La narrazione mediatica e l'oblio delle menti

La percezione della realtà che ci circonda in un'epoca assai sviluppata dal punto di vista mediatico come la nostra non può affidarsi fidelisticamente ai soli mezzi d'informazione, che siano essi cartacei, informatici e soprattutto televisivi.

Già soltanto al livello da noi direttamente verificabile coi nostri sensi non si può parlare di “Oggettività” nella Comunicazione, come sembrano dimostrare i 3 assiomi di  NazarenoTaddei http://users.mat.unimi.it/users/lucchini/l-ntass.jpg e http://www.edav.it/articolo2.asp?id=6

e quindi ancor più occorrerebbe arginare il rischio della manipolazione delle coscienze in una Società multimediale come la nostra.

E' questo un concetto che anche semplici cittadini in cerca del Giusto e del Vero possono, in modo più o meno marcato, certamente percepire.

E' infatti mantenendo un'attenzione “critica” su contenuti e modalità della Comunicazione Mediatica  che si può cercare di decodificare quanto giornalmente ci propinano specie i grandi media, a partire dalla tv, rispetto a temi importanti per la Collettività.

Temi che, con aspetti e immagini resi spesso e non casualmente in modo drammatico o perlomeno colorito, contribuiscono a formare il cosiddetto “immaginario collettivo”.

A mo' di esempio esplicativo vorrei evidenziare di seguito questo servizio recente, che inviterei a rivedere almeno in alcune parti, riguardante un tg di La7 ma pur sempre verificabile anche in tg di altre emittenti televisive :

https://tg.la7.it/repliche-tgla7?id=502846

Rispetto ai vari servizi proposti mi vorrei particolarmente soffermare su come vengono trattati i temi economici (in questo caso l'aumento dei tassi da parte della Bce) e quelli attinenti al delicatissimo tema dei migranti ( in questo caso, e in particolare, la gravissima situazione di Lampedusa).

Della prima notizia, in apertura commentata ( o per meglio dire con- Mentana) subito con tono imperioso e al limite dello “strillone venghino- venghino”, si propina la solita preoccupata lezione circa le ricadute sul sistema economico generale ma soprattutto quotidiano. 

Quello che stupisce e fa pensare è la sproporzione tra l'entità dell'aumento della percentuale dei tassi di interesse ( + 0,25%), peraltro sostanzialmente attribuita in modo schematico alla sola presidente Christine Lagarde (nella Comunicazione, la personalizzazione “rende”), e l'apparente “sfacelo” che ne deriverebbe nella vita quotidiana dei cittadini: è pur vero che tale aumento si somma ad un costo del denaro già alto praticato dalla Bce ma questo deve essere incessantemente “drammatizzato” ad ogni “passaggio”? 

Pongo una domanda: Non è che ciò serva al “Sistema”, nelle sue varie articolazioni, a tenere “sotto schiaffo”, costantemente e in modo più o meno palese, un'opinione pubblica prona a politiche “lacrime e sangue” derivanti da un quadro dipinto “a tinte fosche” che finisce poi quasi sempre con lo scaricarsi sugli strati più deboli della società? E serva pure a legittimare la preminenza dei cosiddetti Mercati ( (spesso enormi potenze finanziarie transnazionali, i cosiddetti “investitori istituzionali”- chissà poi perché “istituzionali”...), mossi da evidenti spinte speculative, sugli effettivi interessi degli Stati e soprattutto dei Popoli? La Democrazia deve essere subordinata ai Mercati? 

Un quadro apparentemente “oggettivo” ma invece, perlomeno in parte, costruito ad hoc con dati di solo presunta “valenza scientifica” ma in realtà attribuibili solo a consuetudini o “convenzioni”.

In sostanza il famigerato 2%, obiettivo per un'inflazione considerata “ottimale” ai fini di assicurare la cosiddetta “stabilità di prezzi (peraltro”raggiungibile non solo attraverso il “governo” dei tassi) è o non è dettato da una visione perlomeno opinabile, e comunque mai pienamente dimostrata, che pretende di far assurgere dei “numeretti” a regole oggettive di “risanamento”?

E' come l'altrettanto famigerato 3% adottato acriticamente e “convenzionalmente” per stabilire l'indicatore ottimale del rapporto Deficit/Pil per i bilanci degli Stati europei ( prelevato da alcuni dati occasionali legati ad una specifica situazione francese  https://www.ilsole24ore.com/art/abeille-ecco-come-e-nato-parametro-deficit-pil-3percento-e-perche-non-ha-piu-valore-l-europa-ha-bisogno-people-easing-ABPmWbkB)

Ma se questi parametri ( come molti altri che si stanno pericolosamente riaffacciando del cosiddetto Patto di Stabilità Europeo, con le sue varie articolate ricadute su Stati e, a cascata, su Enti Locali vari) sono “convenzioni”, i cui effetti positivi spesso sono anche non dimostrabili se non addirittura controproducenti per i Popoli, perché vengono considerati dei veri e propri “feticci” e come tali veicolati acriticamente anche da quasi tutti grandi media?

Un altro possibile esempio è il martellante ripetersi mediatico che ci tiene “appesi” alle cosiddette previsioni di crescita che udite, udite oscillano dello 0,1- 0,3%. Previsioni su cui s'innestano interminabili dibattiti e che poi spesso vengono smentite dai successivi dati reali.

Anche sull'ormai “feticcio” della “Crescita” ci sarebbe molto da dire. Per questo mi limito solo a porre a tutti un paio di semplici domande: esiste in natura un organismo che cresce illimitatamente? E cosa serve al mondo intero una Crescita i cui proventi non vengono equamente distribuiti ( e in special modo ai più “deboli”) ma che si “fermano” in sempre più poche mani? 

E ancora: Senza volermi addentrare in ambiti più prettamente tecnici, che non mi competono e peraltro non comprensibili ai più, non si può sottacere, anzi occorrerebbe sempre più denunciare, quel meccanismo strutturalmente distorsivo che concorre in modo preponderante a far lievitare il Debito Sovrano che riguarda in particolar modo il nostro martoriato Paese.

Essendo costretti da “leggi finanziarie” che si è data, assai opinabilmente, la Comunità Europea (e vigilate dalla stessa BCE - Banca Centrale Europea) che regolano il reperimento sui “mercati aperti” delle risorse per finanziare il bilancio statale e relativo debito contratto in precedenza, l'interesse da corrispondere ai “finanziatori” nonché ai già citati “investitori istituzionali” è da anni che si “mangia” lo sforzo di ridurre l'enorme Debito accumulato negli anni precedenti. E ciò nonostante, ma non molti – guarda caso- conoscono questi aspetti , che da circa 20 anni ( tranne 1 solo anno) il nostro Stato, AL NETTO DEGLI INTERESSI, spenda meno di quanto introita complessivamente (il cosiddetto “saldo primario”).

Quello che condiziona molto il pareggio di bilancio , spesso sottaciuto specie dai grandi media, è quindi la quota interessi a sua volta condizionata da come il nostro Stato sia “percepito” (il famoso “rating”) dai Mercati finanziari già sopra citati. 

E' qui che, non solo a mio parere, si concretizza la “truffa” perché nonostante il comportamento virtuoso sopra evidenziato il debito invece è aumentato quasi costantemente proprio in ragione, evidentemente perciò stesso infondatamente, del “rating” che viene assegnato da poche e famigerate agenzie planetarie che però sono praticamente in mano a quegli stessi “investitori istituzionali” che beneficiano del rialzo dei tassi di interesse ( misurabile dall'altrettanto famigerato “spread) pagati dagli Stati ai propri “finanziatori”. 

E' come dire  che il “sistema” affida la guardia del “pollaio” alla “volpe”.

E' come dire che Stati come il nostro non ci riusciranno praticamente mai a colmare il proprio Debito, visti anche i tassi di crescita assai flebili, soprattutto di questi tempi, rispetto ai tassi di interesse corrisposti al “sistema”.

Tale complessivo processo continuo, chiedo, non può definirsi una “gabbia” ammantata di solo presunto buon senso per “l'immaginario collettivo”ma in realtà invece funzionale,  a scopo  perlomeno di  “assopimento”, agli interessi particolari dello “status quo”?

Lascio ai lettori, specie ai più “avvertiti”, la pertinente risposta …

L'altra assai importante questione, ben più grande dell'attuale situazione pur critica degli sbarchi dei migranti nel Mediterraneo, mi sembra sia caratterizzata più che da una sincera volontà risolutiva, peraltro sicuramente non facile dal punto di vista applicativo, da un interminabile dibattito più o meno di “facciata” e spesso condizionato da interessi “di bottega” (e in special modo elettoralistici).

Anche in questo il ruolo dei media potrebbe essere ben altro rispetto a quello dei vari spesso stucchevoli e “celebrativi” talk show: il denunciare apertamente la vera dirimente causa di tali sistematiche “costrittive migrazioni” e cioè le permanenti e sempre più crescenti disuguaglianze tra gli Stati e all'interno di essi. Il tutto sottacendo, anche da gran parte dei media, la realtà di rapporti di forza, sbilanciati a sfavore dei cosiddetti (definiti in modo un po' ipocrita) “Paesi in via di sviluppo”, che di fatto e in modo rapace consentono di saccheggiare (magari col contributo dei loro stessi autoritari governanti) i Popoli più poveri, specialmente quelli africani. 

Infatti se si volesse andare veramente al cuore dei problemi per individuare e praticare “giuste” soluzioni si scoprirebbe che, a fronte dei nostri tanto decantati aiuti e prestiti nei loro riguardi, il saldo delle ricchezze dell'interscambio va decisamente a loro sfavore. Della serie: con una mano “diamo” , ma con due “riprendiamo”.

Ma anche qui, molto eloquentemente un certo Papa Francesco ci riporta alla realtà dei fatti (dalla sua esortazione apostolica del 2013 “Evangelii gaudium”): 

“P.to 59 : Oggi da molte parti si reclama maggior sicurezza. Ma fino a quando non si eliminano esclusione e l’inequità nella società e tra i diversi popoli  sarà impossibile sradicare la violenza… Quando la società – locale, nazionale o mondiale – abbandona nella periferia  una parte di sé, non vi saranno programmi politici, né forze dell’ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillità. Ciò non accade soltanto perché l’inequità provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema sociale ed economico è ingiusto alla radice....  “.

MA LA STAMPA O MEGLIO I MEDIA NON DOVREBBERO ESSERE “CANI DA GUARDIA DEL POTERE”? E perché allora finiscono spesso per essere ancillari ad esso? 

Germano Bosisio
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.