Sabbioncello: l'offerta dell'olio della lampada e l'invito a pregare per i giovani e a valorizzare ciò che c'è di buono
Anche mercoledì 4 ottobre, nei giorni della solennità di san Francesco, si è rinnovata al convento dei frati di Sabbioncello la tradizionale offerta dell'olio della lampada.
A portare il “carburante” per il cero che arderà un anno intero davanti all'effige del “più santo tra gli italiani e il più italiano tra i santi” è stato il comune di Calco nella persona del vicesindaco Pietro Pozzoni. Presenti nella chiesa, che con i suoi affreschi e i suoi giochi di luce regala sempre una cerimonia particolarmente suggestiva, i rappresentanti istituzionali di Merate, Cernusco, Osnago, Robbiate, nonché esponenti della guardia di finanza, polizia locale, carabinieri.
Ad officiare la cerimonia è stato don Carlo Motta, parroco di Calco, affiancato sull'altare dal frate guardiano padre Massimo Tedoldi con altri due confratelli.
Nel corso della sua omelia don Carlo, ricordando quando san Francesco fosse stato “scapestrato” e un “dolore di testa per i suoi genitori”, prima di rimettersi sulla retta via, ha invitato tutti in questa occasione a pregare per adolescenti e giovani. “Forse noi non siamo in grado di capirli, consegniamoli a san Francesco affinchè faccia loro capire la bellezza e il gusto della vita diventino capaci di scelte coraggiose”..
Al termine della sua riflessione il sacerdote ha acceso il cero posto ai piedi del crocifisso e lo ha consegnato al vicesindaco di Calco che, dopo avere letto l'invocazione, ha simbolicamente acceso il lume della lampada.
Al termine della funzione padre Massimo ha ricordato come secondo il racconto nel giorno del transito di san Francesco, le stelle hanno visto un uomo morire cantando. “Ecco, in una società lamentosa come la nostra cerchiamo di vivere non per contare le cose che non vanno ma per valorizzare quello che di buono c'è”.
A portare il “carburante” per il cero che arderà un anno intero davanti all'effige del “più santo tra gli italiani e il più italiano tra i santi” è stato il comune di Calco nella persona del vicesindaco Pietro Pozzoni. Presenti nella chiesa, che con i suoi affreschi e i suoi giochi di luce regala sempre una cerimonia particolarmente suggestiva, i rappresentanti istituzionali di Merate, Cernusco, Osnago, Robbiate, nonché esponenti della guardia di finanza, polizia locale, carabinieri.
Ad officiare la cerimonia è stato don Carlo Motta, parroco di Calco, affiancato sull'altare dal frate guardiano padre Massimo Tedoldi con altri due confratelli.
Nel corso della sua omelia don Carlo, ricordando quando san Francesco fosse stato “scapestrato” e un “dolore di testa per i suoi genitori”, prima di rimettersi sulla retta via, ha invitato tutti in questa occasione a pregare per adolescenti e giovani. “Forse noi non siamo in grado di capirli, consegniamoli a san Francesco affinchè faccia loro capire la bellezza e il gusto della vita diventino capaci di scelte coraggiose”..
Al termine della sua riflessione il sacerdote ha acceso il cero posto ai piedi del crocifisso e lo ha consegnato al vicesindaco di Calco che, dopo avere letto l'invocazione, ha simbolicamente acceso il lume della lampada.
Al termine della funzione padre Massimo ha ricordato come secondo il racconto nel giorno del transito di san Francesco, le stelle hanno visto un uomo morire cantando. “Ecco, in una società lamentosa come la nostra cerchiamo di vivere non per contare le cose che non vanno ma per valorizzare quello che di buono c'è”.
S.V.