Merate, viale Verdi: l’analisi critica dei ''5 Stelle'' mentre il Sindaco soddisfatto posta una bici sul marciapiede (vietato)
I lavori del progetto di riqualificazione di Viale Verdi sono pressoché terminati. Da cittadini, ancor prima che politici, abbiamo il dovere di capire come siano stati spesi i finanziamenti dedicati. Perché, checché se ne dica, o dal Comune o dalla Regione i poco meno di 4 milioni sono sempre soldi delle nostre tasse di contribuenti.
Percorrendo tutto il viale in una giornata di fine estate, con una passeggiata a piedi, abbiamo voluto verificare alcuni aspetti per noi prioritari. Che riportiamo con una documentazione fotografica.
1 – Barriere architettoniche:
Vicino la rotonda che si affaccia sulla statale in ben due marciapiedi manca lo scivolo per disabili.Ancor più grave, su tutto il rettilineo del marciapiede interno che va dal centro diurno disabili fino alla scuola materna vi è una totale mancanza di scivoli per disabili. In un parcheggio ai portatori di handicap manca il palo di segnalazione verticale.
Su tutto il lunghissimo viale non ci sono parcheggi rosa (soste riservate per le donne in gravidanza e neomamme con un bimbo di età inferiore a 1 anno.
2 – Viabilità sicurezza e ciclabile.
La scelta politica, sia dell’Amministrazione che del “Comitato di viale Verdi” ha volutamente eliminato dal progetto le infrastrutture strategiche per la mobilità ciclabile che già in parte esistevano sul vecchio tracciato. La debolissima motivazione di tale assenza adduce a problemi di sicurezza per le troppe interferenze delle strade laterali. Allora ribaltiamo l’affermazione e ci chiediamo se oggi, chi percorre il viale Verdi in bicicletta a lato di auto e autobus, si senta più sicuro. Noi non lo crediamo e neppure i ciclisti che, come documentato anche nel video che il Sindaco ha postato mentre percorreva il Viale in auto, preferiscono percorrere il viale sul tracciato dei marciapiedi violando le norme del Codice della Strada (anche sotto il naso del nostro primo cittadino che non si sa di cosa sia soddisfatto).
Al contrario di ciò che è stato fatto, promuovere ed investire sulla mobilità ciclabile e sostenibile significa promuovere un sistema di viabilità capace di ridurre pesantemente ed indubbiamente l'impatto del traffico motorizzato, migliorando sia la qualità dell'aria, visti i benefici delle emissioni zero, nonché incrementando la sicurezza stradale e rafforzare il piccolo commercio locale.
Per tutto il percorse del viale giustamente non sono posizionati dossi per facilitare il passaggio dei mezzi di soccorso. Corretta almeno quest’ultima motivazione. Bene vien da pensare che, se non ci fosse stato questo limite evidentemente insieme ai dossi si sarebbero installati ad ogni attraversamento pedonale (se ne contano almeno 11) il rispettivo cartello di limite di velocità 30k/h come già in altre vie di Merate. Ne consegue che con tutti quegli attraversamenti il limite di velocità debba essere di 30k/h lungo tutto il viale, a favore non solo della sicurezza dei pedoni ma anche dei velocipedi che altrimenti non hanno la ciclabile dedicata.
3 – Verde:
Se analizziamo la quantità di asfalto e verde non possiamo che dire che il progetto è una grandissima occasione mancata. Il drammatico cambiamento climatico avrebbe, al contrario, imposto delle soluzioni completamente diverse da quelle del progetto. L’unico spazio è il polmone verde dei pini domestici che si sono salvati grazie all’impegno del Comitato Civico Ambiente a seguito delle segnalazioni dei genitori sia dell’asilo che della scuola materna, altrimenti al loro posto ci sarebbe un parcheggio per 70 autovetture. Per il resto su tutta la lunghezza del viale non si sono previsti spazi di verde pubblico.
Quella che ormai si chiama “piazzetta Tamandi” avrebbe potuto essere un’area verde con la piantumazione di altri alberi. Si è preferito, al contrario, una colata di cemento ornamentale che non ha nessuna funzione se non quella “estetica”.
Ricordiamo che l’unica soluzione per rendere le città vivibili durante la stagione estiva dove il caldo ha oramai raggiunto temperature pari a 35/38 gradi, è l’ombra degli alberi e del verde in generale. Una scelta che ci si sarebbe aspettatati dall’Assessore all’Ambiente che è il diretto interessato dello spazio dove si potevano piantare altri 3 o 4 alberi.
Alzi la mano chi di noi questa estate non ha trovato la propria macchina al sole con il termometro che segnava 40 gradi nell’abitacolo. Nel nuovo parcheggio poco distante non vi sono alberi che forniscano ombra alle auto. Gli unici piantati sono alberelli che, per la loro specie, non sono destinati a crescere.
In conclusione: riteniamo che un progetto tanto ambizioso, sia in termini di progettualità che di costi, non abbia cambiato la conformazione del viale. Si è puntato su un’estetica superata da tempo che rende già vecchio il quartiere e non sarà certo il colore dei marciapiedi a renderlo più vivibile. Avevano raccontato che con la riqualificazione del viale anche le case ne avrebbero dovuto giovare aumentando il loro valore ma allo stato dei fatti sarà l’esatto contrario. Le uniche grandi novità sono le due rotonde, poi tutto è rimasto come prima; un vialone trafficato e fortemente inquinato, totalmente privo di spazi verdi.
Tra il fare e il fare bene vi è sempre una grande differenza.
Percorrendo tutto il viale in una giornata di fine estate, con una passeggiata a piedi, abbiamo voluto verificare alcuni aspetti per noi prioritari. Che riportiamo con una documentazione fotografica.
1 – Barriere architettoniche:
Vicino la rotonda che si affaccia sulla statale in ben due marciapiedi manca lo scivolo per disabili.Ancor più grave, su tutto il rettilineo del marciapiede interno che va dal centro diurno disabili fino alla scuola materna vi è una totale mancanza di scivoli per disabili.
Su tutto il lunghissimo viale non ci sono parcheggi rosa (soste riservate per le donne in gravidanza e neomamme con un bimbo di età inferiore a 1 anno.
2 – Viabilità sicurezza e ciclabile.
La scelta politica, sia dell’Amministrazione che del “Comitato di viale Verdi” ha volutamente eliminato dal progetto le infrastrutture strategiche per la mobilità ciclabile che già in parte esistevano sul vecchio tracciato. La debolissima motivazione di tale assenza adduce a problemi di sicurezza per le troppe interferenze delle strade laterali. Allora ribaltiamo l’affermazione e ci chiediamo se oggi, chi percorre il viale Verdi in bicicletta a lato di auto e autobus, si senta più sicuro. Noi non lo crediamo e neppure i ciclisti che, come documentato anche nel video che il Sindaco ha postato mentre percorreva il Viale in auto, preferiscono percorrere il viale sul tracciato dei marciapiedi violando le norme del Codice della Strada (anche sotto il naso del nostro primo cittadino che non si sa di cosa sia soddisfatto).
Al contrario di ciò che è stato fatto, promuovere ed investire sulla mobilità ciclabile e sostenibile significa promuovere un sistema di viabilità capace di ridurre pesantemente ed indubbiamente l'impatto del traffico motorizzato, migliorando sia la qualità dell'aria, visti i benefici delle emissioni zero, nonché incrementando la sicurezza stradale e rafforzare il piccolo commercio locale.
Per tutto il percorse del viale giustamente non sono posizionati dossi per facilitare il passaggio dei mezzi di soccorso. Corretta almeno quest’ultima motivazione. Bene vien da pensare che, se non ci fosse stato questo limite evidentemente insieme ai dossi si sarebbero installati ad ogni attraversamento pedonale (se ne contano almeno 11) il rispettivo cartello di limite di velocità 30k/h come già in altre vie di Merate. Ne consegue che con tutti quegli attraversamenti il limite di velocità debba essere di 30k/h lungo tutto il viale, a favore non solo della sicurezza dei pedoni ma anche dei velocipedi che altrimenti non hanno la ciclabile dedicata.
3 – Verde:
Se analizziamo la quantità di asfalto e verde non possiamo che dire che il progetto è una grandissima occasione mancata. Il drammatico cambiamento climatico avrebbe, al contrario, imposto delle soluzioni completamente diverse da quelle del progetto. L’unico spazio è il polmone verde dei pini domestici che si sono salvati grazie all’impegno del Comitato Civico Ambiente a seguito delle segnalazioni dei genitori sia dell’asilo che della scuola materna, altrimenti al loro posto ci sarebbe un parcheggio per 70 autovetture. Per il resto su tutta la lunghezza del viale non si sono previsti spazi di verde pubblico.
Quella che ormai si chiama “piazzetta Tamandi” avrebbe potuto essere un’area verde con la piantumazione di altri alberi. Si è preferito, al contrario, una colata di cemento ornamentale che non ha nessuna funzione se non quella “estetica”.
Ricordiamo che l’unica soluzione per rendere le città vivibili durante la stagione estiva dove il caldo ha oramai raggiunto temperature pari a 35/38 gradi, è l’ombra degli alberi e del verde in generale. Una scelta che ci si sarebbe aspettatati dall’Assessore all’Ambiente che è il diretto interessato dello spazio dove si potevano piantare altri 3 o 4 alberi.
Alzi la mano chi di noi questa estate non ha trovato la propria macchina al sole con il termometro che segnava 40 gradi nell’abitacolo. Nel nuovo parcheggio poco distante non vi sono alberi che forniscano ombra alle auto. Gli unici piantati sono alberelli che, per la loro specie, non sono destinati a crescere.
In conclusione: riteniamo che un progetto tanto ambizioso, sia in termini di progettualità che di costi, non abbia cambiato la conformazione del viale. Si è puntato su un’estetica superata da tempo che rende già vecchio il quartiere e non sarà certo il colore dei marciapiedi a renderlo più vivibile. Avevano raccontato che con la riqualificazione del viale anche le case ne avrebbero dovuto giovare aumentando il loro valore ma allo stato dei fatti sarà l’esatto contrario. Le uniche grandi novità sono le due rotonde, poi tutto è rimasto come prima; un vialone trafficato e fortemente inquinato, totalmente privo di spazi verdi.
Tra il fare e il fare bene vi è sempre una grande differenza.
Movimento 5 Stelle Merate