Merate: con l'incontro su energia e sviluppo riprende l'attività della ''Semina'' all'Agnesi
Giovedì sera presso l'Aula Magna dell'Istituto Viganò e del Liceo Agnesi di Merate si è tenuta un'interessante conferenza dal titolo "La questione energetica", con la quale riprendono le iniziative culturali dell'associazione " La Semina " del presidente Pierangelo Marucco. La serata - moderata dal dirigente della Semina Graziano Morganti - ha visto come relatori il professor Marco Villa, fisico presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bergamo, il professor Yohannes Kiros, ingegnere chimico presso il Politecnico di Stoccolma e il dottor Angelo Fortunati, presidente di ACEL Service, tra le più importanti società italiane per la distribuzione di gas. Nel suo intervento il professor Marco Villa - già docente presso numerosi atenei americani - ha voluto offrire all'uditorio un breve excursus sulla storia dell'energia - dal lavoro fisico alla rivoluzione industriale, passando per il lavoro degli animali domestici, la schiavitù, fino all'invenzione della macchina a vapore del 1760, concepita proprio al fine di liberare dall'acqua le miniere carbonifere dell'Europa del Nord.
Graziano Morgani - dirigente de "La Semina" e il dott. Angelo Fortunati - presidente ACEL Service
Villa ha sottolineato come l'accesso alle sorgenti energetiche fossili abbia rappresentato una vera e propria svolta per il genere umano: prelevando dalla natura quantità enormi di energia sotto forma di legna e carbone, di petrolio e di gas naturale, il genere umano ha potuto realizzare la produzione di massa di merci, con il conseguente abbassamento dei prezzi e l'aumento degli standard di vita. "E' tuttora in corso un importante processo di urbanizzazione - ha spiegato il professor Marco Villa - con il conseguente abbandono delle attività agricole di sussistenza. Sembra proprio che un consumo energetico elevato porti una società al benessere e allo sviluppo. Certo le contraddizioni non mancano. E quando si volesse valutare la sostenibilità di questo processo di sviluppo si incontrerebbero numerose ragioni di inquietudine. Ma alcuni dati sono incontrovertibili: nel XVIII secolo, all'inizio della Rivoluzione Industriale, il PIL mondiale pro-capite si aggirava intorno alla decina di dollari. Oggi, con la popolazione mondiale decuplicata, il PIL mondiale pro capite è di circa 6.700$. E questo sostanzialmente grazie all'imporsi di un solido mercato dell'energia. Il quadro attuale e quello futuro presenta luci e ombre: non possiamo non considerare che nell'attualità gli Stati Uniti d'America - che rappresentano il 4,6% della popolazione mondiale - consumano il 23,4% dell'energia mondiale, producendone solo il 16,8%. Sia le aree geografiche economicamente più sviluppate - America e Europa Occidentale - che quelle in rapido sviluppo - East e Far East - sono importatrici di energia, mentre i paesi meno sviluppati ne esportano, e sono spesso governati da regimi non democratici.
Il rapporto tra democrazia, energia, benessere e sviluppo è alquanto interessante e in sostanza si può affermare che la caratteristica principale delle forme di governo democratico sia la capacità di redistribuire abbastanza bene la ricchezza che si produce nella società. Certo, con tutta la CO 2 che produciamo il rischio vero non è quello del tanto allarmante aumento della temperatura, ma piuttosto quello di acidificare eccessivamente gli oceani, producendo disequilibri che nella storia della Terra hanno impiegato migliaia di anni per essere riassorbiti." In chiusura del suo intervento il professor Villa ha posto l'accento sull'importanza per i Paesi Occidentali di valorizzare la produzione di ricchezze immateriali: "Come questa conferenza, ad esempio, dove ci stiamo, spero, in qualche modo divertendo, consumando quantità irrisorie di energia."
Prof. Marco Villa - Universita' di Bergamo e Prof. Yohannes Kiros - Politecnico di Stoccolma
Il professor Yohannes Kiros ha invece parlato della sua esperienza di ricerca in ambito elettrochimico presso il Politecnico di Stoccolma, dova ha contribuito allo sviluppo della "Fuel Cell", cella a combustibile capace di convertire direttamente l'energia chimica dei reagenti - combustibile e ossidante - in energia elettrica. Le prospettive applicative di questa tecnologia sembrano alquanto interessanti. La Fuel Cell garantisce infatti efficenza elevata, vasta scelta di combustibili, efficenza indipendente dalla grandezza del dispositivo, la possibilità di applicazioni in ambito residenziale, trasporti, alimentazione elettrica senza alcun tipo di inquinamento.
In chiusura di serata il dottor Angelo Fortunati, presidente di ACEL Service, ha invece portato la propria diretta testimonianza di operatore del mercato dell'energia. "La popolazione mondiale conta ad oggi circa 7.000.000.000 di persone. Nel 2050 saremo 9.000.000.000. E' evidente che la richiesta di energia subirà un costante aumento, considerando sia le esigenze dei Paesi sviluppati che quelle dei Paesi in via di sviluppo. Per capire come funziona l'energia prodotta da fonti fossili occorre considerare tre fattori estremamente condizionanti: la sua non riproducibilità, il necessario e costante aumento dei consumi e gli interessi economici che ci stanno dietro. Come Paese l'Italia è indietro, e il prezzo del gas non scende perchè mancano reti di trasporto adeguate e un vero e proprio mercato nei sistemi di stoccaggio. Inoltre il prezzo del gas è fortemente influenzato da quello del petrolio, dalle speculazioni finanziarie e dalla quotazione del dollaro.
Sono presidente di ACEL dal 2006 e ho potuto fare esperienza diretta della rapida trasformazione del mercato del gas e della sua costante velocizzazione: ci troviamo a dover decidere i prezzi in quindici minuti Le trattative coi clienti sono costantemente aperte. Non ci sono più 'calendari' per la chiusura dei contratti come una volta. La confusione non manca. Anche le recenti fibrillazioni per il gas libico lasciano il tempo che trovano: nel 2010 a causa di alcune frane è stato interrotto l'approvvigionamento di gas dalla Svizzera al'Italia e non se n'è accorto nessuno. Bene, la quantità di gas che prendiamo dalla Svizzera è praticamente la stessa che prendiamo dalla Libia: 8.000.000.000 di metri cubi all'anno. Abbiamo una buona diversificazione di fornitori: Norvegia, Russia, Algeria. L'Italia ha inoltre davanti a sè una sfida epocale: divenire il ponte europeo per il transito di gas proveniente dai paesi produttori caucasici, nordafricani e asiatici. Ma gli impedimenti burocratici rischiano di farci perdere la partita coi nostri competitori diretti: in primis la Spagna."
Massimo Colombo