Olgiate, Casa dei Ragazzi: il no dei dipendenti a “Uneba”
Bandiere CGIL e Cisl appese fuori dalla Casa dei Ragazzi IAMA Onlus di Olgiate Molgora. I dipendenti, supportati dai sindacati, ribadiscono il “no” alle condizioni del nuovo contratto che gli viene offerto. Risale al 1° gennaio 2020 la proposta da parte dell’associazione onlus di applicare ai dipendenti un contratto UNEBA, al posto di quello di funzione locale. Da allora c’è stato un primo tavolo in Prefettura, quindi l’apertura dello stato di agitazione finalizzato a far desistere l’assunzione onlus su questa volontà. I sindacati già nel corso dell’anno avevano chiarito nei dettagli la situazione alla stampa.
“Lo stato di agitazione è poi stato sospeso, rimandando a un tavolo di secondo livello la valutazione di possibili smussature al contratto che potessero aiutare organizzativamente a far pensare a una convivenza dei due contratti. In realtà la proposta che è arrivata poi è di tutt’altra natura: il passaggio da contratto funzioni locali a UNEBA” ha detto Teresa Elmo, di CGIL Lecco, spiegando che il passaggio da un contratto all’altro prevederebbe delle modifiche sostanziali, come quella da 36 a 38 ore settimanali, un cambiamento della normativa per quanto concerne la conservazione del posto in caso di malattia di lunga durata, il cambio del calcolo dell’orario rispetto a quella che è la turnistica e diversi altri dettagli.
“Questo è il motivo per cui è stato riaperto lo stato di agitazione e per cui il 19 ottobre ci sarà un presidio. Partiremo dalla vecchia struttura e arriveremo in municipio. Abbiamo chiesto al sindaco di essere ascoltati” ha aggiunto Elmo, spiegando che se queste azioni non basteranno ne verranno messe in campo altre, come lo sciopero. “Alcuni lavoratori se ne sono già andati, quelli che sono rimasti sono amareggiati e si stanno guardando in torno. È stata ampliata l’offerta della struttura e la struttura stessa, ma non si può fare cassa sul costo del lavoro…” ha concluso la referente CGIL.
“Lo stato di agitazione è poi stato sospeso, rimandando a un tavolo di secondo livello la valutazione di possibili smussature al contratto che potessero aiutare organizzativamente a far pensare a una convivenza dei due contratti. In realtà la proposta che è arrivata poi è di tutt’altra natura: il passaggio da contratto funzioni locali a UNEBA” ha detto Teresa Elmo, di CGIL Lecco, spiegando che il passaggio da un contratto all’altro prevederebbe delle modifiche sostanziali, come quella da 36 a 38 ore settimanali, un cambiamento della normativa per quanto concerne la conservazione del posto in caso di malattia di lunga durata, il cambio del calcolo dell’orario rispetto a quella che è la turnistica e diversi altri dettagli.
“Questo è il motivo per cui è stato riaperto lo stato di agitazione e per cui il 19 ottobre ci sarà un presidio. Partiremo dalla vecchia struttura e arriveremo in municipio. Abbiamo chiesto al sindaco di essere ascoltati” ha aggiunto Elmo, spiegando che se queste azioni non basteranno ne verranno messe in campo altre, come lo sciopero. “Alcuni lavoratori se ne sono già andati, quelli che sono rimasti sono amareggiati e si stanno guardando in torno. È stata ampliata l’offerta della struttura e la struttura stessa, ma non si può fare cassa sul costo del lavoro…” ha concluso la referente CGIL.