Pillole di contro-narrazione mediatica
Continuando a cercare di descrivere il mondo dei grandi media, specie tv ed esercitando un minimo di decodificazione critica non si possono non commentare alcuni recenti esempi di informazione quantomeno discutibile.
Dal cosiddetto Circo Mediatico spicca la trattazione quasi uniforme ( potrei allegare vari link probatori di tutto quanto qui sotto descrivo ma penso che il lettore attento abbia già indubitabili riscontri o possa addirittura impegnarsi in un'auto ricerca) della morte di MMD, ormai così chiamato Matteo Messina Denaro dal coro omologante televisivo che ha narrato e commentato la morte “dell'ultimo boss mafioso stragista”.
Però chissà perché, con questa precisa e ripetuta “definizione” (come il famoso smemorato di Collegno) il Circo si dimentica di citare gli altri 2 boss, ancora in carcere, implicati nelle più grandi stragi mafiose e cioè i 2 fratelli Graviano.
Sarà una svista o perché è più “prudente” non menzionare le indagini ancora in corso a Firenze sulle presunte contiguità di Dell'Utri e Berlusconi? E, per la stessa serie, perché è sparita dai radar mediatici la vicenda Giletti- Baiardo?
E perché ad esempio in un servizio del tg3 si parla della sparizione dell'agenda di Borsellino apparentemente quasi legandola all'azione di MMD e invece quasi sicuramente sottratta, come dimostrato da precisi filmati, all'interno della borsa del magistrato da un ufficiale dei Carabinieri? Particolari sicuramente casuali ma che fanno anche un po' riflettere...
Eppoi, come non rimanere perlomeno un po' perplessi, dal “panegirico” attorno alla morte dell'ex pluri Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
Persona complessa e certamente di alto profilo che va celebrata con rispetto come si conviene peraltro ad ogni morte ma come non dissentire quando viene ad esempio definito “amico dei magistrati” o “maestro di vita”?
Forse non ci si vuol ricordare di quanto successo nella emblematica, criptica e cavillosa vicenda che lo ha visto, di fatto, “contrapposto”, a suo dire per questioni istituzionali e procedurali, ai magistrati palermitani coraggiosamente impegnati a far luce sui mandanti delle stragi mafiose?
Dall'alto del suo massimo ruolo istituzionale non avrebbe dovuto perlomeno tenere un profilo più attento anche a salvaguardare questi magistrati, già di loro tra i più esposti?
O come non aver rilevato, all'opposto dell'operato del Coro, come sia stata quasi completamente sottaciuta la notizia del NYT (New York Times) circa l'attribuzione alle forze Ucraine, presuntivamente per errore, della strage del mercato di Kostiantynivka in precedenza invece giustamente rappresentata con massima indignazione da tutti i media come la ennesima e voluta strage di civili delle forze putiniane russe.
Come del resto si può ben dire come certi media siano dei veri e propri mezzi di distrazione di massa prendendo ad esempio questa apparente “guerra mediatica” tra il Presidente Meloni e il Governo Tedesco sulla vicenda di alcuni finanziamenti di quest'ultimi alle ONG che svolgono la loro azione di salvataggio nei confronti dei migranti.
Titoli al solito gridati ed usando superlativi che arrivano addirittura, udite udite, a definire come “un'accusa gravissima” il termine usato dalla premier quando definisce il comportamento tenuto dai corrispettivi tedeschi come, udite udite, “una scorrettezza”!
Non può non emergere nel ricordo per affinità quanto scriveva Trilussa con quel classico atteggiamento dei potenti che dopo la fase di reciproco contrasto, spesso solo apparente, “torneranno boni amici come prima” e tra loro si faranno “ancora più cordiali i rapporti personali”.
Mezzi di distrazione di massa, appunto, rispetto a ben altri problemi specialmente, ma non solo, interni.
E per finire, almeno per ora, come non rimanere perlomeno stupiti dal repentino capovolgimento di quello che veniva quasi in toto rappresentato come un giallo a tinte fosche ( a base anche di possibili torture) del cadavere impiccato a un viadotto di Trieste? Un capovolgimento a una più realistica ipotesi di suicidio (anche in assenza di effettivi elementi comprovanti le solo presunte torture) fatta balenare dalle competenti autorità investigative.
Che i Grandi Media non siano solo elementi descrittivi dei “problemi” che abbiamo davanti ma siano perlomeno parte del “problema”?
Dal cosiddetto Circo Mediatico spicca la trattazione quasi uniforme ( potrei allegare vari link probatori di tutto quanto qui sotto descrivo ma penso che il lettore attento abbia già indubitabili riscontri o possa addirittura impegnarsi in un'auto ricerca) della morte di MMD, ormai così chiamato Matteo Messina Denaro dal coro omologante televisivo che ha narrato e commentato la morte “dell'ultimo boss mafioso stragista”.
Però chissà perché, con questa precisa e ripetuta “definizione” (come il famoso smemorato di Collegno) il Circo si dimentica di citare gli altri 2 boss, ancora in carcere, implicati nelle più grandi stragi mafiose e cioè i 2 fratelli Graviano.
Sarà una svista o perché è più “prudente” non menzionare le indagini ancora in corso a Firenze sulle presunte contiguità di Dell'Utri e Berlusconi? E, per la stessa serie, perché è sparita dai radar mediatici la vicenda Giletti- Baiardo?
E perché ad esempio in un servizio del tg3 si parla della sparizione dell'agenda di Borsellino apparentemente quasi legandola all'azione di MMD e invece quasi sicuramente sottratta, come dimostrato da precisi filmati, all'interno della borsa del magistrato da un ufficiale dei Carabinieri? Particolari sicuramente casuali ma che fanno anche un po' riflettere...
Eppoi, come non rimanere perlomeno un po' perplessi, dal “panegirico” attorno alla morte dell'ex pluri Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
Persona complessa e certamente di alto profilo che va celebrata con rispetto come si conviene peraltro ad ogni morte ma come non dissentire quando viene ad esempio definito “amico dei magistrati” o “maestro di vita”?
Forse non ci si vuol ricordare di quanto successo nella emblematica, criptica e cavillosa vicenda che lo ha visto, di fatto, “contrapposto”, a suo dire per questioni istituzionali e procedurali, ai magistrati palermitani coraggiosamente impegnati a far luce sui mandanti delle stragi mafiose?
Dall'alto del suo massimo ruolo istituzionale non avrebbe dovuto perlomeno tenere un profilo più attento anche a salvaguardare questi magistrati, già di loro tra i più esposti?
O come non aver rilevato, all'opposto dell'operato del Coro, come sia stata quasi completamente sottaciuta la notizia del NYT (New York Times) circa l'attribuzione alle forze Ucraine, presuntivamente per errore, della strage del mercato di Kostiantynivka in precedenza invece giustamente rappresentata con massima indignazione da tutti i media come la ennesima e voluta strage di civili delle forze putiniane russe.
Come del resto si può ben dire come certi media siano dei veri e propri mezzi di distrazione di massa prendendo ad esempio questa apparente “guerra mediatica” tra il Presidente Meloni e il Governo Tedesco sulla vicenda di alcuni finanziamenti di quest'ultimi alle ONG che svolgono la loro azione di salvataggio nei confronti dei migranti.
Titoli al solito gridati ed usando superlativi che arrivano addirittura, udite udite, a definire come “un'accusa gravissima” il termine usato dalla premier quando definisce il comportamento tenuto dai corrispettivi tedeschi come, udite udite, “una scorrettezza”!
Non può non emergere nel ricordo per affinità quanto scriveva Trilussa con quel classico atteggiamento dei potenti che dopo la fase di reciproco contrasto, spesso solo apparente, “torneranno boni amici come prima” e tra loro si faranno “ancora più cordiali i rapporti personali”.
Mezzi di distrazione di massa, appunto, rispetto a ben altri problemi specialmente, ma non solo, interni.
E per finire, almeno per ora, come non rimanere perlomeno stupiti dal repentino capovolgimento di quello che veniva quasi in toto rappresentato come un giallo a tinte fosche ( a base anche di possibili torture) del cadavere impiccato a un viadotto di Trieste? Un capovolgimento a una più realistica ipotesi di suicidio (anche in assenza di effettivi elementi comprovanti le solo presunte torture) fatta balenare dalle competenti autorità investigative.
Che i Grandi Media non siano solo elementi descrittivi dei “problemi” che abbiamo davanti ma siano perlomeno parte del “problema”?
Germano Bosisio