Merate: pluripregiudicato arrestato dai Cc per l'aggressione a Lentate sul Seveso
Due coltellate sotto l'ascella e nella parte bassa della schiena con ferite profonde e poi la fuga precipitosa. Era accaduto a Lentate sul Seveso a inizio estate durate una cena condominiale tra vicini di casa, sfociata in rissa con tanto di feroce aggressione.
Per quei fatti erano partite le indagini dei carabinieri della locale stazione che, raccolte le testimonianze e ricostruita la storia, su indicazione del magistrato incaricato hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione.
L'uomo ritenuto responsabile dell'accoltellamento è un pluripregiudicato, celibe, nullafacente di 44 anni è stato tratto in arresto a Merate e portato in arresto dove si trova attualmente perchè deve scontare 10 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione per un cumulo di pene relativo a condanne per svariati reati commessi tra il 2009 e il 2017.
Per i fatti di Lentate, avvenuti a giugno, i militari lo hanno denunciato per lesioni gravissime ai danni di un 60enne di origini campane verso il quale è accusato di avere inflitto due coltellate sotto l’ascella sinistra e nella parte bassa della schiena tali da provocargli due profonde ferite di circa 5 cm.
Le indagini, esperite dai militari della Stazione di Lentate sul Seveso e coordinate dalla Procura di Monza, hanno infatti permesso di ricostruire che quella sera il giovane si era recato a Lentate sul Seveso per salutare la madre che non vedeva da lungo tempo e, nell’occasione, aveva deciso di fermarsi a cena nello spiazzo condominiale della corte, insieme ai vicini di casa.
Per quei fatti erano partite le indagini dei carabinieri della locale stazione che, raccolte le testimonianze e ricostruita la storia, su indicazione del magistrato incaricato hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione.
L'uomo ritenuto responsabile dell'accoltellamento è un pluripregiudicato, celibe, nullafacente di 44 anni è stato tratto in arresto a Merate e portato in arresto dove si trova attualmente perchè deve scontare 10 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione per un cumulo di pene relativo a condanne per svariati reati commessi tra il 2009 e il 2017.
Per i fatti di Lentate, avvenuti a giugno, i militari lo hanno denunciato per lesioni gravissime ai danni di un 60enne di origini campane verso il quale è accusato di avere inflitto due coltellate sotto l’ascella sinistra e nella parte bassa della schiena tali da provocargli due profonde ferite di circa 5 cm.
Le indagini, esperite dai militari della Stazione di Lentate sul Seveso e coordinate dalla Procura di Monza, hanno infatti permesso di ricostruire che quella sera il giovane si era recato a Lentate sul Seveso per salutare la madre che non vedeva da lungo tempo e, nell’occasione, aveva deciso di fermarsi a cena nello spiazzo condominiale della corte, insieme ai vicini di casa.
Sul posto erano intervenuti i carabinieri della Stazione di Lentate sul Seveso che avevano raccolto le testimonianze dei presenti e ricostruito i fatti di quella sera gravi dove emergevano gravi e concordanti indizi di reità nei confronti del 44enne, allo stato, indagato per i gravi fatti in argomento.
L’uomo era stato arrestato dall’Arma nelle settimane successive a Merate in esecuzione del provvedimento per la carcerazione emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Como e attualmente si trova in carcere poiché deve scontare 10 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione per un cumulo di pene relativo a condanne per svariati reati commessi a Carate B.za, Giussano, Carugo e Cabiate tra il 2009 e il 2017 quali il mancato rispetto degli obblighi della sorveglianza speciale, il possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, la falsità materiale commessa da un privato, il porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere, il possesso ingiustificato chiavi o grimaldelli, truffe e frodi informatiche, ricettazione, rapina e lesioni personali. In quest’ultimo, in particolare, è stato commesso a Carugo il 29 agosto 2017 quando, durante una lite il 44enne esplose due colpi d’arma da fuoco nei confronti di un cittadino marocchino, all’epoca dei fatti 25enne.