Cernusco celebra i caduti e il ''suo'' monumento
Il comune di Cernusco Lombardone nella mattinata di domenica 5 novembre ha celebrato la Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate e ha ricordato il centesimo anniversario della posa del Monumento ai Caduti. La statua – un fante che sorregge una vittoria alata protesa al cielo – fu realizzata dallo scultore meratese Giuseppe Mozzanica, mentre il basamento venne disegnato dall’artista Donato Frisia. “Ora come allora, dopo cento anni, il 4 novembre siamo qui per ricordare quella frase ancora più che mai attuale: ‘con immutata riconoscenza’, rivolta a quei giovani che improvvisamente sono stati rapiti dalla guerra e non sono più tornati. Giovani che hanno sacrificato il bene supremo della vita per la patria” ha dichiarato il sindaco Gennaro Toto dopo aver deposto la corona di allora ai piedi del monumento in piazza della Vittoria.
Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti dell’amministrazione comunale in Consiglio comunale, la Polizia locale con il comandante Giovanni Perri e l’agente Gloria Mapelli, la Tenenza di Cernusco Lombardone della Guardia di Finanza con il comandante Pasquale D’Aloia e il gruppo alpini. Il capogruppo delle penne nere, Felice Longoni, ha citato tutti i cernuschesi caduti in guerra, nominandoli ad uno ad uno. Il Corpo musicale di Cernusco Lombardone, supportato da alcuni elementi della banda di Robbiate, ha accompagnato il corteo.
Il sindaco ha infine rivendicato l’importanza della Costituzione, “faro del nostro agire”. In particolare ha menzionato l’articolo 11, che sancisce come l’Italia ripudi la guerra come mezzo per attaccare altri popoli o per risolvere le controversie. Rivolgendosi ai giovani ha auspicato che possano perseguire i valori fondamentali di libertà, di giustizia e di pace. “Non abusate della libertà, difendetela” ha concluso il sindaco Toto.
Due ragazze hanno riportato la storia del Monumento ai Caduti di Cernusco, voluto dall’allora sindaco Antonio Villa. È stato ricordato che inizialmente si era pensato di realizzare una cappella sacrario nel cimitero. L’effettiva posa del monumento avvenne sotto il mandato di Giuseppe Ancarani Restelli, successore di Villa. L’inaugurazione avvenne il 14 ottobre 1923, alla presenza del Prefetto di Como, del sottoprefetto e del colonnello Aprà di Lecco, oltre alle istituzioni comunali. Venne inaugurato in contemporanea anche il parco delle Rimembranze, con la messa a dimora di 34 pini marittimi, uno per ogni caduto cernuschese. Nel 50° anniversario l’allora amministrazione comunale fece aggiungere sul monumento una targa commemorativa in bronzo.
Sono state descritte le caratteristiche del monumento ai Caduti, che è alto 6,20 metri mentre la base quadrata ha dimensioni di larghezza e profondità di 2,10 metri. Il piedistallo è in pietra di Serizzo, proveniente presumibilmente dalle alpi meridionali o dall’alta Val d’Ossola. Il blocco centrale del monumento è sostenuto da quattro colonne tonde in serizzo lucidato. Sui lati del basamento sono applicate lastre in marmo apuano riportanti i nominativi dei caduti e dispersi nel corso della prima e della seconda guerra mondiale e dei caduti in Libia.
“Nel giorno dell’Unità nazionale e delle Forze armate – ha proseguito il primo cittadino – rendiamo onore a coloro che hanno contribuito e consentito all’Italia di diventare un Paese libero, unito e democratico. È nostro compito oggi non rendere vano il loro sacrificio, per il futuro di tutti noi e per tutti i Paesi in cui la libertà e la democrazia sono in pericolo, o addirittura sono negate”.
Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti dell’amministrazione comunale in Consiglio comunale, la Polizia locale con il comandante Giovanni Perri e l’agente Gloria Mapelli, la Tenenza di Cernusco Lombardone della Guardia di Finanza con il comandante Pasquale D’Aloia e il gruppo alpini. Il capogruppo delle penne nere, Felice Longoni, ha citato tutti i cernuschesi caduti in guerra, nominandoli ad uno ad uno. Il Corpo musicale di Cernusco Lombardone, supportato da alcuni elementi della banda di Robbiate, ha accompagnato il corteo.
Il sindaco ha poi voluto rivolgere un pensiero ai soldati che riuscirono a fare ritorno dalla guerra e riprendersi in mano la vita, nonostante le numerose difficoltà. “Pensate a quanto siamo fortunati noi che per molte generazioni non abbiamo subìto la guerra e tutti gli orrori che si porta dietro. Non abbiamo subìto la paura di veder partire i padri, i figli, i parenti e gli amici con in mano un’arma per andare verso il fronte. Non abbiamo subìto l’angoscia di non avere la certezza di vederli tornare” ha affermato ancora Gennaro Toto. “Non dobbiamo dimenticarci della fortuna di essere nati nella parte giusta del mondo”.
Il sindaco ha infine rivendicato l’importanza della Costituzione, “faro del nostro agire”. In particolare ha menzionato l’articolo 11, che sancisce come l’Italia ripudi la guerra come mezzo per attaccare altri popoli o per risolvere le controversie. Rivolgendosi ai giovani ha auspicato che possano perseguire i valori fondamentali di libertà, di giustizia e di pace. “Non abusate della libertà, difendetela” ha concluso il sindaco Toto.
Due ragazze hanno riportato la storia del Monumento ai Caduti di Cernusco, voluto dall’allora sindaco Antonio Villa. È stato ricordato che inizialmente si era pensato di realizzare una cappella sacrario nel cimitero. L’effettiva posa del monumento avvenne sotto il mandato di Giuseppe Ancarani Restelli, successore di Villa. L’inaugurazione avvenne il 14 ottobre 1923, alla presenza del Prefetto di Como, del sottoprefetto e del colonnello Aprà di Lecco, oltre alle istituzioni comunali. Venne inaugurato in contemporanea anche il parco delle Rimembranze, con la messa a dimora di 34 pini marittimi, uno per ogni caduto cernuschese. Nel 50° anniversario l’allora amministrazione comunale fece aggiungere sul monumento una targa commemorativa in bronzo.
Sono state descritte le caratteristiche del monumento ai Caduti, che è alto 6,20 metri mentre la base quadrata ha dimensioni di larghezza e profondità di 2,10 metri. Il piedistallo è in pietra di Serizzo, proveniente presumibilmente dalle alpi meridionali o dall’alta Val d’Ossola. Il blocco centrale del monumento è sostenuto da quattro colonne tonde in serizzo lucidato. Sui lati del basamento sono applicate lastre in marmo apuano riportanti i nominativi dei caduti e dispersi nel corso della prima e della seconda guerra mondiale e dei caduti in Libia.
M.P.