Piazza: i fondi alla sanità tagliati dal PD di Fragomeli
Mancava giusto lui, per cercare responsabilità altrove, nei tagli alla sanità i famosi 37 miliardi perpetrati tra il 2010 e il 2019 da vari governi nei quali, la prevalenza di PD è evidente ma non sono mancati Berlusconi, Monti appoggiato dal popolo delle Libertà, Conti 1 con la Lega.
E ancora lui, inossidabile, contro ogni evidenza a sostenere che al Mandic non vi sono in corso conversioni o riduzioni dell'offerta. Però una ragione ce l'ha: il voto popolare ha confermato la fiducia nel centrodestra e in Fontana. Dunque avanti così. C'è chi ritiene sia necessario raccogliere firme e organizzare presidi, e chi ritiene che sia solo una questione politica e che all'ospedale di Merate, ma aggiungeremmo ormai anche quello di Lecco, non vi sono problemi. E se ci sono non sono certamente ascrivibili all'attuale direzione generale. Insomma va tutto bene la colpa è solo del PD.
E ancora lui, inossidabile, contro ogni evidenza a sostenere che al Mandic non vi sono in corso conversioni o riduzioni dell'offerta. Però una ragione ce l'ha: il voto popolare ha confermato la fiducia nel centrodestra e in Fontana. Dunque avanti così. C'è chi ritiene sia necessario raccogliere firme e organizzare presidi, e chi ritiene che sia solo una questione politica e che all'ospedale di Merate, ma aggiungeremmo ormai anche quello di Lecco, non vi sono problemi. E se ci sono non sono certamente ascrivibili all'attuale direzione generale. Insomma va tutto bene la colpa è solo del PD.
(Lecco, 12 ottobre) - “La domanda sorge spontanea, come si suol dire. Dove era l’allora parlamentare Fragomeli, oggi Consigliere regionale, quando i governi e i Ministri del suo PD tagliavano 37 miliardi di spesa sanitaria alle regioni? Dove erano i flash mob, le raccolte firme, gli appelli dei sindaci piddini? Forse qualcuno poteva pensare che qui tagli non avrebbero poi avuto ripercussioni negative, quelle difficolta che oggi Regione Lombardia sta cercando di gestire in uno scenario che vede scarsità di personale sanitario e retribuzioni decisamente non adeguate?” dichiara il Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia, Mauro Piazza.
“Sembra troppo facile oggi, utilizzare criticità che si registrano su tutto il territorio nazionale per fare una mera propaganda politica ed elettorale, magari con l’individuazione del capro espiatorio di turno, ma senza affrontare le complessità che il sistema sanitario sta vivendo” continua Piazza - “Da una parte quindi la strumentalizzazione e le grida manzoniane, dall’altro il tentativo di continuare a gestire un servizio universalistico e gratuito affrontando i problemi che nessuno nega vi siano e non vanno trascurati, ma senza che venga dimenticata l’alta qualità del servizio che viene giornalmente erogato da professionisti di prim’ordine”.
“È in questo senso che l’assessore Bertolaso e la DG welfare” prosegue il sottosegretario regionale – “hanno risposto in merito alle problematiche emerse negli ultimi tempi sul territorio lecchese confermando come La Regione e la Direzione dell’ASST di Lecco non hanno mai ipotizzato la chiusura, la conversione o la riduzione dell’offerta per l’Ospedale di Merate. È il contesto generale, diffuso a livello nazionale, che ha determinato una carenza di risorse umane che si ripercuote sull’attività erogata”.
“In particolare, a Merate: per la ginecologia la Regione sta già provvedendo ad autorizzare la copertura del ruolo che diventerà vacante dal 31 dicembre 2023, in modo da continuare a garantire la funzionalità e la capacità d’offerta. Con riferimento alle dimissioni del gastroenterologo” - prosegue l’esponete lecchese della Giunta Fontana “l’ASST di Lecco ne ha preso atto, rilevando che le stesse sono intervenute all’esito di un procedimento disciplinare conclusosi con esito sfavorevole per il citato professionista e anche in questo caso sono già state attivate le procedure di sostituzione del medesimo”.
“Ma soprattutto se la situazione è così tesa al Mandic, come mai professionisti rientrino nella medesima Azienda sanitaria, ma semplicemente con cambio di contratto, appare quindi evidente, anche ai meno attenti, che non vi è problema verso la dirigenza dell’Azienda, ma piuttosto nei confronti di quello ben noto di remunerazione degli operatori sanitari, come già più volte evidenziato da Regione Lombardia anche in sede di conferenza stato regioni”.
“Capisco che il continuo attacco alla sanità lombarda costituisca una tentazione incontenibile per il PD, ma varrebbe la pena di ricordare che se il servizio sanitario fosse solo quello che viene dipinto da Fragomeli e compagni, il centrodestra lombardo non avrebbe raccolto il consenso elettorale che lo ha appena riconfermato alla guida della Regione. Un consenso che forse vale più di una raccolta firme strumentale e che ci dice di come i lombardi, anche per la soluzione dei problemi, si fidino di più della giunta Fontana che non di chi ha prima messo in ginocchio la sanità con tagli scriteriati e che ora si limita a pontificare” conclude Piazza.