Merate: il tavolo della sanità del PD lancia una raccolta firme e avanza iniziative a tutela del Mandic e dei suoi lavoratori
E' dal 2017 che il Partito democratico, circolo di Merate, lancia “alert” sulla situazione di pericolo in cui versa il futuro dell'ospedale Mandic. Ora quello che era un rischio avvertito a seguito dei primi segnali di insofferenza è diventato una vera e propria emergenza che nell'ultima settimana ha avuto una escalation con un crollo rapido dovuto alle dimissioni di primari e medici storici.
Per questa ragione il tavolo sulla sanità, istituito proprio per vigilare sul tema e intervenire prontamente, si è riunito della giornata di martedì all'indomani delle ultime dimissioni rese note (dottor Antonio Rocca primario di pediatria e dottor Luca Pastore gastroenterologo, che fanno seguito a quelle dei giorni precedenti di Tiziana Dell'Anna facente funzione di ostetricia e ginecologica e di Katia Rusconi del Sitra) per mettere a punto una serie di iniziative concrete di breve e medio periodo.
“Servono ora azioni immediate e concrete, che vedano la partecipazione non solo della corrente politica ma soprattutto della cittadinanza che si senta coinvolta nel salvataggio, tutela e rilancio dell'ospedale” ha detto Mattia Salvioni, riconfermato recentemente alla guida del circolo del PD di Merate “la situazione sta precipitando e il presidio perde pezzi sempre più importanti”.
E' in attesa delle risposte ad alcune interrogazioni e domande poste sulla ASST lecchese, il consigliere regionale Gianmario Fragomeli, presente alla conferenza stampa indetta nella mattinata di giovedì 5 ottobre. “Quanto accaduto in questi ultimi giorni è gravissimo” ha detto “primari e medici storici che lasciano sono segnale di un clima interno che non è positivo. Questi professionisti non vedono prospettive e progetti di investimento sul Mandic e quindi se ne vanno. Con questa dirigenza, è indubbio che l'operazione di smantellamento del presidio abbia avuto una accelerazione notevole. Per questo presenterò un question time in Regione per chiedere un riassetto della ASST lecchese. Non potevo chiedere un commissariamento della direzione in quanto la scadenza prevista è tra qualche mese e non avrebbe avuto senso. Ho domandato però un cambio di rotta perchè l'attuale gestione è sotto gli occhi di tutti che non sta funzionando. Ora abbiamo bisogno che i cittadini del meratese ci mettano la faccia perchè si rischia di perdere il presidio di Merate. Vanno messe in campo tutte le risorse e le azioni possibili, senza travisare una possibile bagarre politica con una emergenza del territorio. Il Mandic va rilanciato prima che muoia di morte naturale”.
La prima azione che il tavolo della sanità ha messo in campo è il lancio di una raccolta di firme attraverso la piattaforma Change.org
La cittadinanza è invitata a siglare a sostegno del presidio ma anche dei suoi lavoratori, come ha bene spiegato il dottor Franco Tortorella, coordinatore del tavolo.
“Il problema c'è da tempo e l'escalation di distacco di persone e primari, dunque anche di chi ha una parte gestionale, è un segnale davvero preoccupante. Il Mandic va salvato per i suoi cittadini e tutelato per i suoi lavoratori. Era un presidio di eccellenza che aveva attrattiva anche per altre province, dove lavoravano luminari famosi ovunque. È evidente che ora si è in presenza di un problema di tipo organizzativo con un clima pessimo dove i professionisti lasciano perchè non trovano sbocchi e hanno difficoltà a lavorare quotidianamente. Avevamo elicotteri che portavano i bambini in sofferenza polmonare per essere operati e salvati a Merate. Qui sono nate le cure domiciliari con personale nostro, ora esternalizzato e che si rivelerà la fine di un percorso”.
Alla raccolta firme online si affiancheranno nelle prossime settimane dei sit-in nelle piazze dei vari paesi, con momenti di incontro con la popolazione che culmineranno in un grande flash mob di piazza. La volontà, però, è anche quella di coinvolgere i consigli comunali così da presentarsi poi in regione non solo con le firme della cittadinanza ma anche con una espressione delle sedi politiche istituzionali. Fragomeli si è poi impegnato a presentare una mozione che dia un indirizzo chiaro di rilancio, che non sia solo del Partito Democratico ma in nome di tutta la cittadinanza.
Presente anche Giliola Sironi, già consigliere regionale della Democrazia cristiana e membro commissione sanità della regione anni Novanta. “”Quando Merate aveva una gestione autonoma era uno degli ospedali con costi di gestione più bassi di tutta la Lombardia. Poi la situazione è andata solo peggiorando. E' inutile che la direzione dica che i medici se ne vanno per ragioni personali, sono balle. Se ne vanno perchè non possono più lavorare”.
“Il nostro rappresentate Rosati ha fatto una interrogazione senza avere risposto” ha spiegato Milva Caglio di Sinistra Italiana “ora serve unscire e fare un passo in avanti per coinvolgere tutti nel salvataggio del nostro ospedale”.
La prima iniziativa è appunto la raccolta firme online che è sottoscrivibile a questo indirizzo SALVIAMO L'OSPEDALE DI MERATE
Seguiranno poi il flash mob, il coinvolgimento dei consigli comunali, le prese di posizione in regione e altre attività per rendere sempre più edotta la popolazione dei rischi che corre l'ospedale e del grave disagio in cui si trovano gli operatori e per avanzare INFINE richieste di tutela e rilancio del presidio nelle sedi preposte.
Per questa ragione il tavolo sulla sanità, istituito proprio per vigilare sul tema e intervenire prontamente, si è riunito della giornata di martedì all'indomani delle ultime dimissioni rese note (dottor Antonio Rocca primario di pediatria e dottor Luca Pastore gastroenterologo, che fanno seguito a quelle dei giorni precedenti di Tiziana Dell'Anna facente funzione di ostetricia e ginecologica e di Katia Rusconi del Sitra) per mettere a punto una serie di iniziative concrete di breve e medio periodo.
“Servono ora azioni immediate e concrete, che vedano la partecipazione non solo della corrente politica ma soprattutto della cittadinanza che si senta coinvolta nel salvataggio, tutela e rilancio dell'ospedale” ha detto Mattia Salvioni, riconfermato recentemente alla guida del circolo del PD di Merate “la situazione sta precipitando e il presidio perde pezzi sempre più importanti”.
E' in attesa delle risposte ad alcune interrogazioni e domande poste sulla ASST lecchese, il consigliere regionale Gianmario Fragomeli, presente alla conferenza stampa indetta nella mattinata di giovedì 5 ottobre. “Quanto accaduto in questi ultimi giorni è gravissimo” ha detto “primari e medici storici che lasciano sono segnale di un clima interno che non è positivo. Questi professionisti non vedono prospettive e progetti di investimento sul Mandic e quindi se ne vanno. Con questa dirigenza, è indubbio che l'operazione di smantellamento del presidio abbia avuto una accelerazione notevole. Per questo presenterò un question time in Regione per chiedere un riassetto della ASST lecchese. Non potevo chiedere un commissariamento della direzione in quanto la scadenza prevista è tra qualche mese e non avrebbe avuto senso. Ho domandato però un cambio di rotta perchè l'attuale gestione è sotto gli occhi di tutti che non sta funzionando. Ora abbiamo bisogno che i cittadini del meratese ci mettano la faccia perchè si rischia di perdere il presidio di Merate. Vanno messe in campo tutte le risorse e le azioni possibili, senza travisare una possibile bagarre politica con una emergenza del territorio. Il Mandic va rilanciato prima che muoia di morte naturale”.
La prima azione che il tavolo della sanità ha messo in campo è il lancio di una raccolta di firme attraverso la piattaforma Change.org
La cittadinanza è invitata a siglare a sostegno del presidio ma anche dei suoi lavoratori, come ha bene spiegato il dottor Franco Tortorella, coordinatore del tavolo.
“Il problema c'è da tempo e l'escalation di distacco di persone e primari, dunque anche di chi ha una parte gestionale, è un segnale davvero preoccupante. Il Mandic va salvato per i suoi cittadini e tutelato per i suoi lavoratori. Era un presidio di eccellenza che aveva attrattiva anche per altre province, dove lavoravano luminari famosi ovunque. È evidente che ora si è in presenza di un problema di tipo organizzativo con un clima pessimo dove i professionisti lasciano perchè non trovano sbocchi e hanno difficoltà a lavorare quotidianamente. Avevamo elicotteri che portavano i bambini in sofferenza polmonare per essere operati e salvati a Merate. Qui sono nate le cure domiciliari con personale nostro, ora esternalizzato e che si rivelerà la fine di un percorso”.
Alla raccolta firme online si affiancheranno nelle prossime settimane dei sit-in nelle piazze dei vari paesi, con momenti di incontro con la popolazione che culmineranno in un grande flash mob di piazza. La volontà, però, è anche quella di coinvolgere i consigli comunali così da presentarsi poi in regione non solo con le firme della cittadinanza ma anche con una espressione delle sedi politiche istituzionali. Fragomeli si è poi impegnato a presentare una mozione che dia un indirizzo chiaro di rilancio, che non sia solo del Partito Democratico ma in nome di tutta la cittadinanza.
Presente anche Giliola Sironi, già consigliere regionale della Democrazia cristiana e membro commissione sanità della regione anni Novanta. “”Quando Merate aveva una gestione autonoma era uno degli ospedali con costi di gestione più bassi di tutta la Lombardia. Poi la situazione è andata solo peggiorando. E' inutile che la direzione dica che i medici se ne vanno per ragioni personali, sono balle. Se ne vanno perchè non possono più lavorare”.
“Il nostro rappresentate Rosati ha fatto una interrogazione senza avere risposto” ha spiegato Milva Caglio di Sinistra Italiana “ora serve unscire e fare un passo in avanti per coinvolgere tutti nel salvataggio del nostro ospedale”.
La prima iniziativa è appunto la raccolta firme online che è sottoscrivibile a questo indirizzo SALVIAMO L'OSPEDALE DI MERATE
Seguiranno poi il flash mob, il coinvolgimento dei consigli comunali, le prese di posizione in regione e altre attività per rendere sempre più edotta la popolazione dei rischi che corre l'ospedale e del grave disagio in cui si trovano gli operatori e per avanzare INFINE richieste di tutela e rilancio del presidio nelle sedi preposte.
S.V.