Maestro di vita
Ci ha lascato il compagno, amico e maestro di vita Giorgio Napolitano, una personalità di altissimo livello, da giovane, militante del Partito Comunista Italiano e da anziano, grande difensore delle Istituzioni democratiche emerito Presidente della Repubblica.
Ebbi modo di conoscerlo di persona nei primi anni ’70, quando in campagna elettorale venne chiamato a Sondrio e per noi, pochi militanti lecchesi fù una fortuna, un’opportunità incontrarlo casualmente nella tappa che fece alla Federazione, in Viale Dante a Lecco.
Quello che mi colpì istintivamente in lui, fù la sua personalità, la profonda conoscenza il linguaggio il carisma, ma nel contempo la sua efficace versatilità a comprendere e sensibilizzare le tematiche che coinvolgevano noi lavoratori e lo sprone ad un impegno militante, considerando proprio le difficoltà di un territorio complicato dominato dalla D.C. ed avverso al nostro partito.
Assieme al gruppo Dirigente nazionale a fianco di Enrico Berlinguer, ha sempre rappresentato per noi una guida affidabile di grande elaboratore e studioso, in particolare si distinse sulla questione Europea e sulla linea dell’eurocomunismo, contribuì in questo ad una grande crescita del Partito Comunista nell’individuare l’Europa quale comunità di destino.
Debbo dire con franchezza che nella dialettica interna al partito, negli ultimi anni prima del suo superamento che avvenne a ridosso della caduta del “muro di Berlino” non mi collocai tra i “miglioristi”, tuttavia le sue analisi e ricerche destavano in tutti noi, la massima attenzione e riconoscenza che venne a ragione premiata e riconosciuta anche dai suoi avversari, ricoprendo le massime cariche Istituzionali della Repubblica.
Prima come Presidente della Camera dei Deputati e successivamente da Presidente della Repubblica italiana.
Ci lascia un’ altro grande maestro, l’amarezza che in parte mi invade è che non appaiono all’orizzonte, personalità similari che sappiano raccogliere la sua eredità politica, elaborando per gli italiani e per gli europei, un orientamento una indicazione di come e dove ci si dovrebbe indirizzare, per garantire a tutte le fasce sociali un futuro migliore di coesistenza e di pace.
Siamo tutti più poveri e la qualità dei politicanti che oggi ricoprono alte responsabilità politiche ed istituzionali, rispecchia la confusione degli italiani dalla memoria corta, che hanno ceduto alla propaganda qualunquista dei populisti, oppure in grande misura hanno preferito allontanarsi astenendosi al voto, agendo proprio al contrario rispetto all’insegnamento dei nostri “grandi maestri”.
Sergio Fenaroli