Gennaro Toto come l’agente Bob Rock
Gennaro Toto (omen nomen) se non ci fosse andrebbe inventato. Nel teatrino della politica locale ha lo stesso ruolo dell’agente Bob Rock del gruppo T.N.T. della saga di Alan Ford. Arriva sempre dopo. E, pur essendo maglia nera, si impanca a uomo del fare. La frase salviniana ha fatto scuola nella filiera politica e di bocca in bocca, tra un trancio di pizza e l’altro, è arrivata anche al sindaco di Cernusco.
Il quale o ha poca memoria oppure ha poca dignità.
Terminato l’incontro con l’assessore regionale Guido Bertolaso che, tra parentesi, l’unica cosa concreta detta è che forse il punto nascite chiuderà (diciamo con un anno di ritardo rispetto alla nostra previsione da tutti esorcizzata come eresia) si è subito messo a fare quello che gli riesce meglio: scrivere sui social, le cloache del terzo millennio. Accusando noi di fare polemica mentre dice con sprezzo del ridicolo, “c’è chi lavora per il risultato”.
Quale risultato però non lo dice, perché nemmeno lui lo sa. A meno che non sia la consueta passerella del suo idolo lecchese con l’ex capo della protezione civile. Il risultato è stato così eccezionale che Bertolaso neppure ha messo piede nell’ospedale.
Allora qui giova ricordare qualche cosa al nostro Bob Rock. Dai banchi della minoranza e poi dallo sciagurato giorno della vittoria elettorale, come sindaco, a domanda sul presidio rispondeva che ognuno si fa curare dove vuole e che in sostanza se Merate chiude c’è pur sempre Lecco o Vimercate. Farina, trascurabile, del suo sacco oppure lettura del gobbo scritto altrove. Tanta era la sua attenzione sul Mandic che quando in Consiglio comunale gli è stato chiesto se avesse intenzione di fare qualcosa per il reparto di Psichiatria ha risposto che il reparto era aperto e quindi che cosa c’era da fare? Non si era accorto, poveretto, che il reparto era chiuso da tre anni.
Se non ci fosse stata la stampa – e questo giornale in particolare – a lanciare continui allarmi sul degrado dell’ospedale culminato con una raffica di dimissioni tutte motivate il buon Toto avrebbe continuato beatamente a dire che il Mandic non chiude, il Mandic viene potenziato, avrà tante eccellenze e altre banalità sempre lette sul gobbo scritto altrove.
Invece il precipitare della situazione ha svegliato dal letargo molti sindaci che, finalmente, hanno preso atto della fondatezza dei nostri allarmi. Alcuni di buona volontà si sono messi a scrivere una mozione che il Toto ha bocciato non nel merito ma perché non era stato informato, altrimenti avrebbe potuto dare il suo straordinario contributo.
Cernusco ha visto salire sulla poltrona più alta personaggi come Alberto Ravot, Antonio Conrater, Sergio Bagnato, Giovanna de Capitani. Come sia stato possibile una caduta verticale così è inspiegabile se non con la trazione dei simboli del centrodestra che di questi tempi porterebbero anche l’agente Bob Rock alla carica di sindaco.
Anzi, lo hanno già portato. Ma prima o poi arriverà il Numero uno a assestargli un calcio nel sedere.
Il quale o ha poca memoria oppure ha poca dignità.
Terminato l’incontro con l’assessore regionale Guido Bertolaso che, tra parentesi, l’unica cosa concreta detta è che forse il punto nascite chiuderà (diciamo con un anno di ritardo rispetto alla nostra previsione da tutti esorcizzata come eresia) si è subito messo a fare quello che gli riesce meglio: scrivere sui social, le cloache del terzo millennio. Accusando noi di fare polemica mentre dice con sprezzo del ridicolo, “c’è chi lavora per il risultato”.
Quale risultato però non lo dice, perché nemmeno lui lo sa. A meno che non sia la consueta passerella del suo idolo lecchese con l’ex capo della protezione civile. Il risultato è stato così eccezionale che Bertolaso neppure ha messo piede nell’ospedale.
Allora qui giova ricordare qualche cosa al nostro Bob Rock. Dai banchi della minoranza e poi dallo sciagurato giorno della vittoria elettorale, come sindaco, a domanda sul presidio rispondeva che ognuno si fa curare dove vuole e che in sostanza se Merate chiude c’è pur sempre Lecco o Vimercate. Farina, trascurabile, del suo sacco oppure lettura del gobbo scritto altrove. Tanta era la sua attenzione sul Mandic che quando in Consiglio comunale gli è stato chiesto se avesse intenzione di fare qualcosa per il reparto di Psichiatria ha risposto che il reparto era aperto e quindi che cosa c’era da fare? Non si era accorto, poveretto, che il reparto era chiuso da tre anni.
Se non ci fosse stata la stampa – e questo giornale in particolare – a lanciare continui allarmi sul degrado dell’ospedale culminato con una raffica di dimissioni tutte motivate il buon Toto avrebbe continuato beatamente a dire che il Mandic non chiude, il Mandic viene potenziato, avrà tante eccellenze e altre banalità sempre lette sul gobbo scritto altrove.
Invece il precipitare della situazione ha svegliato dal letargo molti sindaci che, finalmente, hanno preso atto della fondatezza dei nostri allarmi. Alcuni di buona volontà si sono messi a scrivere una mozione che il Toto ha bocciato non nel merito ma perché non era stato informato, altrimenti avrebbe potuto dare il suo straordinario contributo.
Cernusco ha visto salire sulla poltrona più alta personaggi come Alberto Ravot, Antonio Conrater, Sergio Bagnato, Giovanna de Capitani. Come sia stato possibile una caduta verticale così è inspiegabile se non con la trazione dei simboli del centrodestra che di questi tempi porterebbero anche l’agente Bob Rock alla carica di sindaco.
Anzi, lo hanno già portato. Ma prima o poi arriverà il Numero uno a assestargli un calcio nel sedere.
C.B.