Se uno ti costringe a fare un E...milio...

E' una frase del Nazareno quella che per ironica similitudine avrei scelto per il titolo di questa mio articolato contributo rispetto all'ennesima  risposta al mio precedente scritto dell'immarcescibile Emilio.

Una frase che, nel farlo,  mi sforzo di adottare con spirito di sopportazione cristiano , nonostante i modi arrogantemente sprezzanti ( anche se poi, leggo, parzialmente “rettificati”) che egli ha usato recentemente nel confronto con altri in tema immigrazione ( se è invece un omonino: ahiahhai  ecco i “frutti” delle firme non complete e del semi-anonimato...)

Ma tanto mi sta a cuore la “denuncia” di un Sistema economico inequo ( per dirla come Papa Francesco), che immagino si intravveda bene dietro la mia richiesta di risposte aperte a chiunque voglia fornirle (ed in specie agli “economisti”), che mi auto infliggo anche questo sforzo argomentativo.

Seguendo l'ordine delle note dell'ormai mitico Emilio e cercando di applicare altrettanta eppur necessaria essenzialità:

1-2)Sulla crescita economica illimitata e la redistribuzione della ricchezza così prodotta : è o non è un tormentone assillante e compulsivo che vorrebbe sacrificare ad essa ogni altro valore mentre la vera Crescita semmai sarebbe quella ponderata da altri e più completi indicatori, tra cui una sua più equa distribuzione? Cosa ci serve crescere se poi i benefici rimangono in sempre più poche mani? E' più saggio crescere solo quando è meglio e non crescere comunque ed ad ogni costo anche quando si fanno danni! Quindi semmai una crescita qualitativa e non solo quantitativa come va per la maggiore!

E sulla “disponibilità a condividere il nostro guadagno” penso che ogni persona che “sta bene economicamente” e che abbia un minimo di coscienza etica si ponga il problema di condividere un po' del suo benessere  con chi non ha questa “fortuna”. Peraltro non per “fare l'elemosina” ma semmai per dovere di Giustizia , proprio per le disuguaglianze strutturali di questa società a cui pure lei accenna,! Lo stesso dovere di Giustizia che non può rassegnarsi ad un mondo che gira al contrario. E non solo a causa dei “cugini francesi”.

3)Sul Debito Sovrano “che è più importante delle vite stesse degli uomini” le consiglieri di leggere questo agile libricino di qualche tempo fa, ma sempre attuale ( io lo promuoverei nelle scuole): “Dacci oggi il nostro debito quotidiano – strategie dell'impoverimento di massa” Derive APPRODI, di Marco Bersani.

Eppoi basta con questo ripetere demagogicamente e semplicisticamente quel perché i finanziamenti fatti alle Nazioni in difficoltà sono sostenuti dalle  tasse che tutti i cittadini del così detto " mondo evoluto " versano nei fondi comunitari...” e quel “vengono " prestati" i soldi che noi cittadini versiamo guadagnati con il sudore delle nostre fronti”.

Sui “prestiti” lei (stranamente) non ha letto quanto già scrivevo nel mio scritto “Infatti se si volesse andare veramente al cuore dei problemi, a fronte dei nostri tanto decantati aiuti e prestiti nei loro riguardi, si scoprirebbe che il saldo delle ricchezze dell'interscambio va decisamente a loro sfavore. Della serie: con una mano “diamo” , ma con due “riprendiamo”.

Eppoi le sembra che le tasse siano pagate in modo equo da tutti? Altro che “compagno” Bosisio, questo è solo spirito di Giustizia che spero accomuni anche lei, anche se certe reiterate sue prese di posizione non sembrano andare in quella direzione ...

Comunque in sostanza la mia “tesi di fondo” era ed è quella che in Economia non ci sono dogmi e spesso i cosiddetti suoi indicatori non sono affatto oggettivi e neutri ma condizionati da interessi di parte. A comprova ecco qui alcune valutazioni di “esperti” che consiglierei di leggere. 

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2021/03/10/teoria-economica-corretta/

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2018/12/15/perche-ripensare-economia/

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/tornare-alla-sintesi

La ringrazio comunque di aver cercato di rispondere agli interrogativi che ponevo anche se ciò evidenzia che lei, nonostante sue ripetute auto dichiarazioni di “abbandono”, voglia persistere ad elargire le proprie considerazioni. Proprio per questo la inviterei almeno a non essere arrogante nelle sue risposte e ad avere più rispetto dei suoi, volta per volta, interlocutori.

Germano Bosisio (sempre in attesa anche del suo cognome)
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