Pendolari di ieri, di oggi e dell'altro ieri
Un'immagine da studiare soprattutto da parte di chi oggi si lamenta della mancanza di aria condizionata nelle auto. Una generazione forte e tenace che virilmente sopportava la calura estiva senza batter ciglio, costruendo il miracolo italiano. Un'immagine da esporre nelle auto perché oggi non abbiamo nemmeno il tempo di fermarci per dire grazie a questa generazione. A parte l'ironia, ma che assurdità è prendersela con chi si lamenta della mancanza di ciclabili o dei ritardi dei treni?! Sarebbe appunto come se mi si fossi in coda in auto ad agosto e mi si venisse a dire: «Eh però non lamentarti perché Ai MiEi TeMpI il lusso dell'aria condizionata non ce l'avevamo». Oppure sarebbe come se a quel pendolare della foto suo nonno dicesse: «E però non lamentarti perché Ai MiEi TeMpI la bicicletta non potevamo neanche permettercela e facevamo quarantesettevirgoladue chilometri a piedi per andare in filanda, in salita sia all'andata che al ritorno». Non è che quelli fossero contenti di pedalare nella neve e in mezzo al traffico: ne avrebbero fatto volentieri a meno, e se potevano lo evitavano. E proprio perché questi non erano contenti che oggi abbiamo i treni riscaldati. Non erano né migliori né peggiori di noi, ma facevano quello che le circostanze li costringevano a fare. Per cui se oggi ci si lamenta dello stato attuale dei treni o della mancanza di ciclabili e si vuole avere di meglio è un desiderio legittimo come era legittimo quello di quegli uomini: se noi abbiamo la fortuna di avere più sicurezza e comodità di loro, forse questo ci impedisce di volere di meglio, allo stesso modo di loro, che pure stavano meglio dei loro padri e che hanno voluto di meglio per sé? (Poi sulle ciclabili si potrebbe dire che allora c'erano meno automobili ed erano più lente. Poi sui treni si potrebbe dire che i tempi di percorrenza sono gli stessi di allora. Ma questi discorsi lasciamoli per un'altra volta)
A.C.