Quello che Emilio ignora

Uno dei più grandi imprenditori italiani Così lo definisce il nostro Emilio, mentre è stato il più grande corruttore ed evasore italiano, che ha fatto decine di leggi ad personam per evitare i processi che gli avrebbero dato quello che meritava. Che ha sfilato la villa di Arcore alla povera erede (assistita da Previti) pagandola una ciotola di riso (250 milioni di lire quando poi è stata data alle banche come pegno per un prestito di 7 miliardi di lire). Che aveva 64 società offshore, e non vado avanti perché chi vorrebbe un giornale intero per tutte le sue nefandezze. Il suo sogno di diventare presidente della repubblica? No, il suo sogno realizzato è stato quello di evitare la galera per sé e il fallimento della Fininvest, che nel momento della discesa in campo fatta perché "l'Italia è il paese che amo" aveva 7.000 miliardi di lire di debiti con le banche, cosa da lui stesso confessata a Montanelli, Giuliano Ferrara, Confalonieri e altri. Persino Franco Tatò, l'ex presidente dell'Enel, mica pinco pallino,, chiamato a risanare i conti, gli confessò: cavaliere, non c'è altra soluzione che portare i libri in tribunale. Ma quell'altro la soluzione la trovò, intortando milioni di italiani. Infine, che differenza c'é tra firmare con uno pseudonimo e firmare con un generico nome? Entrambi restano nell'anonimato.
voce fuori dal coro
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