Novate: don Matteo celebra Messa per la festa patronale
E' stato don Matteo Albani, ultimo dei giovani ordinati sacerdoti usciti dalla parrocchia di Novate, a celebrare la santa Messa in occasione della festa patronale e dei trent'anni dalla consacrazione della chiesa “Madonna della Pace” avvenuta nell'agosto del 1993 per mano del cardinale Carlo Maria Martini.
Una funzione molto partecipata che ha visto, accanto all'altare, il simulacro della Vergine del Carmelo, conservato generalmente nella chiesina di santo Stefano e che per l'occasione, è stato traslato nell'edificio sacro di via Cerri.
Attualmente a Premana, don Matteo ha accolto di buon grado l'invito di don Eugenio a presiedere a questa solenne cerimonia. Nel corso dell'omelia, pur ricordando quel giorno di trent'anni fa quando adolescente, aveva preso parte alla funzione officiata dall'alto prelato milanese e da tanti sacerdoti del territorio, ha voluto non lasciarsi travolgere dall'onda emotiva del passato ma ha proposto una serie di riflessioni. “Celebrare la consacrazione di una chiesa significa ricordare che Dio è in mezzo a noi e cammina sulle nostre strade. E accanto alla chiesa fatta di muri, c'è quella fatta di persone, di legami, di sentimenti. Non è importante sapere che Dio esiste, ma è importante sapere che un Dio di amore, che è padre, che è relazione”.
E indicando la grande vetrata di Trento Longaretti che sovrasta l'altare, don Matteo ha invitato i fedeli a interrogarsi se “in questi trent'anni la nostra fede è rimasta quella dubbiosa e interrogante di san Tommaso oppure quella fiduciosa e orante di Maria?”.
Al termine della Messa è stato offerto un aperitivo sul sagrato mentre nel tardo pomeriggio per le vie della frazione si è snodata la processione.
Una funzione molto partecipata che ha visto, accanto all'altare, il simulacro della Vergine del Carmelo, conservato generalmente nella chiesina di santo Stefano e che per l'occasione, è stato traslato nell'edificio sacro di via Cerri.
Attualmente a Premana, don Matteo ha accolto di buon grado l'invito di don Eugenio a presiedere a questa solenne cerimonia. Nel corso dell'omelia, pur ricordando quel giorno di trent'anni fa quando adolescente, aveva preso parte alla funzione officiata dall'alto prelato milanese e da tanti sacerdoti del territorio, ha voluto non lasciarsi travolgere dall'onda emotiva del passato ma ha proposto una serie di riflessioni. “Celebrare la consacrazione di una chiesa significa ricordare che Dio è in mezzo a noi e cammina sulle nostre strade. E accanto alla chiesa fatta di muri, c'è quella fatta di persone, di legami, di sentimenti. Non è importante sapere che Dio esiste, ma è importante sapere che un Dio di amore, che è padre, che è relazione”.
E indicando la grande vetrata di Trento Longaretti che sovrasta l'altare, don Matteo ha invitato i fedeli a interrogarsi se “in questi trent'anni la nostra fede è rimasta quella dubbiosa e interrogante di san Tommaso oppure quella fiduciosa e orante di Maria?”.
Al termine della Messa è stato offerto un aperitivo sul sagrato mentre nel tardo pomeriggio per le vie della frazione si è snodata la processione.
S.V.