Beverate: riflessioni sul tema della fede con suor Cristina Lombardi e don Emilio

Ha avuto il via nella serata di venerdì 17 novembre il nuovo ciclo di incontri in vista dell’Avvento organizzato dalla parrocchia di Brivio e Beverate dal titolo “Generare Dio”.
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Un oratorio di Beverate gremito di gente ha ospitato suor Cristina Lombardi, eletta lo scorso luglio Madre Generale delle Marcelline. L’appuntamento, inizialmente programmato per venerdì 24 novembre, il giorno che ricorda la suora briviese Maria Anna Sala, l’unica beata delle Marcelline, è stato anticipato a causa di un viaggio che vedrà Madre Cristina impegnata in Messico. Ugo Panzeri ha però sottolineato come l’intervento della suora fosse fondamentale in questa rassegna per insegnare come generare Dio e la fede, partendo dal quadro di Mantegna “Madonna con bambino” che verrà commentato dalla dottoressa Manuela Beretta nella sala cine teatro di Brivio il 24 novembre. “Il mio amico Bruno Ambrosi sosteneva che la fede è un dono. Allo stesso modo le coincidenze che hanno portato all’incontro tra don Mario Maggi e suor Cristina sono da considerarsi dei doni che hanno portato la suora a Brivio, nel paese natale del don che per tanti anni ha presieduto la parrocchia di Airuno e creato un oratorio in uno scantinato della chiesa Santa Maria Segreta di Milano”.
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Suor Cristina e Ugo Panzeri

Madre Cristina ha preso dunque la parola per spiegare come l’espressione “generare la fede” non significhi suscitarla negli altri, ma condividere quella che caratterizza il fedele con il prossimo. “Come diceva il Cardinale Martini ‘la fede si propaga per irradiazione, come una candela che accende un'altra candela’. La cura che tocca a noi è quella di custodire la nostra fiamma per far accendere la miccia a colui che vuole avvicinarvisi”.

La suora ha invitato, come detta la prima regola delle Marcelline, ad essere come la madre di Mosè, che aveva abbandonato il figlio alle acque per farlo sfuggire alla persecuzione che il faraone aveva sferrato per eliminare tutti i neonati maschi ebrei. Il bambino venne trovato dalla figlia del faraone, che capendone la fragilità, lo affidò ad una balia che si rivelò essere la madre stessa di Mosè, che ricevette tra le braccia, come un’estranea, suo figlio con il compito di crescerlo ed accudirlo.

Allo stesso modo, la fede ha bisogno di essere nutrita quotidianamente, come fa una madre con il proprio figlio. La suora ha puntualizzato come, in questi anni in cui le chiese si svuotano di giovani, per far intraprendere ai ragazzi un rapporto con Dio sia necessario creare un luogo di riflessione, dove avere la possibilità di fermarsi rispetto a  un mondo frenetico, di ascoltare, condividere la propria giornata e favorire l’interiorità che prepara la strada a Dio, che abita nei cuori di tutti. “È vero che l’esperienza della fede è personale, ma questa non può essere vissuta da singolo, al contrario, si può coltivare solamente nella relazione con gli altri, nella quale si trova la bellezza che Dio ha conferito ad ogni uomo, preziosità che la madre di Mosè aveva notato e che l’ha spinta a salvare il figlio”.
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Suor Cristina ha concluso rivelando come la fede possa crescere unicamente in un impegno ostinato nell’intessere alleanze, nel preferire al conflitto la collaborazione, nel non dimenticare che le persone sono più importanti degli oggetti, perché è nel prossimo che si incontra Dio. Don Emilio Colombo ha fatto notare come nel brano biblico del salvataggio di Mosè non si parli direttamente di Dio, ma come la sua presenza si possa percepire nei gesti delle donne che non con azioni spettacolari, ma con piccoli sacrifici, con la forza di andare contro corrente rispetto all’odio e violenza compiono la volontà divina, generando così dei piccoli miracoli.
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Don Emilio con la religiosa

Prossimo appuntamento dunque per venerdì 24 novembre alla sala cine teatro “Flavio Mauri” di Brivio con la dottoressa Manuela Beretta per parlare del tema “Icona del generare”.
I.Bi.
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