Lomagna: la giornalista Lucia Capuzzi ricorda suor Luisa Dell’Orto e presenta il libro ‘Sorella universale’

A un anno e tre mesi dalla morte di suor Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo uccisa durante la missione ad Haiti, nel suo paese di origine – Lomagna – è stato presentato il libro “Sorella universale” che la giornalista Lucia Capuzzi ha scritto su di lei. Il volume, edito da San Paolo Edizioni e pubblicato lo scorso giugno, è stato presentato nell’ambito della festa del paese la sera di venerdì 15 settembre. 
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Il professor Gianni La Bella, membro della commissione “nuovi martiri”

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Tante le persone nella sala della Comunità per prendere parte all’evento, primi fra tutti i familiari di suor Luisa, le sorelle Carmen e Maria Adele, e il fratello Giuseppe. A dare il benvenuto è stato don Andrea Restelli, che ha tenuto a introdurre gli ospiti della serata. L’autrice infatti ha preso parte a una tavola rotonda insieme a suor Gabriella Orsi, che ha avuto modo di conoscere suor Luisa durante la sua missione ad Haiti, il professor Gianni La Bella dell’Università di Modena, membro della commissione “nuovi martiri” istituita dal Papa in vista del Giubileo 2025, e l’allievo giornalista Giovanni Veggiotti, che ha moderato la serata. 
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 Suor Gabriella Orsi della congregazione religiosa Serve di Gesù Cristo di Agrate

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Da programma avrebbe dovuto esserci anche suor Giovanna Sartori, superiora delle Suore di Santa Maria di Loreto (Vercelli), che aveva collaborato con suor Luisa ad Haiti. La religiosa è stata impossibilitata a venire e al suo posto è stata invitata suor Gabriella Orsi, della congregazione religiosa Serve di Gesù Cristo di Agrate, che di buon grado ha accettato. “Quando Giovanni (Vegiotti ndr) mi ha chiesto di venire ho subito detto no. Non me la sentivo con così poco preavviso, ma poi mi è apparso il volto di suor Luisa, ho pensato a lei, e mi sono detta che non potevo non farlo” ha svelato suor Gabriella, spiegando poi quando ha conosciuto la Piccola Sorella del Vangelo la prima volta. “A maggio del 2012 sono andata ad Haiti insieme alle suore di Santa Maria di Loreto e le Preziosine di Monza. È stata la prima esperienza intercongregazionale per noi”. Giunte in aeroporto le sorelle avevano trovato suor Luisa ad accoglierle. “Con lei ci siamo sentite subito appoggiate. Ci ha fatto conoscere la vita religiosa e ecclesiale di Haiti” ha continuato suor Gabriella, spiegando che nonostante la distanza tra loro, che stavano nella punta Nord-Est dell’isola, e suor Luisa, che stava nella capitale Port-au-Prince, sono sempre rimaste in contatto. “Come capita spesso quando viene offerto un dito, noi ci siamo prese tutto il braccio di suor Luisa. Lei ci ha sempre aiutato, anche quando finivamo le risorse alimentari, ci spediva scatole con la spesa. La sua era una disponibilità discreta ma costante”. Suor Gabriella ha ricordato inoltre delle estati in cui suor Luisa portava i ragazzi e i bambini di cui si prendeva cura nella località in cui risiedevano lei e le altre sorelle. “La distanza tra noi era notevole e anche la comunicazione non era granché, tant’è vero che quando è mancata noi l’abbiamo saputo prima da Agrate”. Parlando della morte di suor Luisa, la sorella ha detto: “Se ne è andata in silenzio nello stesso modo in cui ha vissuto: in punta di piedi. Non ha fatto rumore. Forse stiamo facendo più baccano noi adesso, e conoscendo Luisa, non so se le avrebbe fatto piacere”. 
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Maria Adele Dell’Orto, suor Gabriella Orsi, Giovanni Veggiotti, il professor Gianni La Bella, don Andrea Restelli, Lucia Capuzzi, padre Giuseppe Dell’Orto e Carmen Dell’Orto

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Don Andrea Restelli

Proprio partendo da questa riflessione, Giovanni Veggiotti ha chiesto a Lucia Capuzzi cosa l’ha portata a scrivere “Sorella universale. Suor Luisa Dell’Orto donna, filosofa e martire”. Capuzzi, giornalista del quotidiano di ispirazione cattolica “Avvenire”, ha spiegato di essere rimasta molto colpita quando aveva conosciuto suor Luisa. “Haiti è estrema e Luisa ha attraversato la sua agonia. Siamo riuscite a incontrarci la terza volta che sono stata lì. Tutti mi avevano parlato di lei, che era così lucida nel saper raccontare il dramma haitiano. Quando l’ho incontrata mi ha colpito la sua capacità di essere una donna d’azione, alle prese con l’educazione dei giovani, e al contempo anche un’intellettuale. Non mi aspettavo fosse una studiosa di filosofia, invece lei scriveva, studiava e insegnava”. Ma più di tutto, l’autrice è rimasta impressionata dal valore che la Piccola Sorella del Vangelo dava all’educazione. “Haiti ha un livello di anarchia e ferocia oltre ogni limite. Alla povertà si somma una violenza crescente, tanto che l’Onu sta discutendo di mandare un contingente. Luisa invece pensava al libro, perché lei vedeva lungo. Al di là dei contingenti è importante lavorare sulle persone, aiutarle ad emanciparsi, ed è quello che lei faceva. Insegnava e investiva nello studio” ha detto Capuzzi, ricordando come suor Luisa negoziasse con le famiglie dei bambini schiavi per fare in modo di convincerle a farli studiare. “Diceva che sarebbero diventati dei domestici più efficaci, in realtà il bambino studiando avrebbe aperto la mente e poteva liberarsi un domani”. 
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L’ultima dichiarazione di suor Gabriella ha colpito anche il professor Gianni La Bella, che ha tenuto ha spiegare perché, a suo parere, è invece importante continuare a ricordare suor Luisa. “La nostra religione è quella del ricordo. Ogni domenica a messa ricordiamo Gesù. Oggi più che mai abbiamo bisogno di fissare nelle nostre menti e nei nostri cuori uno di noi e farci guidare. Luisa è una persona che ha giocatocon  voi, corso con voi, fatto catechismo con voi. Luisa è una di noi, che è stata in grado di testimoniarci che è possibile vivere il Vangelo fino in fondo”. Il professore di Storia Contemporanea dell’Università di Modena ha ricordato anche il perché Luisa scelse di lasciare tutto per dedicarsi alla missione. Come scrisse lei stessa, infatti, aveva ripreso in mano il Vangelo e aveva incontrato Gesù di Nazaret. “L’invito di suor Luisa è quello di rimettere la Bibbia al centro delle nostre case”. La Bella ha continuato: “Suor Luisa ha crocifisso la sua vita nella crocifissione del popolo haitiano, che vive una vertigine della perdita di senso della vita umana. Aveva senso rimanere lì dove tutto sembra non avere futuro? Sì, perché l’importante era essere vicino ai frammenti della vita, a ciò che sembra non avere senso, non alle grandi cose. La vita di suor Luisa è un segno che aiuterà tanti haitiani. Il suo sangue è stato dato per la resurrezione di questo popolo”. 
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La giornalista di “Avvenire” Lucia Capuzzi 

Nel corso della serata l’autrice Lucia Capuzzi ha voluto ringraziare padre Giuseppe Dell’Orto, fratello di suor Luisa, per le lettere che le ha fornito, materiale utile alla stesura. Il volume, è stato spiegato, è diviso in due parti. Nella prima sono raccolte testimonianze e brani sulla vita di Luisa, mentre nella seconda sono raccolte diverse lettere che Luisa ha mandato alla comunità di Lomagna.
E.Ma.
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