Montevecchia: sostenibilità e rifiuti nel libro di Campanozzi

"L'eco sostenibilità: Proposta generale per un piano integrato per la gestione dei rifiuti municipali nei paesi in via di sviluppo". Si intitola così il saggio scritto dal montevecchino di adozione Rocco Campanozzi, che vive sul colle insieme alla moglie di origini tedesche Anna e al figlio studente di Ingegneria. Un libro, che a tratti assume le caratteristiche di un manuale, alla portata di tutti, pensato per i cittadini in generale ma soprattutto per gli amministratori comunali. Il volume esplora il sistema di gestione dei rifiuti, alla ricerca dell’ottimizzazione dei processi. Comprendere meglio i meccanismi che regolano il ciclo dei rifiuti per assumere attentamente delle scelte politiche volte a ridurre l’inquinamento.

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Campanozzi, originario di Oreno (Vimercate), dal 1986 ha accumulato esperienza nel settore come analista informatico. Ha lavorato per 15 anni nell’azienda pubblica milanese AMSA e ha fondato la TSD (Tunisian Software Development). Ormai fa da spola tra la Brianza e la Tunisia, dove sviluppa dei software in grado di calcolare i tragitti ottimali che gli automezzi della raccolta dei rifiuti devono compiere. Se si riesce a tenere ai box anche un solo camion su dieci i risparmi per l’azienda sono di notevole entità, i disagi per gli automobilisti sono inferiori così come le emissioni del carburante.

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“L’idea del libro – spiega Rocco Campanozzi – nasce dal fatto che da sette anni lavoro in Tunisia, dove ho partecipato a diversi convegni organizzati da organismi internazionali sulla gestione e il riciclo dei rifiuti. Proiettano delle slide preconfezionate in cui i rifiuti, disposti in cerchio per simbolizzare il riciclo, spariscono e diventano dei fiorellini. La verità però è che è impossibile riciclare al 100% i rifiuti. C’è sempre uno scarto all’interno della raccolta differenziata, che di solito si attesta tra il 15 e il 20%. Per questo quantitativo la migliore ipotesi è l’incenerimento nei termovalorizzatori, producendo degli inerti al 3% rispetto a quanto immesso nei ‘forni’”.

In Tunisia il problema dei rifiuti raggiunge dei livelli preoccupanti. La sporcizia per le strade dei centri urbani è elevata, con dei risvolti igienico-sanitari allarmanti. Si creano delle discariche a cielo aperto e spesso i cumoli vengono bruciati con esalazioni nocive. In questo contesto si è affermata, per così dire, una nuova categoria lavorativa, quella dei “barbechas”, ossia persone povere che senza mezzi raccolgono da terra i rifiuti plastici per portarli poi ai centri del riciclo per racimolare qualche soldo. Un lavoro rischioso perché condotto senza protezioni di alcun tipo. Il sistema della differenziata porta a porta è sostanzialmente inesistente.

“Se da noi la raccolta differenziata porta a porta funziona ed è fondamentale per responsabilizzare il cittadino – argomenta il montevecchino – non vedo perché riorganizzare il sistema. Ma bisogna entrare nelle difficoltà di un Paese in via di sviluppo, comprenderne la cultura, per rendersi conto che non esiste uno standard da esportare. Ed è ormai troppo tardi per avviare un processo culturale nelle nuove generazioni. La risposta può avvenire dalla meccanizzazione ed automazione dei meccanismi di separazione dei materiali nei centri di raccolta”.

Il libro sarà tradotto l’anno prossimo in francese, seconda lingua in Tunisia dopo l’arabo. E prossimamente anche in inglese, allo scopo di diffondere le conoscenze acquisite sul campo nei Paesi in via di sviluppo. Disponibile nella versione originale in italiano da qualche settimana, il libro sarà innanzitutto presentato al Consolato di Tunisi a Milano e poi all’Ambasciata di Tunisi a Roma, in attesa della nomina del nuovo ambasciatore. Successivamente il libro di Campanozzi sarà illustrato anche a Montevecchia.

M.P.
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