Montevecchia: assemblea animata, via Belvedere a senso unico per 400 metri
Assemblea pubblica molto partecipata in sala civica a Montevecchia. Punto nevralgico della discussione portata avanti fino a mezzanotte (inizio alle 21.00) è stato quello sulla condizione della strada e le ripercussioni attese sulla viabilità. Al tavolo, il gruppo di maggioranza al completo, accompagnato dalla responsabile dell’Ufficio tecnico Erika Mazzucchelli e dalla sovrintendente della Polizia Locale Sara Fumagalli.
Il quadro che è emerso è di una generale compromissione di un tratto di via Belvedere, che va da poco sopra l’imbocco con il sentiero Oliva e fino all’intersezione con via Donzelli. Tre le possibili cause ipotizzate: un’esecuzione non a regola d’arte dei lavori di ampliamento della strada; tenuta instabile del terreno da un punto di vista geologico; un irregolare convogliamento delle acque meteoriche. L’azione combinata di questi fattori avrebbe portato all'attuale preoccupante situazione.
Settimana prossima è atteso il sopralluogo del geologo incaricato, che potrebbe fornire una relazione preliminare sulla scorta di un’ispezione visiva. Per un’analisi più approfondita servirà molto più tempo, fino a un anno, se si vogliono riscontrare dati completi e attendibili. Si dovrà capire se i fenomeni in atto sulla stabilità del terreno siano superficiali o più profondi. Un ulteriore incarico verrà assegnato ad un ingegnere strutturista per un’analisi dei materiali.
La responsabile dell’Ufficio tecnico ha riferito di “importanti fenomeni di degrado che non sono nati ieri”: erosione del calcestruzzo, travi lesionate che reggono il marciapiede e quasi metà della strada, corrosione dei ferri, errori strutturali e terreno fragile, ha sistetizzato l’ing. Mazzucchelli, che ha aggiunto: “Non dico che questa situazione non mi fa stare tranquilla, ma ci sono delle criticità che meritano di essere approfondite. La situazione non è allarmante, non c’è un pericolo crollo, la strada potrebbe stare in piedi per altri 30 anni. Spesso in Italia si sottovalutano i problemi fino a quando non si fanno delle analisi approfondite. Questa amministrazione ha avuto la sensibilità di volerci vedere chiaro e intervenire preventivamente. Ci saranno molte risorse da spendere”.
Al dovere di non allarmare la popolazione sono stati tuttavia evidenziati i segnali che hanno spinto a prendere i primi provvedimenti e che giustificheranno il Comune nel ridurre ulteriormente la percorrenza su via Belvedere. L’ing. Mazzucchelli ha paragonato la friabilità di certe sezioni del calcestruzzo alla farina. Il sindaco Ivan Pendeggia ha sottolineato che i pilastri non poggiano su delle fondamenta ma si appoggiano semplicemente sul terreno e – restando in tema di metafore culinarie – ha così rappresentato la condizione: “I pilastri sono appesi come salami”.
Con un certo sconcerto, Mazzucchelli ha riferito che alcuni tombini sono bloccati dal cemento. Questo comporta un irregolare convogliamento delle piogge, con l’acqua che si infiltra nell’asfalto e poi nel calcestruzzo, contribuendo alla formazione di crepe ed erosione dei materiali. Il consigliere Davide Scaccabarozzi che ha seguito la recente attività di pulizia di alcune caditoie ha assicurato che saranno condotte delle videoispezioni per accertare dove e perché alcune tombinature sono state murate.
Una schiettezza che è stata necessaria per superare le rimostranze di diversi cittadini che hanno lamentato la chiusura ai pedoni del marciapiede, una misura ritenuta estrema ed esagerata. Sindaco, responsabile dell’ufficio tecnico e sovrintendente della PL si sono però mostrati fermi. Sono precauzioni proporzionate ai rischi. L’agente di Polizia locale ha spiegato che verranno collocati tre semafori su via Belvedere. Il tratto interessato dal senso unico alternato sarà di 400 metri. I tempi di attesa negli orari di punta, ha riferito il sindaco, potrebbero costringere i residenti a uscire o fare rientro a casa con 5 o 10 minuti di differenza dal solito. Verrà posto inoltre il limite dei 30 km/h. Attualmente il senso unico alternato vale solo per mezzi con carichi superiori alle 12 tonnellate.
Si prospetta il quadro per cui via Belvedere sarà piuttosto intasata, con evidenti disagi. La vigilessa ha ipotizzato di contro una possibile chiusura di via del Pertevano ai non residenti in quanto non sarebbe calibrata per reggere un traffico più intenso della norma. Via del Pertevano-via Belsedere-via Donzelli sarebbe infatti la naturale opzione B per evitare i semafori. Dal pubblico l’ingegnere edile Federico Visconti, candidato non eletto del gruppo di minoranza Montevecchia Sempre Insieme, ha suggerito alternativamente di impostare un sistema di sensi unici: via del Pertevano per salire e via Belvedere per scendere dalla collina. Ma l’agente Fumagalli h ribadito che via del Pertevano non sia calibrata per un’intensificazione del traffico. Ha aggiunto che per esperienza i sensi unici portano a far accelerare automobilisti e motociclisti e il tratto in questione non ha marciapiedi per i pedoni.
I cittadini hanno pressato l’amministrazione per avere tempistiche chiare sui prossimi passaggi, ma è stato espresso in risposta che tutto dipenderà dal tipo di approfondimenti che dovranno eseguire i professionisti. Nel frattempo l’amministrazione andrà a caccia di fondi. Dal pubblico una geologa residente a Montevecchia ha spiegato che per ottenere un livello di analisi approfondito potrebbe essere necessario attendere anche un anno. Orizzonte temporale che non è stato negato dalla responsabile dell’Ufficio tecnico.
L’ing. Mazzucchelli, arrivata agli Uffici di Montevecchia nello scorso febbraio, non ha nascosto un disappunto sui mancati controlli precedenti. Ha sostenuto che semplicemente percorrendo in macchina la strada per recarsi in Municipio “sentivo le travi che uscivano dalla strada”. Da lì è nato un primo sopralluogo con l’arch. Antonio Meroni dell’Ufficio tecnico comunale e la decisione di ulteriori approfondimenti. La vice sindaca Francesca Colombo ha testimoniato che “i rumori della strada stavano cambiando producendo un effetto ‘treno’”. Critiche dagli attuali amministratori anche sulla declassificazione da strada provinciale a comunale nel 2021. Un passaggio di proprietà avvenuto senza una preventiva relazione dettagliata sulla condizione in cui la strada veniva consegnata. “Il verbale di consegna segnalava soltanto l’asfaltatura di alcuni tratti dell’ex Provinciale su un totale di 4 chilometri di strada ceduti” ha lamentato la vice sindaca Colombo. Sulla stessa linea la responsabile Mazzucchelli per la quale sarebbe stato preso “un pacchetto regalo senza battere ciglio”. La Provincia se l’è cavata con il rattoppo di piccole lesioni sull’asfalto e il rifacimento della segnaletica.
Il primo cittadino ha affermato che vige il verbale di consegna su cui è scritto che il Comune accettava di ottenere la proprietà della strada nelle condizioni in cui si trovava. Dal pubblico l’arch. Roberto Colombo ha suggerito che si potrebbero invocare dei vizi occulti. Contrariata però la vice sindaca Colombo: “Non accetto che si parli di vizi occulti”. Il sindaco Pendeggia ha confidato un “gossip”: un colloquio informale avuto in occasione di un evento con l’ex presidente della Provincia di Lecco, il quale avrebbe asserito che la cessione di via Belvedere sarebbe stato un sollievo per la Provincia in quanto quella strada costava un sacco.
Ad ogni modo ora il sindaco ha promesso che non verrà lasciato nulla di intentato. Si verificherà innanzitutto se il progetto dei lavori corrisponda alle opere eseguite. Il Comune sarebbe pronto a risalire sulla catena delle responsabilità e a chiedere i danni ( e qui pare di ritornare ai cosiddetti "vizi occulti" di cui parlava l'arh. Colombo). È già stata svolta una richiesta di accesso agli atti in Provincia di Lecco. Va però capito se di variante al progetto ce ne sia stata soltanto una o di più. Servirà del tempo per recuperare tutti gli elaborati del caso dai professionisti che hanno lavorato sull’ampliamento della strada, dalla Provincia di Lecco e dall’archivio dello stesso Ufficio tecnico. Una riesumazione di faldoni che potrebbe risultare più difficile di quanto si possa immaginare.
L’ipotesi non tanto celata è comunque che difficilmente si potesse progettare un’infrastruttura così come è stata eseguita. Il sindaco Pendeggia ha ad esempio spiegato che una trave segue l’andamento della collina anziché essere posizionata in maniera lineare. Sarebbe un palese difetto strutturale. Anche sulla condizione delle caditoie, il consigliere Scaccabarozzi ha assicurato che sarà analizzato tutto.
Il quadro che è emerso è di una generale compromissione di un tratto di via Belvedere, che va da poco sopra l’imbocco con il sentiero Oliva e fino all’intersezione con via Donzelli. Tre le possibili cause ipotizzate: un’esecuzione non a regola d’arte dei lavori di ampliamento della strada; tenuta instabile del terreno da un punto di vista geologico; un irregolare convogliamento delle acque meteoriche. L’azione combinata di questi fattori avrebbe portato all'attuale preoccupante situazione.
Settimana prossima è atteso il sopralluogo del geologo incaricato, che potrebbe fornire una relazione preliminare sulla scorta di un’ispezione visiva. Per un’analisi più approfondita servirà molto più tempo, fino a un anno, se si vogliono riscontrare dati completi e attendibili. Si dovrà capire se i fenomeni in atto sulla stabilità del terreno siano superficiali o più profondi. Un ulteriore incarico verrà assegnato ad un ingegnere strutturista per un’analisi dei materiali.
La responsabile dell’Ufficio tecnico ha riferito di “importanti fenomeni di degrado che non sono nati ieri”: erosione del calcestruzzo, travi lesionate che reggono il marciapiede e quasi metà della strada, corrosione dei ferri, errori strutturali e terreno fragile, ha sistetizzato l’ing. Mazzucchelli, che ha aggiunto: “Non dico che questa situazione non mi fa stare tranquilla, ma ci sono delle criticità che meritano di essere approfondite. La situazione non è allarmante, non c’è un pericolo crollo, la strada potrebbe stare in piedi per altri 30 anni. Spesso in Italia si sottovalutano i problemi fino a quando non si fanno delle analisi approfondite. Questa amministrazione ha avuto la sensibilità di volerci vedere chiaro e intervenire preventivamente. Ci saranno molte risorse da spendere”.
Al dovere di non allarmare la popolazione sono stati tuttavia evidenziati i segnali che hanno spinto a prendere i primi provvedimenti e che giustificheranno il Comune nel ridurre ulteriormente la percorrenza su via Belvedere. L’ing. Mazzucchelli ha paragonato la friabilità di certe sezioni del calcestruzzo alla farina. Il sindaco Ivan Pendeggia ha sottolineato che i pilastri non poggiano su delle fondamenta ma si appoggiano semplicemente sul terreno e – restando in tema di metafore culinarie – ha così rappresentato la condizione: “I pilastri sono appesi come salami”.
Con un certo sconcerto, Mazzucchelli ha riferito che alcuni tombini sono bloccati dal cemento. Questo comporta un irregolare convogliamento delle piogge, con l’acqua che si infiltra nell’asfalto e poi nel calcestruzzo, contribuendo alla formazione di crepe ed erosione dei materiali. Il consigliere Davide Scaccabarozzi che ha seguito la recente attività di pulizia di alcune caditoie ha assicurato che saranno condotte delle videoispezioni per accertare dove e perché alcune tombinature sono state murate.
Una schiettezza che è stata necessaria per superare le rimostranze di diversi cittadini che hanno lamentato la chiusura ai pedoni del marciapiede, una misura ritenuta estrema ed esagerata. Sindaco, responsabile dell’ufficio tecnico e sovrintendente della PL si sono però mostrati fermi. Sono precauzioni proporzionate ai rischi. L’agente di Polizia locale ha spiegato che verranno collocati tre semafori su via Belvedere. Il tratto interessato dal senso unico alternato sarà di 400 metri. I tempi di attesa negli orari di punta, ha riferito il sindaco, potrebbero costringere i residenti a uscire o fare rientro a casa con 5 o 10 minuti di differenza dal solito. Verrà posto inoltre il limite dei 30 km/h. Attualmente il senso unico alternato vale solo per mezzi con carichi superiori alle 12 tonnellate.
Si prospetta il quadro per cui via Belvedere sarà piuttosto intasata, con evidenti disagi. La vigilessa ha ipotizzato di contro una possibile chiusura di via del Pertevano ai non residenti in quanto non sarebbe calibrata per reggere un traffico più intenso della norma. Via del Pertevano-via Belsedere-via Donzelli sarebbe infatti la naturale opzione B per evitare i semafori. Dal pubblico l’ingegnere edile Federico Visconti, candidato non eletto del gruppo di minoranza Montevecchia Sempre Insieme, ha suggerito alternativamente di impostare un sistema di sensi unici: via del Pertevano per salire e via Belvedere per scendere dalla collina. Ma l’agente Fumagalli h ribadito che via del Pertevano non sia calibrata per un’intensificazione del traffico. Ha aggiunto che per esperienza i sensi unici portano a far accelerare automobilisti e motociclisti e il tratto in questione non ha marciapiedi per i pedoni.
I cittadini hanno pressato l’amministrazione per avere tempistiche chiare sui prossimi passaggi, ma è stato espresso in risposta che tutto dipenderà dal tipo di approfondimenti che dovranno eseguire i professionisti. Nel frattempo l’amministrazione andrà a caccia di fondi. Dal pubblico una geologa residente a Montevecchia ha spiegato che per ottenere un livello di analisi approfondito potrebbe essere necessario attendere anche un anno. Orizzonte temporale che non è stato negato dalla responsabile dell’Ufficio tecnico.
L’ing. Mazzucchelli, arrivata agli Uffici di Montevecchia nello scorso febbraio, non ha nascosto un disappunto sui mancati controlli precedenti. Ha sostenuto che semplicemente percorrendo in macchina la strada per recarsi in Municipio “sentivo le travi che uscivano dalla strada”. Da lì è nato un primo sopralluogo con l’arch. Antonio Meroni dell’Ufficio tecnico comunale e la decisione di ulteriori approfondimenti. La vice sindaca Francesca Colombo ha testimoniato che “i rumori della strada stavano cambiando producendo un effetto ‘treno’”. Critiche dagli attuali amministratori anche sulla declassificazione da strada provinciale a comunale nel 2021. Un passaggio di proprietà avvenuto senza una preventiva relazione dettagliata sulla condizione in cui la strada veniva consegnata. “Il verbale di consegna segnalava soltanto l’asfaltatura di alcuni tratti dell’ex Provinciale su un totale di 4 chilometri di strada ceduti” ha lamentato la vice sindaca Colombo. Sulla stessa linea la responsabile Mazzucchelli per la quale sarebbe stato preso “un pacchetto regalo senza battere ciglio”. La Provincia se l’è cavata con il rattoppo di piccole lesioni sull’asfalto e il rifacimento della segnaletica.
Il primo cittadino ha affermato che vige il verbale di consegna su cui è scritto che il Comune accettava di ottenere la proprietà della strada nelle condizioni in cui si trovava. Dal pubblico l’arch. Roberto Colombo ha suggerito che si potrebbero invocare dei vizi occulti. Contrariata però la vice sindaca Colombo: “Non accetto che si parli di vizi occulti”. Il sindaco Pendeggia ha confidato un “gossip”: un colloquio informale avuto in occasione di un evento con l’ex presidente della Provincia di Lecco, il quale avrebbe asserito che la cessione di via Belvedere sarebbe stato un sollievo per la Provincia in quanto quella strada costava un sacco.
Ad ogni modo ora il sindaco ha promesso che non verrà lasciato nulla di intentato. Si verificherà innanzitutto se il progetto dei lavori corrisponda alle opere eseguite. Il Comune sarebbe pronto a risalire sulla catena delle responsabilità e a chiedere i danni ( e qui pare di ritornare ai cosiddetti "vizi occulti" di cui parlava l'arh. Colombo). È già stata svolta una richiesta di accesso agli atti in Provincia di Lecco. Va però capito se di variante al progetto ce ne sia stata soltanto una o di più. Servirà del tempo per recuperare tutti gli elaborati del caso dai professionisti che hanno lavorato sull’ampliamento della strada, dalla Provincia di Lecco e dall’archivio dello stesso Ufficio tecnico. Una riesumazione di faldoni che potrebbe risultare più difficile di quanto si possa immaginare.
L’ipotesi non tanto celata è comunque che difficilmente si potesse progettare un’infrastruttura così come è stata eseguita. Il sindaco Pendeggia ha ad esempio spiegato che una trave segue l’andamento della collina anziché essere posizionata in maniera lineare. Sarebbe un palese difetto strutturale. Anche sulla condizione delle caditoie, il consigliere Scaccabarozzi ha assicurato che sarà analizzato tutto.
M.P.