Merate: gli “uomini del fare” in 488 giorni non sono riusciti nemmeno a asportare le erbacce dallo stagno di San Rocco
Era l’11 maggio 2022 quando l’assessore all’urbanistica Giuseppe Procopio si fece un bellissimo selfie davanti allo stagno di San Rocco le cui acque apparivano luminose, baciate dal sole nascente. Finalmente la trattativa iniziata sin dal 2015 con la proprietà dello specchio d’acqua artificiale si era conclusa: ora il bacino è nella disponibilità del comune di Merate, in comodato gratuito per 40 anni.
La difficile trattativa era stata condotta da Procopio con l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani che, nelle more dell’acquisizione, aveva già predisposto il piano di bonifica: asportazione delle erbe non autoctone che coprono quasi per intero la superficie, prelievo della fauna ittica da trasferire al lago di Sartirana, svuotamento del bacino artificiale, pulizia del fondo e rafforzamento degli argini, realizzazione di un sentiero attorno allo stagno e prolungamento del medesimo fino alla Riserva di Sartirana costeggiando la roggia Ruschetta, pulizia del letto e delle sponde del medesimo corso d’acqua, emissario del lago e immissario dello stagno. Tempo previsto sei mesi.
Purtroppo però, qualche giorno prima della firma del comodato, il 2 maggio, il sindaco Massimo Augusto Panzeri aveva unilateralmente deciso di togliere le deleghe a Robbiani, che pure tra il 2009 e il 2014 l’ex “camicia verde”, sindaco in quella consigliatura, l’aveva chiamato in Giunta con la delega ai Lavori pubblici. Al suo posto Panzeri nominava Fabio Tamandi, esponente moderato di centrodestra più vicino a Forza Italia, una delle componenti della maggioranza. Non è certo ma si può intuire il calcolo politico di Massimo Panzeri: allontanare un concorrente sicuramente molto pericoloso in vista delle elezioni 2024 e assicurarsi la fedeltà dell’ambizioso prestinaio di via Verdi.
Il quale aveva accettato subito senza valutare le conseguenze: cioè che sostituire una macchina da guerra come Robbiani comportava rischi enormi per l’attività pubblica e la propria immagine privata. La bramosia di entrare nel “governo locale” aveva prevalso e Tamandi rilevava con sicumera tutti i dossier sul tavolo dell’ormai ex assessore.
Iniziava così, per lui, una corsa a ostacoli, dove a rendere tutto molto più complicato e imprevisto erano le procedure, la burocrazia interna e la relazione con gli uffici. Del resto i dossier erano numerosi: dal parco giochi alle Piramidi, ancora da ultimare, al nuovo complesso sportivo di via Allende, (oggi già invaso da erbacce e senza uno straccio di cartellonistica per frequentatori e sportivi); dal parco urbano del Bagolino, (ancora tutto da realizzare), alle opere di straordinaria manutenzione nella Riserva Lago di Sartirana con l’intervento sull’incile alla foce (mai nemmeno iniziate).
Ma il fallimento più clamoroso è quello che riguarda il progetto di bonifica dello stagno di San Rocco. Dall’acquisizione a oggi sono trascorsi 488 giorni. Durante i quali l’unico intervento fatto è il taglio dell’erba del piccolo prato ottenuto in permuta da un altro proprietario. Neppure le piante acquatiche infestanti sono state asportate, anzi il canneto avanza e ormai quasi l’intera superficie del bacino appare coperta dalle erbe.
Questo è il più grave fallimento dell’assessorato guidato da Fabio Tamandi. Cui certamente si possono aggiungere la scarsa pulizia di strade e piazze, la insufficiente manutenzione del verde pubblico, l’apertura del sentiero circumlacuale di Sartirana soltanto ieri, sabato, a distanza di 40 giorni dal nubifragio (neanche fosse passato un tornado di F.5), lo stato di abbandono del parco di via Allende ecc. ecc.
La Consigliatura volge al termine. Ma nonostante le rassicurazioni contenute nel programma elettorale di PiùProspettiva – Panzeri sindaco, per l’ambiente molto è stato avviato ma ben poco è stato portato a termine. Fabio Tamandi dovrebbe trarne le opportune conseguenze. Pur considerando che la responsabilità non è certo tutta sua.
La difficile trattativa era stata condotta da Procopio con l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani che, nelle more dell’acquisizione, aveva già predisposto il piano di bonifica: asportazione delle erbe non autoctone che coprono quasi per intero la superficie, prelievo della fauna ittica da trasferire al lago di Sartirana, svuotamento del bacino artificiale, pulizia del fondo e rafforzamento degli argini, realizzazione di un sentiero attorno allo stagno e prolungamento del medesimo fino alla Riserva di Sartirana costeggiando la roggia Ruschetta, pulizia del letto e delle sponde del medesimo corso d’acqua, emissario del lago e immissario dello stagno. Tempo previsto sei mesi.
Purtroppo però, qualche giorno prima della firma del comodato, il 2 maggio, il sindaco Massimo Augusto Panzeri aveva unilateralmente deciso di togliere le deleghe a Robbiani, che pure tra il 2009 e il 2014 l’ex “camicia verde”, sindaco in quella consigliatura, l’aveva chiamato in Giunta con la delega ai Lavori pubblici. Al suo posto Panzeri nominava Fabio Tamandi, esponente moderato di centrodestra più vicino a Forza Italia, una delle componenti della maggioranza. Non è certo ma si può intuire il calcolo politico di Massimo Panzeri: allontanare un concorrente sicuramente molto pericoloso in vista delle elezioni 2024 e assicurarsi la fedeltà dell’ambizioso prestinaio di via Verdi.
Il quale aveva accettato subito senza valutare le conseguenze: cioè che sostituire una macchina da guerra come Robbiani comportava rischi enormi per l’attività pubblica e la propria immagine privata. La bramosia di entrare nel “governo locale” aveva prevalso e Tamandi rilevava con sicumera tutti i dossier sul tavolo dell’ormai ex assessore.
Iniziava così, per lui, una corsa a ostacoli, dove a rendere tutto molto più complicato e imprevisto erano le procedure, la burocrazia interna e la relazione con gli uffici. Del resto i dossier erano numerosi: dal parco giochi alle Piramidi, ancora da ultimare, al nuovo complesso sportivo di via Allende, (oggi già invaso da erbacce e senza uno straccio di cartellonistica per frequentatori e sportivi); dal parco urbano del Bagolino, (ancora tutto da realizzare), alle opere di straordinaria manutenzione nella Riserva Lago di Sartirana con l’intervento sull’incile alla foce (mai nemmeno iniziate).
Ma il fallimento più clamoroso è quello che riguarda il progetto di bonifica dello stagno di San Rocco. Dall’acquisizione a oggi sono trascorsi 488 giorni. Durante i quali l’unico intervento fatto è il taglio dell’erba del piccolo prato ottenuto in permuta da un altro proprietario. Neppure le piante acquatiche infestanti sono state asportate, anzi il canneto avanza e ormai quasi l’intera superficie del bacino appare coperta dalle erbe.
Questo è il più grave fallimento dell’assessorato guidato da Fabio Tamandi. Cui certamente si possono aggiungere la scarsa pulizia di strade e piazze, la insufficiente manutenzione del verde pubblico, l’apertura del sentiero circumlacuale di Sartirana soltanto ieri, sabato, a distanza di 40 giorni dal nubifragio (neanche fosse passato un tornado di F.5), lo stato di abbandono del parco di via Allende ecc. ecc.
La Consigliatura volge al termine. Ma nonostante le rassicurazioni contenute nel programma elettorale di PiùProspettiva – Panzeri sindaco, per l’ambiente molto è stato avviato ma ben poco è stato portato a termine. Fabio Tamandi dovrebbe trarne le opportune conseguenze. Pur considerando che la responsabilità non è certo tutta sua.
C.B.