Ospedali: Fragomeli “interroga”, Piazza risponde. Nessun problema locale solo difficoltà generali. Insomma tutto bene
Vi ricordate quando per rispondere all’unica interrogazione di Cambia Merate sulla situazione del San Leopoldo Mandic, il sindaco Massimo Augusto Panzeri girò il documento al direttore generale affinché provvedesse lui? Fummo tutti sorpresi, la minoranza interrogante, ovviamente, ma anche diversi consiglieri di maggioranza. E noi con loro perché – per dirla con una modalità ormai frusta – non si dovrebbe chiedere all’oste la qualità del suo vino.
Ebbene la stessa procedura è avvenuta a livello regionale, giusto per dire che una parte di questo centrodestra non intende rinunciare a azioni che possano suscitare buonumore.
Così a rispondere al “question time” di Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale del PD, l’assessore Guido Bertolaso ha incaricato Mauro Piazza, sodale del Direttore generale dell’ASST Lecco e strenuo sostenitore del tutto va bene madama la marchesa.
Qui sotto trovate copia del testo presentato dall’esponente del PD a inizio seduta nello spazio delle interrogazioni urgenti, la risposta del Sottosegretario e il commento conclusivo dell’ex parlamentare ed ex sindaco di Cassago. Ma in pillole le cose stanno così: l’Azienda fa tutto il possibile per il Mandic e se i medici e gli infermieri se ne vanno è perché sono avidi e preferiscono il privato che paga di più e fa lavorare di meno. Mancano medici e questi problemi affliggono tutti i presidi spoke (cioè gli ospedali minori dentro un’azienda mentre il maggiore è definito Hub) e comunque direzione locale e assessorato regionale fanno il possibile. Non c’è una riga nella risposta che metta almeno in discussione le strategie (una parola già grossa di per sé) della direzione generale.
Per esempio dieci anni fa tre psichiatri gestivano otto letti con 250 ricoveri l’anno. Pensate che vi sia un riferimento a ciò? Nulla. Mancano gli psichiatri. Quindi? Quindi chiudiamo il reparto. Ma proprio ora che c’è una fragilità giovanile terribile? Ci sono le strutture territoriali. Già ma se un paziente del CPS cambia tre medici in sei mesi forse qualcosa non funziona.
E ancora: ma era il caso di indurre i vertici di Ostetricia-Ginecologia a dimettersi? Forse tra costi e benefici sarebbe stato preferibile tenerli. Almeno il reparto sarebbe ancora attivo. Certo, a Lecco le cose non vanno meglio. Ricordate il fatto di pochi giorni fa? Quattro pazienti chiamate per un’operazione di chirurgia ginecologica ma di posti letto ce n’è uno solo. Si tira a sorte tra le quattro donne chi resta e chi torna a casa. Alla fine sono le pazienti a mettersi d’accordo. Vi pare normale?
E’ il centrodestra che oggi governa a Roma mentre a Milano governa da trent’anni: se c’è da riformare il sistema di reclutamento, da contenere l’avanzata del privato, da impedire che un medico assunto si dimetta e poi torni nello stesso reparto con una cooperativa guadagnando tre volte più di prima, che si faccia la riforma. In fretta, però, prima che la sanità pubblica imploda del tutto.
Ebbene la stessa procedura è avvenuta a livello regionale, giusto per dire che una parte di questo centrodestra non intende rinunciare a azioni che possano suscitare buonumore.
Così a rispondere al “question time” di Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale del PD, l’assessore Guido Bertolaso ha incaricato Mauro Piazza, sodale del Direttore generale dell’ASST Lecco e strenuo sostenitore del tutto va bene madama la marchesa.
Qui sotto trovate copia del testo presentato dall’esponente del PD a inizio seduta nello spazio delle interrogazioni urgenti, la risposta del Sottosegretario e il commento conclusivo dell’ex parlamentare ed ex sindaco di Cassago. Ma in pillole le cose stanno così: l’Azienda fa tutto il possibile per il Mandic e se i medici e gli infermieri se ne vanno è perché sono avidi e preferiscono il privato che paga di più e fa lavorare di meno. Mancano medici e questi problemi affliggono tutti i presidi spoke (cioè gli ospedali minori dentro un’azienda mentre il maggiore è definito Hub) e comunque direzione locale e assessorato regionale fanno il possibile. Non c’è una riga nella risposta che metta almeno in discussione le strategie (una parola già grossa di per sé) della direzione generale.
Per esempio dieci anni fa tre psichiatri gestivano otto letti con 250 ricoveri l’anno. Pensate che vi sia un riferimento a ciò? Nulla. Mancano gli psichiatri. Quindi? Quindi chiudiamo il reparto. Ma proprio ora che c’è una fragilità giovanile terribile? Ci sono le strutture territoriali. Già ma se un paziente del CPS cambia tre medici in sei mesi forse qualcosa non funziona.
E ancora: ma era il caso di indurre i vertici di Ostetricia-Ginecologia a dimettersi? Forse tra costi e benefici sarebbe stato preferibile tenerli. Almeno il reparto sarebbe ancora attivo. Certo, a Lecco le cose non vanno meglio. Ricordate il fatto di pochi giorni fa? Quattro pazienti chiamate per un’operazione di chirurgia ginecologica ma di posti letto ce n’è uno solo. Si tira a sorte tra le quattro donne chi resta e chi torna a casa. Alla fine sono le pazienti a mettersi d’accordo. Vi pare normale?
E’ il centrodestra che oggi governa a Roma mentre a Milano governa da trent’anni: se c’è da riformare il sistema di reclutamento, da contenere l’avanzata del privato, da impedire che un medico assunto si dimetta e poi torni nello stesso reparto con una cooperativa guadagnando tre volte più di prima, che si faccia la riforma. In fretta, però, prima che la sanità pubblica imploda del tutto.