Che dire? Un finale paradossale
Nel consiglio comunale del 23 novembre il tema più rilevante riguardava la "salvaguardia dell'ospedale di Merate".
Sul tema erano in discussione due mozioni. La prima sottoscritta dai consiglieri di minoranza e dal consigliere Robbiani e la seconda dalla maggioranza.
Era facile immaginare che considerata l'importanza dell'argomento soprattutto per l'impatto sulla vita di ciascuno, pur simpatizzante per qualunque partito politico, entrambe sarebbero state accolte.
Invece come spesso succede si sono confusi i piani della discussione. Il contenuto, cioè la richiesta alle autorità regionali di mantenere l'ospedale di primo livello e di coinvolgere le amministrazioni locali per individuare le linee programmatiche del prossimo POAS, è passato in secondo piano.
Sul tema erano in discussione due mozioni. La prima sottoscritta dai consiglieri di minoranza e dal consigliere Robbiani e la seconda dalla maggioranza.
Era facile immaginare che considerata l'importanza dell'argomento soprattutto per l'impatto sulla vita di ciascuno, pur simpatizzante per qualunque partito politico, entrambe sarebbero state accolte.
Invece come spesso succede si sono confusi i piani della discussione. Il contenuto, cioè la richiesta alle autorità regionali di mantenere l'ospedale di primo livello e di coinvolgere le amministrazioni locali per individuare le linee programmatiche del prossimo POAS, è passato in secondo piano.
Si sono discusse scelte personali, questioni di metodo e in conclusione non si è riusciti a condividere una posizione favorevole su entrambe le mozioni. Abbiamo sentito una dichiarazione di voto, come mai mi è accaduto di sentire, per cui si condividono gli obiettivi della mozione ma ci si astiene su un argomento così importante per tutti i cittadini del meratese e casatese come la salvaguardia dell'ospedale Mandic.
Eppure c'era una soluzione semplice. La mozione dell'assemblea dei sindaci è redatta, come ben si capisce, in forma di lettera con una richiesta di deliberato debole, impreciso e probabilmente aggiunto per trasformarla in mozione. Sarebbe stato sufficiente integrarla con qualche richiesta più cogente e darne lettura nei consigli comunali.
Il testo/lettera, come in realtà è accaduto, sarebbe stato riconosciuto, come successivo e conseguente alla mozione, basta guardare le date in cui i due documenti sono stati redatti. Ma questo non si è voluto ammettere. Così ci si è divisi confermando di avere gli stessi obiettivi per la difesa dello stesso ospedale sulla quale tutti dicono di essere impegnati. Che dire? Un finale paradossale.
Aldo Castelli Capogruppo "Cambia Merate"