Paderno: storia e identità del paese nei murales di Lucio Bolognesi ''Basik''

Il ponte san Michele, le chiuse leonardesche del Naviglio e la Centrale Bertini, questi i tre simboli rappresentati nel cuore del paese dell’artista Lucio Bolognesi “Basik” per raccontare Paderno.
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Nella mattina di sabato 7 ottobre l’opera diffusa, che si fa spazio lungo via Manzoni, è stata consegnata alla cittadinanza, che per dieci giorni ne ha seguito appassionatamente la realizzazione. “Con una pluridecennale esperienza alle spalle posso dire che non è scontato arrivare in un luogo come forestiero e far accettare agli abitanti il proprio lavoro. Ho trovato in Paderno una sorta di seconda casa che mi ha permesso di svolgere la mia attività tessendo rapporti e raccontando storie, accerchiato dalla curiosità delle persone” ha commentato Basik ringraziando per la gentilezza e il calore dimostratogli.
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Il sindaco Giampaolo Torchio, la curatrice Annalisa Ferrario e l'artista

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Il sindaco Gianpaolo Torchio ha spiegato che l’amministrazione ha intessuto un rapporto di collaborazione e di intesa con Basik e la curatrice artistica Annalisa Ferraro per proseguire il progetto di riqualificazione del centro storico che era iniziato negli scorsi mesi con il rifacimento del manto stradale. “L’idea è nata da una nostra concittadina che ha seguito il progetto, permettendo di lasciarci un intervento artistico intriso di Paderno nel quale si intreccia la sensibilità dell’artista e dei suoi segni distintivi – in questo caso, tra tanti, le mani – con i simboli del paese, della sua storia e del nostro paesaggio umano. Abbiamo raccontato ai nostri ospiti il nostro paese e visitato insieme i luoghi che sono diventati soggetti dei murales per raccontare un’identità che non deve rimanere rinchiusa nei confini comunali”.
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Per questo motivo l’evento è stato incorporato tra quelli della giornata nazionale del Contemporaneo, un’iniziativa promossa dall’Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani AMACI. Nelle prossime settimane verrà lanciato un sito che conferirà visibilità nazionale al contributo di Paderno nell’arte contemporanea, rendendolo fruibile digitalmente a qualsiasi interessato. L’opera è però nata con lo scopo di essere affidata ai padernesi e al territorio, in un dialogo per raccontare la storia della propria terra e quello che può continuare ad essere. La curatrice Annalisa Ferraro ha infatti spiegato che la visione di Paderno presentata dai murales ha preso forma grazie all’aiuto dell’amministrazione e dei cittadini.
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“La natura rigogliosa del luogo ha sempre spinto i suoi abitanti al progresso e allo sviluppo: questo è il vero spirito dei padernesi. Una delle prime vere sfide è stata la nascita delle chiuse leonardesche che hanno reso il fiume uno spazio di comunicazione e innovazione che come dei portoni aperti hanno connesso e unito le popolazioni”. Questa la prima rappresentazione, che con un filo d’oro accompagna alla seguente, il ponte. “Un altro grande impegno che si è trasformato nel simbolo del comune è il ponte che abbiamo voluto identificare con san Michele e la sua lotta con il drago, ovvero gli impedimenti naturali, per arrivare a una situazione di equilibrio e armonia”.
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L’ultima tappa del “viaggio” è la Centrale Bertini che, trovando le sue acque in Paderno, ha creato energia e movimento, consentendo a Milano di essere una delle prime città a disporre di mezzi di trasporto elettrici. “Paderno è sempre stato un paese all’avanguardia e noi volevamo raccontare un centro che continua in queste relazioni che l’hanno resa un polo multiculturale in cui le connessioni esistono ancora e sono fortissime. Un luogo di scambio, dialogo e sviluppo che fa parlare di sé. Speriamo che quest’opera possa dare un contributo ad andare avanti in questa direzione, rimanendo fedeli all’identità del territorio”.
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Il sindaco si è dimostrato molto soddisfatto della collaborazione e dell’entusiasmo venutosi a creare tra le diverse parti attive nella riuscita di questo progetto. “Sicuramente si è trattata di un’operazione che conteneva un rischio. Il centro del paese è parte dell’identità di chi ci vive, di chi ci è nato, cresciuto e invecchiato. L’eventualità che l’opera potesse essere vissuta come un corpo estraneo c’era, invece la disponibilità della curatrice e dell’artista e il rapporto che hanno costruito con i residenti, insieme alla visibilità data dalla Pro Loco e del gruppo Slocia in occasione del The Bridge Festival, hanno avuto come esito un’opera che oggi è già diventata un punto di unione e di riconoscimento del nostro essere padernesi, di essere discendenti e soprattutto custodi di una storia e di un patrimonio che sempre ci verranno ricordati da queste opere”.
I.Bi.
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