Strage di Cefalonia (settembre 1943). Anche un osnaghese tra i caduti

A ottant’anni dai tragici avvenimenti di Cefalonia (settembre 1943) nessuno dell’attuale governo ‘ha trovato il tempo’ di commemorare i caduti della Divisione Acqui, barbaramente trucidati dai nazisti su ordine espressamente formulato dallo stesso Hitler (2500 i caduti, questo è il dato più attendibile in ordine ai più recenti studi sull’argomento , la cifra avanzata in passato di 9000 vittime, appare oggi, decisamente eccessiva). Vale la pena ricordare che tra i caduti di Cefalonia vi è anche il caporale, nativo di Osnago, Arlati Abele (classe 1920), di Silvio e Crippa Adele, soldato del 17° Reggimento Fanteria della Divisione Acqui, disperso in Cefalonia – Grecia 09/09/1943 – 23/09/1943. Riprendo queste note biografiche leggendole sulla lastra di metallo incisa che riporta l’elenco con i nomi degli osnaghesi caduti durante la Guerra di Liberazione, ed è collocata accanto al cippo in memoria di Gaetano Casiraghi (Galèt) impiccato dai tedeschi il 28 ottobre del’43 sulla strada statale n.36 che da Osnago portava a Cernusco Lombardone. Arlati Abele, uno dei tanti soldati italiani rimasti senza patria e senza bandiere spediti a morire da un vanesio dittatore (Mussolini) in un’isola a poche miglia di mare dalle coste italiane e da Brindisi, ove si rifugiarono sotto l’ombrello degli angloamericani i veri disertori della patria, Vittorio Emanuele III re d’Italia e la sua Corte, il Capo del governo Pietro Badoglio, e la genìa di imbelli e ignavi generali, la maggior parte dei quali si potrà fregiare, alla fine del conflitto, dell’onorevole titolo di “criminali di guerra”, (la Jugoslavia ne chiederà inutilmente l’estradizione) pur tuttavia rimanendo, come sempre nella nostra storia, ‘impuniti’. A. Magni, Anpi Provinciale Lecco.
Alberto Magni
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