Merate: viale Verdi come è, e come avrebbe potuto essere se il progetto fosse stato affidato a un architetto urbanista/2
Buongiorno Direttore, torno a scriverle in merito alla ormai famosa riqualificazione di Viale Verdi.
Ho lasciato passare qualche settimana in attesa di avere risposte in merito alle mie 6 domande nella speranza che Sindaco e progettista accettassero il confronto, ma a quanto pare hanno preferito non rispondere. Ho però visto che un ex Sindaco, forse per convenienza o forse per gratitudine verso l’attuale Sindaco, si è sentito in dovere di dare il suo contributo per giustificare la mancata realizzazione della pista ciclabile.
Lo stesso ex Sindaco dice che i tecnici incaricati gli avevano riferito che “la pista ciclabile non si poteva realizzare per la mancanza di spazio, (insufficiente larghezza della carreggiata) e per i numerosi accessi esistenti sul viale”. Se per tecnici incaricati l’ex Sindaco intende l’ingegner Angelo Valsecchi che ha redatto il progetto di fattibilità allora vorrei rispondergli con le parole di Andrea Robbiani nella seduta di Consiglio Comunale del 9 aprile 2019 durante il dibattito sull’approvazione del progetto di fattibilità di Viale Verdi in cui sia Andrea Robbiani sia l’attuale Sindaco Massimo Panzeri si erano astenuti in quanto giudicavano il progetto carente sotto molti punti di vista tra cui la mancanza appunto della pista ciclabile.
Queste le parole di Andrea Robbiani "… Il progetto, però, a mio avviso, è stato affidato all’Ente sbagliato, perché se si dà un progetto di questo tipo, per esempio, a chi ha vinto il Concorso di Idee, probabilmente avrebbe potuto tirare fuori qualche idea innovativa, …perché nel momento in cui si affida alla Provincia, la Provincia è un Ente, è una macchina da guerra per fare rotonde e per fare strade, è soltanto quello di principio; non ha una visione urbanistica!.. perché la Provincia fa strade, rotonde, mette chilometri di marciapiedi, ma svilisce l’obiettivo che c’era all’interno del Concorso di Idee”.
Per quanto riguarda i passi carrai vorrei citare ancora Andrea Robbiani: "… perché se la Provincia dice che le piste ciclopedonali non si possono fare perché ci sono i passi carrai, la invito
a viaggiare in mezza Europa, perché basta andare a Vienna, dove ci sono piste ciclopedonali, piste ciclo e pedonali, che vanno sui marciapiedi vicino ai passi carrai, non è che non le fanno! Lo stesso avviene in tutti i Paesi del Nord Europa, dove ci sono passi carrai, ci sono le piste ciclo e le piste pedonali!...”.
Tra l’altro anche l’attuale Sindaco Massimo Panzeri, nella stessa seduta, in merito alla pista ciclabile si esprimeva con queste parole: “ … io penso che, però, se la pista ciclabile effettivamente non può trovare agio, o comunque allocazione all’interno del Viale, mi sembra doveroso e importante l’approfondimento, l’ipotesi formulata dall’Assessore, di creare un’ipotesi alternativa, o comunque parallela, che favorisca una continuità rispetto ai percorsi già esistenti e che, chiaramente, porti fino alla stazione.…..e soprattutto affinché sia un progetto veramente che faccia fare un salto in avanti a tutta l’area e non rimanga solo una riqualificazione dell’asse viario…”.
Quindi all’ex Sindaco chiedo, è stato poi fatto un approfondimento con altri tecnici per verificare se effettivamente la pista ciclabile non si poteva fare? A me sembra di no!
Poi nella stesura del progetto esecutivo si è scelto di nuovo di affidare l’incarico ad un ingegnere, che senza fare nessun tipo di approfondimento o cercare soluzioni alternative e migliorative, si è limitato a fare un copia e incolla del progetto presentato dall’ingegnere della Provincia, con la sola differenza del cambio di cartiglio delle tavole.
Un merito va comunque riconosciuto alle persone che sono riuscite a portare a compimento questa opera attesa da anni (del resto alcune appartengono al “partito del fare”).
Queste stesse persone dovrebbero però dire, per onestà, che quanto ottenuto è solo una piccola parte di quello che si sarebbe voluto vedere realizzato. Gli stessi residenti di Viale Verdi si aspettavano qualcosa che andasse oltre la semplice asfaltatura, perché le premesse erano state ben altre (vedi il concorso di idee presentato in pompa magna); la verità è che si è preferito ripiegare su una operazione più vicina ad una ordinaria manutenzione e poi dire che più di così non si poteva fare.
Se non si aveva il coraggio di fare scelte forti almeno si sarebbe potuto fare meglio.
Per concludere, a proposito di scelte forti, vorrei di nuovo citare le parole di Andrea Robbiani dette sempre nella stessa seduta: " ….se si vuole parlare di mobilità lenta, bisogna avere il coraggio di dire che, forse, quel pezzo di Viale Verdi che s’innesta dalla Statale e arriva fino a Via Turati, forse deve essere a senso unico….Quindi, il concetto sarebbe un Viale Verdi a senso unico e una Via Bergamo che fa il ritorno. Quindi, una sorta di circonvallazione…Io dico che oggi dobbiamo rivedere questo progetto, alla luce della vivibilità complessiva di un comparto, dobbiamo pensare a chi abita su Viale Verdi e non alle macchine; tutto il resto viene di conseguenza!...”
Si sarebbe quindi potuto approfittare di questa opportunità per rivedere in modo più ampio e futuristico l’intera viabilità del comparto sud di Merate e creare nel contempo un viale Verdi davvero vivibile non solo con una pista ciclabile che mettesse in collegamento la parte est con quella ovest della città ma anche con più verde, più spazi di socialità e di svago e magari utilizzando anche un asfalto “mangia smog”.
Caro Robbiani queste sue parole mi trovano quindi del tutto d’accordo con Lei; il suo è un pensiero da statista che guarda alla prossima generazione e non da politico che guarda alle prossime elezioni.
E sa anche benissimo che per fare scelte forti ci vogliono persone con le “palle” e qui, io di queste persone non ne ho viste.
Ho lasciato passare qualche settimana in attesa di avere risposte in merito alle mie 6 domande nella speranza che Sindaco e progettista accettassero il confronto, ma a quanto pare hanno preferito non rispondere. Ho però visto che un ex Sindaco, forse per convenienza o forse per gratitudine verso l’attuale Sindaco, si è sentito in dovere di dare il suo contributo per giustificare la mancata realizzazione della pista ciclabile.
Lo stesso ex Sindaco dice che i tecnici incaricati gli avevano riferito che “la pista ciclabile non si poteva realizzare per la mancanza di spazio, (insufficiente larghezza della carreggiata) e per i numerosi accessi esistenti sul viale”. Se per tecnici incaricati l’ex Sindaco intende l’ingegner Angelo Valsecchi che ha redatto il progetto di fattibilità allora vorrei rispondergli con le parole di Andrea Robbiani nella seduta di Consiglio Comunale del 9 aprile 2019 durante il dibattito sull’approvazione del progetto di fattibilità di Viale Verdi in cui sia Andrea Robbiani sia l’attuale Sindaco Massimo Panzeri si erano astenuti in quanto giudicavano il progetto carente sotto molti punti di vista tra cui la mancanza appunto della pista ciclabile.
Queste le parole di Andrea Robbiani "… Il progetto, però, a mio avviso, è stato affidato all’Ente sbagliato, perché se si dà un progetto di questo tipo, per esempio, a chi ha vinto il Concorso di Idee, probabilmente avrebbe potuto tirare fuori qualche idea innovativa, …perché nel momento in cui si affida alla Provincia, la Provincia è un Ente, è una macchina da guerra per fare rotonde e per fare strade, è soltanto quello di principio; non ha una visione urbanistica!.. perché la Provincia fa strade, rotonde, mette chilometri di marciapiedi, ma svilisce l’obiettivo che c’era all’interno del Concorso di Idee”.
Per quanto riguarda i passi carrai vorrei citare ancora Andrea Robbiani: "… perché se la Provincia dice che le piste ciclopedonali non si possono fare perché ci sono i passi carrai, la invito
a viaggiare in mezza Europa, perché basta andare a Vienna, dove ci sono piste ciclopedonali, piste ciclo e pedonali, che vanno sui marciapiedi vicino ai passi carrai, non è che non le fanno! Lo stesso avviene in tutti i Paesi del Nord Europa, dove ci sono passi carrai, ci sono le piste ciclo e le piste pedonali!...”.
Tra l’altro anche l’attuale Sindaco Massimo Panzeri, nella stessa seduta, in merito alla pista ciclabile si esprimeva con queste parole: “ … io penso che, però, se la pista ciclabile effettivamente non può trovare agio, o comunque allocazione all’interno del Viale, mi sembra doveroso e importante l’approfondimento, l’ipotesi formulata dall’Assessore, di creare un’ipotesi alternativa, o comunque parallela, che favorisca una continuità rispetto ai percorsi già esistenti e che, chiaramente, porti fino alla stazione.…..e soprattutto affinché sia un progetto veramente che faccia fare un salto in avanti a tutta l’area e non rimanga solo una riqualificazione dell’asse viario…”.
Quindi all’ex Sindaco chiedo, è stato poi fatto un approfondimento con altri tecnici per verificare se effettivamente la pista ciclabile non si poteva fare? A me sembra di no!
Poi nella stesura del progetto esecutivo si è scelto di nuovo di affidare l’incarico ad un ingegnere, che senza fare nessun tipo di approfondimento o cercare soluzioni alternative e migliorative, si è limitato a fare un copia e incolla del progetto presentato dall’ingegnere della Provincia, con la sola differenza del cambio di cartiglio delle tavole.
Un merito va comunque riconosciuto alle persone che sono riuscite a portare a compimento questa opera attesa da anni (del resto alcune appartengono al “partito del fare”).
Queste stesse persone dovrebbero però dire, per onestà, che quanto ottenuto è solo una piccola parte di quello che si sarebbe voluto vedere realizzato. Gli stessi residenti di Viale Verdi si aspettavano qualcosa che andasse oltre la semplice asfaltatura, perché le premesse erano state ben altre (vedi il concorso di idee presentato in pompa magna); la verità è che si è preferito ripiegare su una operazione più vicina ad una ordinaria manutenzione e poi dire che più di così non si poteva fare.
Se non si aveva il coraggio di fare scelte forti almeno si sarebbe potuto fare meglio.
Per concludere, a proposito di scelte forti, vorrei di nuovo citare le parole di Andrea Robbiani dette sempre nella stessa seduta: " ….se si vuole parlare di mobilità lenta, bisogna avere il coraggio di dire che, forse, quel pezzo di Viale Verdi che s’innesta dalla Statale e arriva fino a Via Turati, forse deve essere a senso unico….Quindi, il concetto sarebbe un Viale Verdi a senso unico e una Via Bergamo che fa il ritorno. Quindi, una sorta di circonvallazione…Io dico che oggi dobbiamo rivedere questo progetto, alla luce della vivibilità complessiva di un comparto, dobbiamo pensare a chi abita su Viale Verdi e non alle macchine; tutto il resto viene di conseguenza!...”
Si sarebbe quindi potuto approfittare di questa opportunità per rivedere in modo più ampio e futuristico l’intera viabilità del comparto sud di Merate e creare nel contempo un viale Verdi davvero vivibile non solo con una pista ciclabile che mettesse in collegamento la parte est con quella ovest della città ma anche con più verde, più spazi di socialità e di svago e magari utilizzando anche un asfalto “mangia smog”.
Caro Robbiani queste sue parole mi trovano quindi del tutto d’accordo con Lei; il suo è un pensiero da statista che guarda alla prossima generazione e non da politico che guarda alle prossime elezioni.
E sa anche benissimo che per fare scelte forti ci vogliono persone con le “palle” e qui, io di queste persone non ne ho viste.
Matrix