Merate: una ‘indagine’ tecnico-paesaggistica sul viale Verdi. Obiettivo progettuale raggiunto oppure un’occasione persa?

Buongiorno Direttore,
come molti in questi giorni anche io vorrei unirmi al coro di quelli che stanno scrivendo per criticare (tanti) o dirsi soddisfatti (pochi) di questa importante opera.

Dopo anni di grandi discorsi, promesse e tempo perso (e soldi spesi) nell'organizzare un concorso a livello nazionale, con il coinvolgimento di professionisti che avevano proposto soluzioni che avrebbero reso il Viale realmente "vivibile" (viviamo il viale era stato il motto) alla fine, vuoi per il poco coraggio da parte di Sindaco e Assessori, vuoi per la poca creatività del progettista a cui è stato affidato l'incarico, dopo più di un anno di disagi, ci siamo ritrovati con una semplice  asfaltatura, due nuove rotonde e qualche palo della luce nuovo. Il tutto per la non banale cifra di 3,2 milioni di euro e con ben 83 mila euro di parcella pagata al progettista e direttore lavori (sul sito del Comune di Merate si possono trovare tutte le cifre e i disegni del progetto).

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Era nato anche un comitato, il famoso "Comitato Viale Verdi" di cui non si è mai capita la vera funzione a parte quella di allestire uno spelacchiato albero di Natale durante le feste e nel resto dell'anno, osannare le doti e la lungimiranza di Sindaco e compagni (o compagne) di merende.
Manca ancora poco però (si spera) e finalmente a breve si completerà una delle opere più importanti degli ultimi anni per la nostra città; e c'è da scommetterci che il taglio del nastro sarà in pompa magna.
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Forse il troppo ottimismo del Sindaco o la scarsa presenza sul cantiere del direttore dei lavori, fatto sta che ad oggi 6 settembre 2023, con più di 5 mesi di ritardo sulla prevista fine dei lavori (il cartello di cantiere indicava il 20 marzo 2023) i lavori non sono ancora terminati.
Le domande che mi faccio e che a quanto vedo si stanno facendo in molti sono tante.



1.Pista ciclabile


Innanzitutto mi metto nei panni di chi ha partecipato e vinto il concorso indetto, se non ricordo male, nel 2017, dal titolo "Viviamo il viale". Proposte davvero interessanti che avrebbero reso Viale Verdi davvero vivibile; pista ciclabile, spazi verdi, luoghi di incontro ombreggiati e maggior sicurezza stradale data anche dal restringimento della sezione della carreggiata stradale. In poche parole tutti i progettisti avevano privilegiato la mobilità lenta e ristretto la sezione stradale con conseguente abbassamento della velocità dei veicoli e quindi maggior sicurezza.
Poi però l'Amministrazione ha deciso di assegnare l'incarico prima alla Provincia e successivamente all'Ingegner nonché Sindaco di Brivio Federico Airoldi.
Mi chiedo (e chiedo anche a Lei direttore) come mai non sono stati scelti i progettisti che avevamo a suo tempo vinto il concorso? Vista l'importanza dell'opera è stata fatta una gara tra più professionisti che già avevano svolto opere simili, o si è scelto di assegnare l'incarico direttamente all'ingegner Airoldi senza nessuna gara? E come mai lo stesso ingegnere nel suo progetto ha poi cancellato la pista ciclabile inizialmente prevista?

Ho letto che si è scelto di non prevederla perché non c'era lo spazio necessario per realizzarla a norma ed ancora perché sul viale ci sono troppi passi carrai per poter realizzare una pista in sicurezza.
Quindi questo vuol dire che tutti i partecipanti del concorso hanno sbagliato inserendola nei loro progetti?

Per il primo punto vorrei citare il Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, facilmente rintracciabile in internet, che all'Art 7 per quanto riguarda le piste in sede propria dice " 1. Tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi, nonche' dello spazio per l'equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli, la larghezza minima della corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è pari a 1,50 m; tale larghezza è
riducibile ad 1,25 m nel caso in cui si tratti di due corsie contigue, dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 m."; considerando la dimensione dei marciapiedi realizzati ci sarebbe stata benissimo da una parte la pista ciclabile o ciclopedonale e sul lato opposto della strada un marciapiedi.

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Per quanto riguarda l'obiezione sui troppi passi carrabili dico che un bravo progettista avrebbe di certo trovato una soluzione adeguata che avrebbe conciliato sicurezza ed estetica.
Ho letto anche che alcuni del comitato Viale Verdi hanno suggerito di usare il marciapiedi (a detta di tutti sovradimensionato) come pista ciclopedonale. A questi geni qualcuno ha già risposto e ricordato che il codice della strada vieta l'uso del marciapiedi alle bici e comunque se lo si volesse usare come pista ciclopedonale occorrerebbe realizzare a terra anche una segnaletica apposita.
Una pista ciclopedonale avrebbe inoltre collegato in sicurezza da est a ovest viale Verdi con il percorso che porta alla Stazione di Cernusco.

2. Sicurezza stradale


Risulta evidente a tutti che chi ha progettato la nuova tangenziale di Merate ha voluto privilegiare la mobilità su gomma a discapito della mobilità lenta e nella sua relazione lo stesso progettista dice "...ampliamento della carreggiata stradale per migliorare la fruibilità del trasposto pubblico locale su gomma oltre al miglioramento delle aree di sosta."; a mio modesto parere anche a discapito della sicurezza. L'aver aumentato la sezione della strada e aver eliminato,  giustamente, i semafori introducendo nuove rotatorie, ha comportato e comporterà un aumento di traffico e un aumento della velocità dei veicoli. Considerato che non possono essere posizionati dossi stradali per non ostacolare il transito dei mezzi di soccorso, suggerirei agli amministratori di posizionare delle
colonnine Autovelox (in questo modo ne gioverebbero anche le casse comunali).
Sfogliando i disegni di progetto ho anche notato che la rotatoria lungo la statale avrebbe dovuto essere sostituita da una di forma diversa, più a fagiolo, per una maggior sicurezza da chi si immette da viale Verdi; infatti la relazione del progettista dice testualmente: "Le principali finalità progettuali sono le seguenti: 1. adeguare la geometria della rotatoria sulla SR 342, al fine di rendere maggiormente sicura l'immissione e la percorrenza della stessa in quanto attualmente, pur essendo regolata da precedenza interna, presenta una geometria con precedenza lungo la direttrice principale ...";
Mi sembra che alla fine non si sia realizzata nella forma prevista dal progetto, ma si siano solo spostati i cordoli restringendo di un po' l'aiuola centrale e aggiungendo dell'asfalto color rosso a contorno e anzi rendendo ancora più difficile l'immissione sulla strada provinciale da chi proviene da Viale Verdi.

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Un punto critico non risolto è poi l'immissione di via Santa Maria di Loreto su Viale Verdi anche in considerazione dello slittamento di qualche metro verso ovest dell'uscita della strada di fronte a quest'ultima. In questo caso, per le macchine in uscita da via santa Maria di Loreto che svoltano verso la statale, ci sarà più probabilità di scontrarsi con le auto in uscita dal parcheggio che svoltano verso est; sarebbe quindi stato utile prevedere, in fase di progetto, una piccola rotatoria compatta oppure un altro sistema che consentisse la circolazione e la svolta in sicurezza della auto.


3. Verde


Anche in questo caso è mancata la voglia e la capacità di compiere scelte forti, infatti la parte che ha riguardato il verde è stata del tutto marginale nel progetto; una decisione saggia sarebbe stata quella di incaricare un paesaggista o comunque un professionista con esperienza.
In prossimità dell'asilo ad esempio è stato creato un nuovo parcheggio e sono stati piantati degli alberelli più decorativi che utili a fare ombra alle macchine parcheggiate; nella relazione e nelle tavole di progetto è indicato poi che gli alberi avrebbero dovuto essere "... dell'altezza minima di 4 metri"; non mi sembra che l'indicazione sia stata poi rispettata.
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Gli unici due alberi di una certa importanza sono invece stati posizionati dove non ve ne era la necessità ovvero sulla rotatoria all'incrocio con via Cazzaniga.
Sempre su questa rotatoria, all'interno, è stato messo del ghiaietto; a mio avviso tra non molto tempo si deciderà di sostituirlo con dell'asfalto (molto più pratico), in modo da evitare la crescita di erbacce (cosa che sta già succedendo) e che la ghiaia a causa di vento o forti piogge venga dispersa sulla
strada.
Dalle tavole di progetto sembrerebbe che altri alberelli decorativi verranno piantati nelle aiuole dell'altro parcheggio mentre nelle gigantesche fioriere in cemento realizzate nella piazzetta a fianco del noto panificio, sarà un fiorire di rose.
A proposito di queste nuove fioriere qualcuno, tempo fa, aveva sollevato il dubbio che, coprendo di nuova terra i colletti dei trochi dei grossi alberi ora presenti, in futuro potrebbero avere dei problemi. Speriamo di no!
Un capitolo a parte meriterebbe poi la scelta di materiali e colori per le pavimentazioni: asfalto nero, asfalto rosso, asfalto stampato e di colore marroncino (che tra un paio d'anni ritornerà ad essere di colore nero), porfido, granito ... ma è in prossimità del nuovo "spazio di convivialità" (come è chiamato nella relazione) ovvero l’area in prossimità della sopra citata piazzetta che il progetto dà il meglio di sé proponendo un purpuri di materiali e colori e pezzature da far girare la testa al solo passaggio creando così una esperienza unica e indimenticabile. Una vera impresa sopravvivere all’esplosione di stili e elementi discordanti presenti.
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 In conclusione se si voleva realizzare una nuova tangenziale a sud della città per velocizzare il traffico in entrata ed in uscita allora l’obiettivo è stato raggiunto.
Se invece l’obiettivo era quello di riqualificare un Viale (e non una Via) attraverso una progettazione mirata che privilegiasse la mobilità lenta, che creasse o implementasse spazi di aggregazione e convivialità per tutti e che fosse utile anche alle numerose attività commerciali e professionali presenti su Viale Verdi allora il progetto ha miseramente fallito in primo luogo per il poco coraggio e la poca creatività; si è preferito seguire una strada sicura anziché sperimentare soluzioni audaci e invece di cercare soluzioni innovative ci si è accontentati di poco, con il pensiero (o il timore) sempre rivolto alle elezioni del 2024.
Matrix
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