Caso Gilardi: in aula la testimonianza di una ADS e di tre degli imputati a processo per circonvenzione di incapace

Un uomo estremamente generoso, dedito a una vita di povertà che quando si è visto limitare la possibilità di poter disporre liberamente della sua liquidità, ha cambiato completamente atteggiamento diventando irascibile, agitato, nervoso.
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A sua disposizione un ammontare importante di denaro, elargito principalmente agli stranieri che frequentavano le sue proprietà, in qualche caso per mera sussistenza in altri per progetti mirati e dunque con esborsi anche di decine di migliaia di euro.

A cercare di vigilare su queste “spese” del professor Carlo Gilardi, attualmente ricoverato presso l'Hospice di Airuno, suo paese natale, gli amministratori di sostegno (ADS), una delle quali questa mattina è stata chiamata a testimoniare per ricostruire il suo operato, nell'ambito del processo che vede imputati cinque extracee accusati di circonvenzione di incapace.

Davanti al giudice Giulia Barazzetta è comparsa così l'avvocato Claudia Morselli, ads dal 31 gennaio 2018 al 31 gennaio 2019.
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Dopo una prima fase conoscitiva del professore, ha raccontato la teste, sono iniziate ad arrivare richieste di denaro per donazioni a persone con o senza motivazioni particolari o per estinguere debiti che lo stesso aveva contratto.

Su dei fogli scritti di suo pugno, poi acquisiti su consenso delle parti dopo una sospensione del processo, il professore aveva annotato nominativi, cifre, date.

“Le sue richieste, diventate sempre più pressanti, non sono andate tutte a buon fine con il diniego da parte del giudice tutelare. In quei casi il professore si trasformava, diventava un'altra persona, era irascibile. Allora per tranquillizzarlo avevamo deciso di lasciargli una cifra a sua totale discrezione, circa 50mila euro” ha spiegato l'avvocato Morselli “Inizialmente prelevavo io 1000 euro al mese e lui veniva a ritirarli nel mio studio. Poi si era deciso di lasciargli prelevare la sua pensione in autonomia, circa 1200 euro”.

A gennaio 2018 la disponibilità patrimoniale liquida del professore ammontava a 465.266 euro, un anno dopo era di 417.109 euro.

A sottoporsi a esame è stato Khalifa Mejbri, tunisino classe 1982 difeso dall'avvocato Pamela Nodari del foro di Bergamo.

L'uomo, che con Abdelmalak Rougui, Nedal Abushunar, Hichem Horroun (Abdellatif Ben Mustapha Hamrouni è deceduto in Sicilia ad agosto) è accusato di avere approfittato della situazione del professore per ricevere ingenti somme di denaro, ha raccontato di essere giunto in Italia nel 2006 e subito di avere trovato ospitalità ad Airuno. 

“La casa era piena di gente, c'era chi si è fermato anni e chi per poco tempo” ha spiegato “eravamo tutti stranieri, tranne un italiano, il signor Osvaldo. Carlo mi ha insegnato l'italiano, mi ha mandato a scuola. Mi trattava come un figlio”. 

A ricevere soldi dall'anziano non erano solo gli ospiti che alloggiavano nella casa del Cerè o di via Pizzagalli Magno ma anche persone che arrivavano da fuori provincia, probabilmente con un passaparola. 
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A Khalifa Mejbri, Gilardi aveva dato una ingente somma di denaro per un creare un allevamento di polli nella sua terra natale, la Tunisia. Ad Airuno, infatti, l'extracee tramite un amico del professore aveva imparato ad allevarli e la sua volontà era quella di esportare questa sua professione anche a casa. Un progetto di cui aveva parlato con Carlo che lo aveva condiviso, finanziandolo. 

Oltre al denaro gli aveva comperato un furgone, poi cambiato con un'auto inviata in Tunisia e qui trasformata in un furgone con il cassone aperto. Donazioni che il 90enne faceva volentieri, a dire del teste, mostrandosi sempre contento. 

“Quando gli hanno messo l'amministratore di sostegno è cambiato, era sempre agitato, urlava. Lui voleva vivere povero, non andava a comperare il cibo. Mangiava il pane secco, dormiva all'aperto nella porcilaia del Cerè perchè diceva che era fresco. Aveva dato soldi ai preti che glieli avevano chiesti per le persone bisognose, dei terreni al comune. Lui era generoso”.

Un quadro molto simile, con un uomo prodigo dei suoi averi verso gli altri ma severo con se stesso, e che non si lamentava mai è stato dipinto anche da Abdelmalak Rougui e Nedal Abushunar che hanno reso brevi spontanee dichiarazioni. 

L'udienza è stata aggiornata al 27 novembre per l'esame dei testi degli imputati. 
S.V.
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