Ambito di Merate: si attendono sino a 200 migranti
Se in occasione della riunione dell’Ambito svoltasi a porte chiuse e avete per tema l’insediamento di migranti la Prefettura non aveva fornito numeri certi, adesso l’ha fatto. Ai primi cittadini di Meratese e Casatese è giunto un documento in cui è riportata una stima dei numeri dei migrati che potrebbero giungere nel prossimo periodo. Si parlerebbe di circa 350 persone in arrivo nella provincia di Lecco. La ripartizione potrebbe avvenire secondo due differenti ipotesi, tra i tre distretti in base al criterio dello stato di fatto e tenendo conto del rapporto accolti/popolazione soltanto dei nuovi arrivi oppure con una modalità che punti a riequilibrare gradualmente le presenze sull'intero territorio provinciale, che ora sono a "sfavore" dell'ambito di Bellano.
Stabilendo in 350 la necessità a cui far fronte a livello provinciale, per l'ambito meratese (attualmente quello sotto la media per ospitalità rispetto al dato statistico costituito dalla popolazione residente) si parla di un range di arrivi che potrebbero variare tra le 126 e le 183 unità.
Non conferma né smentisce i numeri il presidente dell’Ambito, Paolo Brivio, che tiene però a precisare: “Si tratta di un calcolo che la Prefettura fa, e sulla quale abbiamo chiesto un confronto. Quando il Prefetto era venuto da noi aveva espresso l’esigenza di ampliare le capacità di accoglienza da parte del territorio, in particolare del Meratese, perché tra i distretti, nell’ambito dei CAS, è quello che in rapporto alla popolazione ha un minor numero di posti. Il Prefetto non aveva fatto numeri, li ha precisati in questo documento nei giorni successivi. Attendiamo un confronto, anche perché si aprirebbero scenari diversi in base al calcolo delle accoglienze e sulla ripartizione dei nuovi posti. Non c’è però un numero certo e neanche una data certa. Nessuno ci ha chiesto di attivare X posti entro la data X”.
L’incontro tra i sindaci del Distretto e la Prefettura si svolgerà già nel corso di questa settimana. “
Il messaggio della Prefettura è chiaro: il territorio, in particolare il Meratese, deve fare di più. “Adesso però stare a dare i numeri è un po’ prematuro” prosegue il presidente Brivio “Certo se non riusciamo a fare quello che ci siamo impegnati a fare, ovvero verificare e trovare posti ulteriori all’interno di edifici, è chiaro che la prospettiva diventa quella dell’inserimento di moduli abitativi, che però nessuno dei comuni ritiene una soluzione auspicabile”.
I sindaci sono dunque impegnati in questa fase di ricerca. “Se non scaturirà molto, vedremo come andare avanti” ha commentato Brivio, spiegando inoltre che ciò che hanno chiesto è di fare questi ragionamenti attivando anche un metodo di confronto permanente e di regia condivisa, così come era stato già sviluppato nel 2016 in occasione di un analogo picco degli arrivi. “Un metodo di lavoro che allora aveva in qualche modo funzionato”.
Pur ammettendo che i comuni devono fare di più, il presidente Brivio ha tenuto a precisare una cosa. "Non dev'essere scaricata su di essi la gestione di un fenomeno che non è stato affrontato negli ultimi anni e non lo è tutt'ora come un fenomeno strutturale, che prevede una certa responsabilità prima di tutto dallo Stato" ha concluso, tenendo a precisare che si non si tratti di un fenomeno emergenziale, ma appunto strutturale. Ad ogni modo, si attendono i prossimi giorni per capire gli ulteriori sviluppi.
Stabilendo in 350 la necessità a cui far fronte a livello provinciale, per l'ambito meratese (attualmente quello sotto la media per ospitalità rispetto al dato statistico costituito dalla popolazione residente) si parla di un range di arrivi che potrebbero variare tra le 126 e le 183 unità.
Non conferma né smentisce i numeri il presidente dell’Ambito, Paolo Brivio, che tiene però a precisare: “Si tratta di un calcolo che la Prefettura fa, e sulla quale abbiamo chiesto un confronto. Quando il Prefetto era venuto da noi aveva espresso l’esigenza di ampliare le capacità di accoglienza da parte del territorio, in particolare del Meratese, perché tra i distretti, nell’ambito dei CAS, è quello che in rapporto alla popolazione ha un minor numero di posti. Il Prefetto non aveva fatto numeri, li ha precisati in questo documento nei giorni successivi. Attendiamo un confronto, anche perché si aprirebbero scenari diversi in base al calcolo delle accoglienze e sulla ripartizione dei nuovi posti. Non c’è però un numero certo e neanche una data certa. Nessuno ci ha chiesto di attivare X posti entro la data X”.
L’incontro tra i sindaci del Distretto e la Prefettura si svolgerà già nel corso di questa settimana. “
Il messaggio della Prefettura è chiaro: il territorio, in particolare il Meratese, deve fare di più. “Adesso però stare a dare i numeri è un po’ prematuro” prosegue il presidente Brivio “Certo se non riusciamo a fare quello che ci siamo impegnati a fare, ovvero verificare e trovare posti ulteriori all’interno di edifici, è chiaro che la prospettiva diventa quella dell’inserimento di moduli abitativi, che però nessuno dei comuni ritiene una soluzione auspicabile”.
I sindaci sono dunque impegnati in questa fase di ricerca. “Se non scaturirà molto, vedremo come andare avanti” ha commentato Brivio, spiegando inoltre che ciò che hanno chiesto è di fare questi ragionamenti attivando anche un metodo di confronto permanente e di regia condivisa, così come era stato già sviluppato nel 2016 in occasione di un analogo picco degli arrivi. “Un metodo di lavoro che allora aveva in qualche modo funzionato”.
Pur ammettendo che i comuni devono fare di più, il presidente Brivio ha tenuto a precisare una cosa. "Non dev'essere scaricata su di essi la gestione di un fenomeno che non è stato affrontato negli ultimi anni e non lo è tutt'ora come un fenomeno strutturale, che prevede una certa responsabilità prima di tutto dallo Stato" ha concluso, tenendo a precisare che si non si tratti di un fenomeno emergenziale, ma appunto strutturale. Ad ogni modo, si attendono i prossimi giorni per capire gli ulteriori sviluppi.