Cernusco: qualche riflessione sul caso Fiocchi
Leggendo le cronache cernuschesi in merito al caso Fiocchi di questi giorni sorge spontanea una domanda che vuole andare al di là degli schieramenti politici, dei vizi di forma o di sostanza, e di chi ha combinato tutti questi pasticci: quali sono le motivazioni reali che muovono l'avvocato Fiocchi, così fortemente intenzionata a procedere in questa che sembra una commedia all'italiana e purtroppo non lo è? L'avvocato sostiene di non avere “nulla di personale” e di agire “per e nel rispetto del diritto”: ideologicamente ineccepibile e deontologicamente corretto...tuttavia, a mio avviso, non si sta ponendo una domanda cruciale e determinante, che dovrebbe venire ancor prima dei convincimenti ideologici e che dovrebbe essere alla base di ogni azione di un amministratore: sta facendo il bene per il Comune, per la comunità e per gli elettori che l’hanno elette? Lo stava facendo quando si è ripetutamente assentata nei precedenti consigli comunali? La Fiocchi, zelante, suggerisce una domanda per la maggioranza: non sarebbe meglio fermarsi anche per evitare il danno erariale? Perché, in coscienza, la stessa domanda non se la pone pure lei? Non sarebbe meglio fermarsi, anche per evitare il danno erariale? Forse perché, nonostante la signora proclami di non avere nulla di personale nella vicenda, questa storia vista da fuori sembra assolutamente una questione di puntiglio personale e di orgoglio ferito (tant’è che parla di astio nei suoi confronti da parte di sindaco e maggioranza) di cui, ahimè, rischiano di farne le spese i cittadini cernuschesi, anche quelli che l'hanno votata per amministrare al meglio il Comune. Ritengo che attaccarsi a vizi di forma, addirittura verificando chi ha notificato le comunicazioni, farsi fotografare "raggiante" con il provvedimento del TAR (solo sospensivo, al momento), sono certamente comportamenti leciti, ma anche grandi cadute di stile che poco hanno a che vedere con il voler ben amministrare e il voler adempiere ai compiti a lei assegnati con il voto dei cittadini. Ne scaturisce una domanda ancor più scomoda: una volta ottenuta la sua rivincita, magari anche giusta e ineccepibile dal punto di vista giuridico, intende rimanere seduta al suo posto e continuare a svolgere il suo mandato con coscienza, senza assenze ripetute oppure, visto "l'astio della maggioranza e del sindaco" nei suoi confronti, batterà in ritirata in vista delle prossime elezioni amministrative, per le quali si è già preparata il terreno diventando presidente di circolo di partito? Di certo di pubblicità se ne è fatta a sufficienza e, si sa, la pubblicità è l'anima del commercio. Fu vana gloria? Ai posteri l'ardua sentenza. Un deluso e disincantato cittadino cernuschese.
Ilario