Merate: il Sindaco dichiara respinta la mozione sul Mandic. Invece in base al regolamento per la minoranza è approvata
A memoria mai era accaduto che si chiudesse una seduta del Consiglio comunale di Merate con l’incognita sull’esito di una votazione. Cioè se il punto all’ordine del giorno sia da ritenersi approvato o respinto. Invece ieri sera anche questo è accaduto, tra lo sbigottimento generale e l’affannarsi della segretaria Maria Vignola alla disperata ricerca di una risposta da dare al consigliere di minoranza Roberto Perego.
Questa la sintesi. In discussione la mozione cosiddetta del 19 ottobre. Alessandro Vanotti, capogruppo di maggioranza, preannuncia l’astensione non sul merito del testo ma sul metodo col quale si è arrivati a scriverlo. Come si ricorderà un nutrito gruppo di amministratori in carica e ex, vista la sostanziale inerzia dei sindaci rispetto al dramma che si sta consumando attorno al presidio ospedaliero San Leopoldo Mandic si era riunito a Missaglia per redigere un testo – su una bozza del consigliere leghista Andrea Robbiani – da mettere a disposizione di quanti lo volessero portare nei rispettivi consigli comunali. Una proposta, un’iniziativa, un suggerimento. Un gesto di buona volontà. Nulla più. Casatenovo il 31 ottobre approvava il testo all’unanimità. Tuttavia la presenza nel gruppo di volontari di esponenti del PD è diventato l’alibi per i comuni a guida centrodestra per non votarla. Quando la forma prevale sulla sostanza diventa un pretesto. Così anche a Merate. Al microfono si sono alternati i firmatari, Aldo Castelli e Andrea Robbiani. Entrambi hanno tentato di convincere il riottoso Sindaco e la sua Giunta a emendare pure il testo ma a votarlo poi all’unanimità per conferire più valore negoziale e politico. In tanti hanno preso la parola, molto toccante l’intervento del consigliere Giumelli che ha esortato a guardare oltre gli steccati perché la malattia non ha colore politico. Ma niente da fare, Vanotti anzi uscendo dal suo banco si è affiancato a Robbiani per chiedergli conto dell’iniziativa. Dimenticando che lontano dal microfono la diretta streaming va a farsi benedire. Ma è il male minore. Dopo una buona oretta di confronto il Sindaco decide che è ora di votare. E annuncia l’astensione del gruppo di maggioranza. A favore votano i cinque membri dell’opposizione e Andrea Robbiani. Mozione respinta dice Massimo Panzeri.
A quel punto il sin lì silente avvocato Roberto Perego chiede la parola, si alza e scandisce: il combinato disposto dell’art. 42 e dell’art.58 comma 2 del regolamento comunale dicono che gli astenuti si contano per conferire legalità numerica alla seduta ma non si computano nel calcolo dei voti. Quindi siccome l’astensione non si configura come un sì e nemmeno come un no la maggioranza è di sei voti. Quindi la mozione è approvata.
Un idrante di acqua gelata avrebbe fatto meno effetto sui volti del Sindaco e della segretaria comunale. Bloccati i lavori è scattata la disperata ricerca di una risposta giuridica. La segretaria era in evidente difficoltà, il Sindaco, non sapendo più cosa dire, rivendicava la validità della precedente mozione sulla lingua italiana anche quella finita sotto a causa delle numerose astensioni. Lunghissimi minuti di confusione totale, nonostante tra le fila della Giunta siedano ben tre avvocati, Casaletto, Maggioni e Procopio (quest'ultimo però sembra che avesse colto la fondatezza del rilievo del collega Perego e l'avesse fatta presente).
Ma niente da fare, la risposta dalla dottoressa Vignola non è arrivata. Per uscire dall’angolo il Sindaco ha chiuso bruscamente la discussione passando al punto successivo, il documento dei sindaci, assai meno efficace del testo precedente ma sempre a favore del Mandic. E dando prova di maggiore intelligenza politica la minoranza e Robbiani hanno votato a favore, pur con un lievissimo emendamento.
E il punto precedente? La Segretaria si è riservata una risposta che darà forse nella giornata di oggi. Ma tecnicamente anche la mozione di Missaglia dovrebbe da considerarsi approvata. Dunque due mozioni tutte e due approvate. Ora però bisognerà approfondire il regolamento comunale oppure sottoscrivere un accordo di consulenza con l’avvocato Perego.
Questa la sintesi. In discussione la mozione cosiddetta del 19 ottobre. Alessandro Vanotti, capogruppo di maggioranza, preannuncia l’astensione non sul merito del testo ma sul metodo col quale si è arrivati a scriverlo. Come si ricorderà un nutrito gruppo di amministratori in carica e ex, vista la sostanziale inerzia dei sindaci rispetto al dramma che si sta consumando attorno al presidio ospedaliero San Leopoldo Mandic si era riunito a Missaglia per redigere un testo – su una bozza del consigliere leghista Andrea Robbiani – da mettere a disposizione di quanti lo volessero portare nei rispettivi consigli comunali. Una proposta, un’iniziativa, un suggerimento. Un gesto di buona volontà. Nulla più. Casatenovo il 31 ottobre approvava il testo all’unanimità. Tuttavia la presenza nel gruppo di volontari di esponenti del PD è diventato l’alibi per i comuni a guida centrodestra per non votarla. Quando la forma prevale sulla sostanza diventa un pretesto. Così anche a Merate. Al microfono si sono alternati i firmatari, Aldo Castelli e Andrea Robbiani. Entrambi hanno tentato di convincere il riottoso Sindaco e la sua Giunta a emendare pure il testo ma a votarlo poi all’unanimità per conferire più valore negoziale e politico. In tanti hanno preso la parola, molto toccante l’intervento del consigliere Giumelli che ha esortato a guardare oltre gli steccati perché la malattia non ha colore politico. Ma niente da fare, Vanotti anzi uscendo dal suo banco si è affiancato a Robbiani per chiedergli conto dell’iniziativa. Dimenticando che lontano dal microfono la diretta streaming va a farsi benedire. Ma è il male minore. Dopo una buona oretta di confronto il Sindaco decide che è ora di votare. E annuncia l’astensione del gruppo di maggioranza. A favore votano i cinque membri dell’opposizione e Andrea Robbiani. Mozione respinta dice Massimo Panzeri.
A quel punto il sin lì silente avvocato Roberto Perego chiede la parola, si alza e scandisce: il combinato disposto dell’art. 42 e dell’art.58 comma 2 del regolamento comunale dicono che gli astenuti si contano per conferire legalità numerica alla seduta ma non si computano nel calcolo dei voti. Quindi siccome l’astensione non si configura come un sì e nemmeno come un no la maggioranza è di sei voti. Quindi la mozione è approvata.
Un idrante di acqua gelata avrebbe fatto meno effetto sui volti del Sindaco e della segretaria comunale. Bloccati i lavori è scattata la disperata ricerca di una risposta giuridica. La segretaria era in evidente difficoltà, il Sindaco, non sapendo più cosa dire, rivendicava la validità della precedente mozione sulla lingua italiana anche quella finita sotto a causa delle numerose astensioni. Lunghissimi minuti di confusione totale, nonostante tra le fila della Giunta siedano ben tre avvocati, Casaletto, Maggioni e Procopio (quest'ultimo però sembra che avesse colto la fondatezza del rilievo del collega Perego e l'avesse fatta presente).
Ma niente da fare, la risposta dalla dottoressa Vignola non è arrivata. Per uscire dall’angolo il Sindaco ha chiuso bruscamente la discussione passando al punto successivo, il documento dei sindaci, assai meno efficace del testo precedente ma sempre a favore del Mandic. E dando prova di maggiore intelligenza politica la minoranza e Robbiani hanno votato a favore, pur con un lievissimo emendamento.
E il punto precedente? La Segretaria si è riservata una risposta che darà forse nella giornata di oggi. Ma tecnicamente anche la mozione di Missaglia dovrebbe da considerarsi approvata. Dunque due mozioni tutte e due approvate. Ora però bisognerà approfondire il regolamento comunale oppure sottoscrivere un accordo di consulenza con l’avvocato Perego.