Merate: un albergo di lusso e un ristorante nella villa Baslini. Ma parcheggi, viabilità e parco? Ecco le immagini dal drone
Tra le istanze presentate in occasione della variante di Piano di Governo del Territorio – variante recentemente adottata dal Consiglio comunale e ora esposta per i trenta giorni in visione cui ne seguono altri trenta per le osservazioni, prima dell’approvazione definitiva – balza all’occhio quella relativa allo sviluppo del comparto identificato come Villa Baslini.
L’edificio sorge in fregio a via Sant’Ambrogio, di fronte al sagrato della chiesa parrocchiale. E’ una costruzione settecentesca, in origine di proprietà della famiglia Lezzeni passata poi alla famiglia Sala verso la metà del 1700. Nel 1870 l’immobile fu acquistato dall’antiquario milanese Giuseppe Baslini. Dalla fine del 1800 fino al 1943 la villa è stata al centro della vita meratese per la presenza di due illustri fratelli, Antonio Baslini, sindaco di Merate dal 1893 al 1899, deputato e infine senatore e Carlo Baslini, famoso medico oculista, podestà dal 1926 al 1943, con l’esclusione del periodo 1920-1924. A Antonio è stata dedicata la strada che dalla Prepositurale porta al cimitero; a Carlo la centralissima via che collega piazza Prinetti a Piazza degli Eroi.
La casa è composta da un corpo centrale e da due corpi laterali che creano un “cortile d’onore” chiuso verso la strada da una cancellata. Dietro l’edificio si estende un parco ricco di molte essenze e alberi di alto fusto che conferiscono signorilità alla residenza.
Da anni la villa è pressoché abbandonata se si eccettuano lavori alle facciate.
Ora però la proprietà – non ben identificata – intende mettere mano al complesso per realizzare una struttura ricettiva/alberghiera. In sostanza un albergo di lusso con tutti i servizi annessi. La superficie totale della proprietà è di 12.429 metri quadrati. L’ipotesi di lavoro è di edificare 1.200 metri quadrati su due piani per una volumetria tra 4 e 6 mila metri cubi. Distanza dai fabbricati esistenti 10 metri, altezza massima 7,50 metri.
Nel comparto edificatorio, identificato nelle tavole di progetto del Piano delle Regole con la sigla PA1, l’intervento è attuato attraverso un piano attuativo convenzionato, comprendente l’interrata area perimetrata.
Si tratta dunque di un’operazione massiccia, nel cuore della vecchia Merate, con inevitabili danni al parco retrostante.Ma quel che più preoccupa – non l’assessore Giuseppe Procopio che si è da subito dichiarato entusiasta – sono due aspetti normalmente molto importanti in fase di programmazione urbanistica: i parcheggi e la viabilità.
Non sono noti particolari progettuali ma si può pensare che la proprietà vorrà realizzare i parcheggi interrati. Anche se ciò innalzerà notevolmente i costi. Ma sulla viabilità non si vede come sia possibile procedere. Le vie d’accesso, Sant’Ambrogio e Antonio Baslini sono anguste. Inimmaginabile ipotizzare un traffico anche dei soli fornitori. Figuriamoci della clientela. Sfondare a nord non è possibile ma anche a est verso il parco pubblico, almeno dal drone, sembra molto complicato.
L’assenza di un progetto ha impedito all’Aula di prendere precisa visione, tuttavia la minoranza si è già detta contraria e anche nella maggioranza i dubbi non mancano.
Infine c’è la Soprintendenza. L’immobile con annesso parco è soggetto a vincolo monumentale come da D.lgs. 42/2004. La rigidità con cui agisce la Soprintendenza non dovrebbe lasciare spazio a un parere favorevole.
Però, sia il progettista della variante, l’architetto Silvano Molinetti sia l’assessore alla partita hanno valutato positivamente l’istanza tanto da inserirla nel piano adottato.
L’edificio sorge in fregio a via Sant’Ambrogio, di fronte al sagrato della chiesa parrocchiale. E’ una costruzione settecentesca, in origine di proprietà della famiglia Lezzeni passata poi alla famiglia Sala verso la metà del 1700. Nel 1870 l’immobile fu acquistato dall’antiquario milanese Giuseppe Baslini. Dalla fine del 1800 fino al 1943 la villa è stata al centro della vita meratese per la presenza di due illustri fratelli, Antonio Baslini, sindaco di Merate dal 1893 al 1899, deputato e infine senatore e Carlo Baslini, famoso medico oculista, podestà dal 1926 al 1943, con l’esclusione del periodo 1920-1924. A Antonio è stata dedicata la strada che dalla Prepositurale porta al cimitero; a Carlo la centralissima via che collega piazza Prinetti a Piazza degli Eroi.
La casa è composta da un corpo centrale e da due corpi laterali che creano un “cortile d’onore” chiuso verso la strada da una cancellata. Dietro l’edificio si estende un parco ricco di molte essenze e alberi di alto fusto che conferiscono signorilità alla residenza.
Da anni la villa è pressoché abbandonata se si eccettuano lavori alle facciate.
Ora però la proprietà – non ben identificata – intende mettere mano al complesso per realizzare una struttura ricettiva/alberghiera. In sostanza un albergo di lusso con tutti i servizi annessi. La superficie totale della proprietà è di 12.429 metri quadrati. L’ipotesi di lavoro è di edificare 1.200 metri quadrati su due piani per una volumetria tra 4 e 6 mila metri cubi. Distanza dai fabbricati esistenti 10 metri, altezza massima 7,50 metri.
Nel comparto edificatorio, identificato nelle tavole di progetto del Piano delle Regole con la sigla PA1, l’intervento è attuato attraverso un piano attuativo convenzionato, comprendente l’interrata area perimetrata.
Si tratta dunque di un’operazione massiccia, nel cuore della vecchia Merate, con inevitabili danni al parco retrostante.Ma quel che più preoccupa – non l’assessore Giuseppe Procopio che si è da subito dichiarato entusiasta – sono due aspetti normalmente molto importanti in fase di programmazione urbanistica: i parcheggi e la viabilità.
Non sono noti particolari progettuali ma si può pensare che la proprietà vorrà realizzare i parcheggi interrati. Anche se ciò innalzerà notevolmente i costi. Ma sulla viabilità non si vede come sia possibile procedere. Le vie d’accesso, Sant’Ambrogio e Antonio Baslini sono anguste. Inimmaginabile ipotizzare un traffico anche dei soli fornitori. Figuriamoci della clientela. Sfondare a nord non è possibile ma anche a est verso il parco pubblico, almeno dal drone, sembra molto complicato.
L’assenza di un progetto ha impedito all’Aula di prendere precisa visione, tuttavia la minoranza si è già detta contraria e anche nella maggioranza i dubbi non mancano.
Infine c’è la Soprintendenza. L’immobile con annesso parco è soggetto a vincolo monumentale come da D.lgs. 42/2004. La rigidità con cui agisce la Soprintendenza non dovrebbe lasciare spazio a un parere favorevole.
Però, sia il progettista della variante, l’architetto Silvano Molinetti sia l’assessore alla partita hanno valutato positivamente l’istanza tanto da inserirla nel piano adottato.