaria comunale dottoressa Maria Vignola che spiega: gli astenuti concorrono a mantenere il numero legale ma le delibere passano con il voto favorevole della metà più uno, cioè di nove”. Quindi la mozione non è approvata.
Ma secondo la tesi della minoranza si tratta di un errore madornale, imperdonabile.
Al cronometro di 1 h 27 m e 50 s prende la parola l’avvocato Roberto Perego che scusandosi per ritornare sul punto precedente dice: la mozione è approvata, in forza del combinato disposto dell’art. 50 e dell’art.42 comma 4 del regolamento comunale che comprende gli astenuti ai fini del numero legale ma non per quanto concerne le votazioni. Due minuti di orologio, un intervento pacato ma deciso, un colpo solo, ma secco!
Il panico si dipinge sui volti e si concretizza nelle parole della segretaria che arriva addirittura a chiedere all’avvocato Perego quale sia la sua interpretazione degli articoli citati. I fogli vengono girati freneticamente alla ricerca di una risposta che dovrebbe risiedere nelle menti di quanti, siedono in Consiglio da 15 anni come lo stesso Panzeri, Procopio, Casaletto. Invece tra sorrisi tirati, con la consapevolezza che approvata o no la mozione, il teatrino è stato indegno, dopo qualche minuto di microfoni spenti un "va beh" chiude la discussione.
E l'esito finale? Lo si saprà forse lunedì 27 novembre
Fine della premessa.
Il grave fatto accaduto durante la discussione del punto nr. 2 relativo alla mozione sulla salvaguardia dell’ospedale Mandic, presentata da Aldo Castelli, Andrea Robbiani e altri è stato liquidato troppo in fretta.
Non si è mai visto che un Consiglio comunale termina senza sapere se un punto all’ordine del giorno sia stato approvato o respinto. Si deve attendere lunedì o martedì, cioè quattro o cinque giorni dopo, il parere della Segretaria comunale dottoressa Maria Vignola che, nell’immediatezza del fatto, non è stata in grado di esprimere una valutazione definitiva. Il suo parere, peraltro, potrebbe essere tranquillamente impugnato perché è il Consiglio l’organo deliberante.
Tuttavia sul punto non sembrano sussistere dubbi. In sede di votazione undici consiglieri di maggioranza incluso il Sindaco si erano astenuti mentre i cinque di minoranza più Andrea Robbiani avevano votato a favore. Il Sindaco aveva subito dichiarato respinta la mozione, con il consenso, almeno apparente, della Segretaria. Ma quando l’avvocato Perego ha sganciato il siluro, con la freddezza di chi aveva già il dito sul grilletto sia Massimo Panzeri sia Maria Vignola hanno dapprima sbandato poi si sono affannati a trovare una risposta avversa alla tesi dell’avvocato Perego. Il quale citando il combinato disposto di due articoli del regolamento aveva dichiarato approvata la mozione perché gli astenuti non rientrano nel compunto dei voti validi.
Una tesi tutto sommato semplice. Ecco un estratto dal testo relativo del Dipartimento Affari Interni e Territoriali.
“Gli astenuti, anche in assenza di una specifica previsione regolamentare, concorrano alla formazione del c.d. "quorum strutturale", cioè alla formazione del numero minimo di consiglieri necessario per la validità della seduta, ma non a quello del quorum funzionale (cfr. sentenza del Consiglio di Stato n.01632/2007). Del resto, anche il richiamato T.U.O.E.L. n.267/00, all'articolo 78, comma 2, impone agli amministratori l'astensione dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti ed affini fino al quarto grado. In presenza di una situazione diffusa di astensioni, se non si ammettesse la formazione del quorum strutturale, il funzionamento del consiglio comunale potrebbe risultare compromesso. Proprio per l'esigenza di garantire la funzionalità dell’assemblea deliberante, in carenza di apposite disposizioni regolamentari, si ritiene, invece, che gli astenuti debbano essere esclusi dal calcolo del quorum funzionale e le deliberazioni vengono approvate in presenza di una maggioranza di voti favorevoli.. . .”.
Cioè gli astenuti concorrono a mantenere la validità della seduta garantendo il numero legale ma non sono conteggiati tra i votanti. Di conseguenza la mozione Castelli, Robbiani e altri è da ritenersi approvata.
Come sia stato possibile arrivare a un errore tanto clamoroso è inspiegabile soprattutto perché la seduta era stata preceduta da un preconsiglio di maggioranza durante il quale era stata concordata l’astensione, alla presenza di tre avvocati e, forse, della stessa Segretaria. Possibile che tre legali si siano fatti “scavalcare” da un quarto? Massimo Panzeri, anche in passato – vedi la vicenda drammatica di Retesalute – ha già dimostrato di far dipendere la propria posizione anche dal parere della Segretaria, che del resto è stata da lui nominata con la fiducia. O i tre avvocati sono specializzati in altri ambiti del diritto oppure qualcuno ha volutamente finto di non sapere per tirare poi un pacco di dimensioni davvero clamorose al Sindaco e alla sua Fiduciaria.
Solo ipotesi, naturalmente. Resta la sostanza, che dovrebbe essere oggetto di una verifica prefettizia, cioè che da giorni si attende di conoscere l’esito di una mozione di grande importanza.
E questo, per il secondo comune della Provincia, è del tutto inammissibile e inaccettabile.
Ma secondo la tesi della minoranza si tratta di un errore madornale, imperdonabile.
Al cronometro di 1 h 27 m e 50 s prende la parola l’avvocato Roberto Perego che scusandosi per ritornare sul punto precedente dice: la mozione è approvata, in forza del combinato disposto dell’art. 50 e dell’art.42 comma 4 del regolamento comunale che comprende gli astenuti ai fini del numero legale ma non per quanto concerne le votazioni. Due minuti di orologio, un intervento pacato ma deciso, un colpo solo, ma secco!
Il panico si dipinge sui volti e si concretizza nelle parole della segretaria che arriva addirittura a chiedere all’avvocato Perego quale sia la sua interpretazione degli articoli citati. I fogli vengono girati freneticamente alla ricerca di una risposta che dovrebbe risiedere nelle menti di quanti, siedono in Consiglio da 15 anni come lo stesso Panzeri, Procopio, Casaletto. Invece tra sorrisi tirati, con la consapevolezza che approvata o no la mozione, il teatrino è stato indegno, dopo qualche minuto di microfoni spenti un "va beh" chiude la discussione.
E l'esito finale? Lo si saprà forse lunedì 27 novembre
Fine della premessa.
Il grave fatto accaduto durante la discussione del punto nr. 2 relativo alla mozione sulla salvaguardia dell’ospedale Mandic, presentata da Aldo Castelli, Andrea Robbiani e altri è stato liquidato troppo in fretta.
Non si è mai visto che un Consiglio comunale termina senza sapere se un punto all’ordine del giorno sia stato approvato o respinto. Si deve attendere lunedì o martedì, cioè quattro o cinque giorni dopo, il parere della Segretaria comunale dottoressa Maria Vignola che, nell’immediatezza del fatto, non è stata in grado di esprimere una valutazione definitiva. Il suo parere, peraltro, potrebbe essere tranquillamente impugnato perché è il Consiglio l’organo deliberante.
Tuttavia sul punto non sembrano sussistere dubbi. In sede di votazione undici consiglieri di maggioranza incluso il Sindaco si erano astenuti mentre i cinque di minoranza più Andrea Robbiani avevano votato a favore. Il Sindaco aveva subito dichiarato respinta la mozione, con il consenso, almeno apparente, della Segretaria. Ma quando l’avvocato Perego ha sganciato il siluro, con la freddezza di chi aveva già il dito sul grilletto sia Massimo Panzeri sia Maria Vignola hanno dapprima sbandato poi si sono affannati a trovare una risposta avversa alla tesi dell’avvocato Perego. Il quale citando il combinato disposto di due articoli del regolamento aveva dichiarato approvata la mozione perché gli astenuti non rientrano nel compunto dei voti validi.
Una tesi tutto sommato semplice. Ecco un estratto dal testo relativo del Dipartimento Affari Interni e Territoriali.
“Gli astenuti, anche in assenza di una specifica previsione regolamentare, concorrano alla formazione del c.d. "quorum strutturale", cioè alla formazione del numero minimo di consiglieri necessario per la validità della seduta, ma non a quello del quorum funzionale (cfr. sentenza del Consiglio di Stato n.01632/2007). Del resto, anche il richiamato T.U.O.E.L. n.267/00, all'articolo 78, comma 2, impone agli amministratori l'astensione dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti ed affini fino al quarto grado. In presenza di una situazione diffusa di astensioni, se non si ammettesse la formazione del quorum strutturale, il funzionamento del consiglio comunale potrebbe risultare compromesso. Proprio per l'esigenza di garantire la funzionalità dell’assemblea deliberante, in carenza di apposite disposizioni regolamentari, si ritiene, invece, che gli astenuti debbano essere esclusi dal calcolo del quorum funzionale e le deliberazioni vengono approvate in presenza di una maggioranza di voti favorevoli.. . .”.
Cioè gli astenuti concorrono a mantenere la validità della seduta garantendo il numero legale ma non sono conteggiati tra i votanti. Di conseguenza la mozione Castelli, Robbiani e altri è da ritenersi approvata.
Come sia stato possibile arrivare a un errore tanto clamoroso è inspiegabile soprattutto perché la seduta era stata preceduta da un preconsiglio di maggioranza durante il quale era stata concordata l’astensione, alla presenza di tre avvocati e, forse, della stessa Segretaria. Possibile che tre legali si siano fatti “scavalcare” da un quarto? Massimo Panzeri, anche in passato – vedi la vicenda drammatica di Retesalute – ha già dimostrato di far dipendere la propria posizione anche dal parere della Segretaria, che del resto è stata da lui nominata con la fiducia. O i tre avvocati sono specializzati in altri ambiti del diritto oppure qualcuno ha volutamente finto di non sapere per tirare poi un pacco di dimensioni davvero clamorose al Sindaco e alla sua Fiduciaria.
Solo ipotesi, naturalmente. Resta la sostanza, che dovrebbe essere oggetto di una verifica prefettizia, cioè che da giorni si attende di conoscere l’esito di una mozione di grande importanza.
E questo, per il secondo comune della Provincia, è del tutto inammissibile e inaccettabile.
Claudio Brambilla