Osnago: verso un accordo con la Fiera su canoni non versati e scioglimento della convenzione
Il Comune di Osnago e l’Associazione Fiera San Giuseppe Artigiano sono in trattiva per risolvere fuori dalle aule di tribunale la vertenza legale che li vede protagonisti. I due enti si trovano ai ferri corti per il mancato versamento dei diritti di superficie dell’area nei pressi di via Martiri della Liberazione per gli anni 2014, 2017, 2018, 2019 e 2020, per un totale di 16.180 euro. Secondo l’associazione, la Fiera avrebbe già pagato mediante opere di urbanizzazione.
L’avv. Marco Parolari di Cernusco Lombardone, per conto del sodalizio, nell’aprile scorso aveva citato in giudizio presso il Tribunale di Lecco il Comune di Osnago, in opposizione all’accertamento esecutivo notificato dalla Società So.Ge.R.T. spa (affidataria della riscossione coattiva per conto del Comune). Nell’udienza del 31 ottobre le parti hanno concordato un rinvio, con il prossimo appuntamento in tribunale stabilito per la prossima primavera.
Della possibilità di una transazione stragiudiziale avevano parlato entrambe le parti tra giugno e luglio. Dopo un lungo periodo di silenzio sul piano pubblico, ma evidentemente di contatti in via riservata, la questione riemerge con un nuovo incarico legale da parte del Comune. 2.900 euro allo Studio legale Associato Spreafico di Lecco per formulare un “parere pro-veritate” in riferimento ad una “ipotesi di accordo transattivo emersa in seno alla citata lite e che presenta particolare complessità anche in ragione del fatto che coinvolge soggetti estranei alla lite e aspetti urbanistici”.
“Nelle ultime settimane stiamo cercando di sciogliere il nodo con un’ipotesi di accordo transattivo che comporti il superamento della vertenza e lo scioglimento della convenzione che vede impegnato l’Ente Fiera con il Comune. Una convenzione di trent’anni fa che non ha più ragione di fondamento in considerazione del fatto che l’associazione non ha più le forze per restare in attività” dichiara il sindaco Paolo Brivio.
La convenzione, di durata quarantennale, prevede che l’associazione dovrebbe rimuovere i manufatti che ha costruito, non solo la struttura della Fiera, ma anche la superficie pavimentata insistente sul blocco fieristico, l’asfalto all’area di ingresso e la cabina Enel mai utilizzata. L’area, che nel PGT vigente è denominata Ambito B1 del Piano di Lottizzazione Fiera, deve essere ceduta al Comune nelle condizioni originarie, ovvero un terreno spoglio. “Si tratta di profili tecnici complessi che la Fiera non può svolgere. Abbiamo pensato ad una soluzione radicale. Non si vuole uscire da questa vicenda penalizzando o mettendo in difficoltà un’associazione di volontariato che con i suoi volontari ha sostenuto tanti progetti benefici, ma non possiamo rimetterci nemmeno noi come Comune” aggiunge il primo cittadino. L’obiettivo strategico in parallelo del Comune è di programmare lì l’insediamento di un polo per l’alta formazione tecnologica.
I lavori di rimozione e ripristino delle condizioni originarie potrebbero essere eseguiti da un altro soggetto attraverso un accordo privato con la Fiera. Sarebbe la stessa azienda interessata a insediarsi presso un Ambito del Piano di Lottizzazione Fiera, ossia il Catenificio Regina. Si vocifera che l’Ambito B, un’area oggi verde che si estende su 90 mila mq e ha una superficie pavimentabile ammissibile di 57.600 mq, vedrà poi due insediamenti industriali distinti, in quanto sembrerebbe che il catenificio abbia già trovato un potenziale acquirente. Dunque oltre a Regina, la cui sede cernuschese non viene messa in discussione, troverebbe casa un’altra azienda.
Nell’ottica dell’intera operazione, i 16 mila euro dei diritti di superficie non versati al Comune (che salgono a quasi 26 mila euro considerando anche l’ulteriore triennio di morosità 2021-2023) costituirebbero una parte minuscola. Il Comune dovrà riceverli. Con l’eventuale accordo, la somma non verrebbe versata dall’associazione Fiera ma sarebbe accollata al soggetto che acquisterà dal conte Arese l’Ambito B del Piano di Lottizzazione Fiera, verosimilmente il Catenificio Regina appunto.
L’amministrazione comunale vuole avere la certezza che questo meccanismo sia regolare e non presenti problemi legali, sotto un profilo penale e della trasparenza. Per questo la richiesta di un approfondimento a un avvocato penalista, che si aggiunge all’incarico affidato ad un amministrativista nel maggio scorso. Per la vertenza sui diritti di superficie non pagati l’Ente locale si era rivolto infatti per 4.820 euro allo Studio Associato Fossati-Andena-Romanenghi di Milano.
Il parere pro-veritate dello Studio Spreafico dovrebbe arrivare nella formulazione definitiva entro la fine di quest’anno solare. Sciolti questi nodi, potrà essere stralciata o comunque ampiamente modificata la proposta di Piano Attuativo depositata un anno fa dalle società riconducibili al conte Arese (HB Immobili e Partecipazioni Srl), che si atteneva pedissequamente a quanto contenuto nel PGT vigente. Una fotografia che non teneva conto dell’intricato intreccio di questioni che complicano la realtà dei fatti.
Il Comune sta tentando un colpo di reni perché la questione rischia di bloccare anche l’iter in corso della Variante generale al Piano di Governo del Territorio e perché si vuole chiudere il cerchio prima del termine del mandato elettorale. A giugno a Osnago si vota.
M.P.