Verderio: la testimonianza di Suor Alma dal Burkina Faso

In occasione della 97^ Giornata Missionaria Mondiale, nelle celebrazioni liturgiche della mattina di domenica 22 ottobre, l’omelia di don Gianni è stata sostituita da una testimonianza di Suor Alma e della sua missione in Burkina Faso.
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La religiosa, originaria di San Zeno, ha vissuto per 20 anni in Burkina, paese che l’ha fatta crescere nella fede. “Sono partita per la prima volta quando avevo 27 anni con la valigia piena dei miei possedimenti e di tanto entusiasmo, ma all’inizio sono rimasta delusa, non conoscevo la lingua locale e il caldo la sfiniva. Non capivo il mio scopo, finché non è scattata la consapevolezza di dover condividere l’amore di Dio”. Da quel momento suor Alma ha iniziato un nuovo cammino di fede che si è accresciuto grazie alla gente che ha incontrato. “I bambini mi dicevano sempre noi siamo un nove, non siamo un dieci. Questo per dire che il nove è un voto bellissimo ma non è la perfezione, il dieci si può ottenere solo in paradiso”. Suor Alma ha inoltre raccontato delle zucche, le calabash che in Burkina da semplici ortaggi vengono trasformate in contenitori e oggetti decorativi o gli scopini che vengono utilizzati per pulire la casa, realizzati intrecciando l’erba secca in modo da non farla spezzare, perché come dice il proverbio “l’unione fa la forza”.
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“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli” detta il Vangelo di Matteo, in una missione per diffondere la grazia di Dio che non per forza deve essere fisica. Santa Teresina infatti non è mai uscita dal suo convento di clausura, eppure è stata nominata Patrona delle missioni, questo perché la Santa aveva capito che la sua preghiera univa le sue gioie, dolori e sofferenze al mondo intero. Suor Alma ha invitato i presenti ad agire a sua immagine per aiutare le persone che in questo momento si trovano in grande difficoltà. Ha infine rivelato che di portare sempre con sé un rosario e una Misbaha, la collana di preghiera musulmana, per ricordare che davanti a Dio siamo tutti fratelli e sorelle anche se abbiamo credenze, culture e lingue diverse. Ha invitato dunque la comunità a saper vedere nell’altro un figlio dello stesso Padre ed essere testimoni credibili della fratellanza che rende uguali di fronte al Signore.
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La giornata di festa è poi continuata in oratorio con tante attività e caldarroste per tutti a sostegno dei progetti promossi nel mondo dall’Ufficio Missionario Diocesano.
I.Bi.
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