Merate: gli 8 appartamenti a villa Guarnazzola vuoti da anni Istanza al PGT dalla Curia per ristrutturazione e ampliamenti

Da ormai tre anni gli otto appartamenti che si trovano a villa Guarnazzola e che erano stati messi a disposizione per l'housing sociale, sono vuoti e abbandonati.
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L'ultimo “gestore”, in accordo con il comune, era stato il Centro di Aiuto alla Vita che aveva dato ospitalità a soggetti e famiglie in grave stato di difficoltà e disagio. Poi la Curia, proprietaria degli stabili inseriti nell'enorme comparto di villa Perego, aveva deciso di non rinnovare il comodato in essere con il comune che, a sua volta, ne aveva data comunicazione al sodalizio. Per un breve periodo c'era stata una cooperativa per l'accoglienza dei profughi, poi più nulla.

Transitando da via Podgora, la strada in fregio alla proprietà dove un tempo c'era la scuola vocazionale, erba alta e sterpaglie hanno ricoperto la recinzione. Non ci sono segni di utilizzo nel cortile, tutto è fermo.
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Qualcosa, invece, si è mosso da parte della proprietà.
L'arcidiocesi di Milano (Consulta srl) ha presentato al comune di Merate, all'interno dei tempi previsti per le istanze alla variante generale al piano di governo del territorio, una richiesta proprio relativa a quel comparto. Nessuna interlocuzione è avvenuta con uffici o organi politici, che si sono trovati sul tavolo la richiesta assieme alle altre.

“In merito al compendio delle Ville Perego e Guarnazzola ammettere anche interventi di ristrutturazione con possibilità di ampliamenti limitati funzionali e modifiche di destinazione d’uso coerenti, mediante la modalità diretta senza necessità di convenzionamento;
In merito ai terreni ricadenti in zona “R3” consentire la realizzazione con modalità diretta di un nuovo intervento edilizio.
Prevedere l’applicazione di un indice edificatorio minimo di 0,3 mq./mq.
Concedere l’accesso all’ambito di nuova edificazione da Via Santa Caterina da Siena;
in merito ai terreni classificati in zona “S_Attrezzature e servizi di interesse pubblico o generale esistenti e previsti” stralciarli da tale classificazione in quanto non vi sono convenzioni sottoscritte ed avviare un’interlocuzione tra i referenti volta ad individuare la disciplina più idonea a perseguire le finalità a dismettere dette proprietà”.
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Per gli immobili si parla dunque di “ristrutturazioni con possibilità di ampliamenti” nonchè modifiche di destinazione d'uso coerenti.
Per i terreni si chiede la possibilità di procedere con un nuovo intervento edilizio e ne viene anche indicato l'indice minimo.
Per la parte infine su “attrezzature e servizi di interesse pubblico” l'intenzione è quella di andare verso una dismissione di tali proprietà.
S.V.
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