Cernusco: 20.mo della scuola "Rodari" Capsula del tempo per i bimbi del 2043
Grande festa alla scuola elementare di Cernusco Lombardone per festeggiare il 20° anniversario dell’edificio scolastico. Venerdì 29 settembre, alle ore 15.00 le classi del “G. Rodari” si sono riunite nel giardino del plesso. Ogni bambino indossava una coccarda tricolore e molti di loro teneva in mano il proprio disegno realizzato per rappresentare la struttura scolastica. L’avvio della celebrazione è stato segnato dal canto dell’inno di Mameli.
La cerimonia è stata organizzata in grande stile dal Comune, in collaborazione con le maestre. Presente l’amministrazione comunale, a partire dal sindaco Gennaro Toto in fascia tricolore. Al suo fianco la presidente della Provincia di Lecco, Alessandra Hofmann. Su invito, erano presenti l’ex sindaco Antonio Conrater e alcuni rappresentanti dell’amministrazione di allora (Alessandro Colombo, Dario Francescatti, Samuele Arlati). C’erano anche l’ex sindaco Angelo Guzzon, l’ex preside Giordano Cereda, ex docenti ed ex alunni, l’attuale vicaria della dirigente scolastica Carla Valagussa, lo storico tecnico comunale Danilo Villa, oltre a una buona rappresentanza del gruppo alpini.
La festa è stata alleggerita dalla spontaneità e solarità dei bambini, dalla loro fantasia nell’immaginare la scuola del futuro tra altri 20 anni. Pensieri che sono stati poi raccolti e incapsulati in un contenitore cilindrico metallico. Il momento clou è stato l’inserimento della capsula in una botola scavata nel giardino della scuola di via Pirovano. La buca è stata sigillata poi con un tombino che riporta in cima una targa con l’iscrizione “capsula del tempo” e il promemoria della riapertura nel settembre del 2043.
“Nel 2003, quando è nata questa scuola non esistevano gli smartphone. Chissà come sarà il 2043 quando altri bambini con i loro insegnanti apriranno la vostra capsula del tempo con i vostri lavori. Così loro capiranno come voi oggi vedete il futuro e lì scopriremo se la vostra visione del futuro è reale” ha spiegato il sindaco Toto. Il primo cittadino ha evidenziato l’importanza della scuola nella crescita dei bambini. “La scuola è il luogo dove si insegnano le materie didattiche, ma la scuola ha anche la funzione di socializzare ed imparare a stare insieme e questo aiuta a crescere e a rispettarci. Questa è forse la funzione più importante della scuola”. Toto ha poi citato i suoi predecessori, da Conrater, che ha programmato e fatto cominciare la costruzione del polo scolastico, a Sergio Bagnato, che ha inaugurato la scuola nel 2003, a Giovanna De Capitani che ha intitolato l’elementare a Gianni Rodari.
Il sindaco ha ceduto la parola all’architetto che ha progetto l’edificio, Dante Perego, emozionato di trovarsi di fronte a tanti bambini nel luogo “disegnato” da lui. Ha sostenuto che la scuola dovrebbe sempre ricordare la forma di una casa per apparire accogliente e bella e che deve essere pensata per durare almeno 100 anni.
La vicaria della dirigenza Carla Valagussa è intervenuta in rappresentanza dell’Istituto comprensivo “A. Bonfanti A. Valagussa”: “Oggi voi state facendo la storia. State prendendo contatto con i bambini che fra 20 anni frequenteranno questa scuola”. È seguito il saluto della maestra Marina Brambilla, che ha vissuto il passaggio dalle vecchie scuole al nuovo plesso. Ha sottolineato la cura che il “G. Rodari” si prende nei confronti degli studenti con bisogni speciali. È poi stato il turno di due ex alunne che si trovavano in quinta elementare nel 2003.
È bastata la presentazione come “ex maestro, ex coordinatore di plesso, che oggi riveste il ruolo di amministratore comunale” per far scatenare i bambini tra cori e applausi per Pietro Santoro. “Questo è il luogo dove ho insegnato, ma soprattutto è il luogo dove ho imparato, dove si sono vissute gioie e dolori che ci hanno unito e che ci hanno fatto diventare una comunità educante” ha commentato Santoro. Anche lui ha ricordato la vocazione inclusiva dell’istituto come timbro indelebile. “Qui ho imparato a vivere la vera inclusività. Spesso si ascolta tanta retorica, tante frasi fatte da libro su questo argomento, ma qui si impara e si insegna davvero l’inclusione nei confronti dei bisogni speciali e nei confronti dei bisogni degli altri” ha aggiunto Santoro. Sul futuro, filo conduttore dell’iniziativa, l’ex maestro e attuale amministratore locale in Comune a Cernusco ha assicurato: “Sono certo che questa scuola sarà pronta ad innovarsi e a tener fede alla sua vocazione primaria dell’accoglienza e dell’inclusione. Santoro ha concluso con un ricordo, già accennato in maniera sfumata in un precedente passaggio, al piccolo Gioele Petza e alla maestra Stella Brioschi, entrambi venuti prematuramente a mancare.
Alcuni studenti hanno poi letto pensieri su come si immaginano la scuola del futuro, tra scale mobili, bidelli robotizzati, tanti giochi in giardino, buffet in mensa, tetto scoperchiabile per consentire a un potente telescopio di osservare la volta celeste, tablet al posto dei quaderni. Come detto, tutte le prospettive del futuro sono state inserite nella capsula. Il rito è proseguito alla botola per la conservazione delle aspettative al sicuro sotto terra.
La cerimonia è stata organizzata in grande stile dal Comune, in collaborazione con le maestre. Presente l’amministrazione comunale, a partire dal sindaco Gennaro Toto in fascia tricolore. Al suo fianco la presidente della Provincia di Lecco, Alessandra Hofmann. Su invito, erano presenti l’ex sindaco Antonio Conrater e alcuni rappresentanti dell’amministrazione di allora (Alessandro Colombo, Dario Francescatti, Samuele Arlati). C’erano anche l’ex sindaco Angelo Guzzon, l’ex preside Giordano Cereda, ex docenti ed ex alunni, l’attuale vicaria della dirigente scolastica Carla Valagussa, lo storico tecnico comunale Danilo Villa, oltre a una buona rappresentanza del gruppo alpini.
La festa è stata alleggerita dalla spontaneità e solarità dei bambini, dalla loro fantasia nell’immaginare la scuola del futuro tra altri 20 anni. Pensieri che sono stati poi raccolti e incapsulati in un contenitore cilindrico metallico. Il momento clou è stato l’inserimento della capsula in una botola scavata nel giardino della scuola di via Pirovano. La buca è stata sigillata poi con un tombino che riporta in cima una targa con l’iscrizione “capsula del tempo” e il promemoria della riapertura nel settembre del 2043.
“Nel 2003, quando è nata questa scuola non esistevano gli smartphone. Chissà come sarà il 2043 quando altri bambini con i loro insegnanti apriranno la vostra capsula del tempo con i vostri lavori. Così loro capiranno come voi oggi vedete il futuro e lì scopriremo se la vostra visione del futuro è reale” ha spiegato il sindaco Toto. Il primo cittadino ha evidenziato l’importanza della scuola nella crescita dei bambini. “La scuola è il luogo dove si insegnano le materie didattiche, ma la scuola ha anche la funzione di socializzare ed imparare a stare insieme e questo aiuta a crescere e a rispettarci. Questa è forse la funzione più importante della scuola”. Toto ha poi citato i suoi predecessori, da Conrater, che ha programmato e fatto cominciare la costruzione del polo scolastico, a Sergio Bagnato, che ha inaugurato la scuola nel 2003, a Giovanna De Capitani che ha intitolato l’elementare a Gianni Rodari.
Il sindaco ha ceduto la parola all’architetto che ha progetto l’edificio, Dante Perego, emozionato di trovarsi di fronte a tanti bambini nel luogo “disegnato” da lui. Ha sostenuto che la scuola dovrebbe sempre ricordare la forma di una casa per apparire accogliente e bella e che deve essere pensata per durare almeno 100 anni.
La vicaria della dirigenza Carla Valagussa è intervenuta in rappresentanza dell’Istituto comprensivo “A. Bonfanti A. Valagussa”: “Oggi voi state facendo la storia. State prendendo contatto con i bambini che fra 20 anni frequenteranno questa scuola”. È seguito il saluto della maestra Marina Brambilla, che ha vissuto il passaggio dalle vecchie scuole al nuovo plesso. Ha sottolineato la cura che il “G. Rodari” si prende nei confronti degli studenti con bisogni speciali. È poi stato il turno di due ex alunne che si trovavano in quinta elementare nel 2003.
È bastata la presentazione come “ex maestro, ex coordinatore di plesso, che oggi riveste il ruolo di amministratore comunale” per far scatenare i bambini tra cori e applausi per Pietro Santoro. “Questo è il luogo dove ho insegnato, ma soprattutto è il luogo dove ho imparato, dove si sono vissute gioie e dolori che ci hanno unito e che ci hanno fatto diventare una comunità educante” ha commentato Santoro. Anche lui ha ricordato la vocazione inclusiva dell’istituto come timbro indelebile. “Qui ho imparato a vivere la vera inclusività. Spesso si ascolta tanta retorica, tante frasi fatte da libro su questo argomento, ma qui si impara e si insegna davvero l’inclusione nei confronti dei bisogni speciali e nei confronti dei bisogni degli altri” ha aggiunto Santoro. Sul futuro, filo conduttore dell’iniziativa, l’ex maestro e attuale amministratore locale in Comune a Cernusco ha assicurato: “Sono certo che questa scuola sarà pronta ad innovarsi e a tener fede alla sua vocazione primaria dell’accoglienza e dell’inclusione. Santoro ha concluso con un ricordo, già accennato in maniera sfumata in un precedente passaggio, al piccolo Gioele Petza e alla maestra Stella Brioschi, entrambi venuti prematuramente a mancare.
Alcuni studenti hanno poi letto pensieri su come si immaginano la scuola del futuro, tra scale mobili, bidelli robotizzati, tanti giochi in giardino, buffet in mensa, tetto scoperchiabile per consentire a un potente telescopio di osservare la volta celeste, tablet al posto dei quaderni. Come detto, tutte le prospettive del futuro sono state inserite nella capsula. Il rito è proseguito alla botola per la conservazione delle aspettative al sicuro sotto terra.
M.P.