Ricordo di Don Giovanni Minzoni nel centesimo anniversario dell’assassinio
Ricorre quest’anno il centesimo anniversario dell’assassinio di Don Giovanni Minzoni, avvenuto il 23 agosto 1923 ad Argenta in Provincia di Ferrara. Al sacerdote fu fracassata la testa, a bastonate, da due sicari fascisti; omicidio che è rimasto senza la condanna dei colpevoli; aveva 38 anni.
In un Paese con memoria corta e revisionismi storici senza fondamento scientifico è opportuno ricordare e meditare sull’episodio, avvenuto in un periodo che vide tanti episodi di prevaricazione nei confronti delle classi più povere, con la connivenza dello Stato e l’istigazione dei ceti dominanti, agrari ed industriali.
Agli occhi del fascismo in forte ascesa, Don Minzoni aveva il torto di opporvisi strenuamente organizzando, in tal senso, la gioventù cattolica della propria Parrocchia, a difesa del cattolicesimo sociale e per sottrarla all’inquadramento fascista.
In un Paese con memoria corta e revisionismi storici senza fondamento scientifico è opportuno ricordare e meditare sull’episodio, avvenuto in un periodo che vide tanti episodi di prevaricazione nei confronti delle classi più povere, con la connivenza dello Stato e l’istigazione dei ceti dominanti, agrari ed industriali.
Agli occhi del fascismo in forte ascesa, Don Minzoni aveva il torto di opporvisi strenuamente organizzando, in tal senso, la gioventù cattolica della propria Parrocchia, a difesa del cattolicesimo sociale e per sottrarla all’inquadramento fascista.
Nella zona imperversavano gli squadristi di Italo Balbo con pestaggi ed uccisioni; ad esempio, nel maggio del 1921 fu ucciso Natale Galba, il sindacalista e consigliere comunale socialista di Argenta.
Il periodo dal 1922 al 1926 fu cruciale riguardo al consolidamento della dittatura fascista e caratterizzato da repressioni, pestaggi ed uccisioni al fine di tacitare ogni opposizione. Tanto per citare altri esempi: l’uccisone del socialista Giacomo Matteotti nel 1924, successivamente dei liberali Giovanni Amendola e Piero Gobetti.
Furono istituiti i tribunali speciali che, ad esempio, condannarono i comunisti Antonio Gramsci morto in carcere nel ’37, Umberto Terracini, il socialista Sandro Pertini ed altri dirigenti antifascisti di diverse parti politiche.
Anche Merate, dove una piazza è intitolata a Don Minzoni, vide un episodio analogo: il 20 agosto 1922 fu ucciso, dai fascisti, Alberto Consonni nella vicinanze di un circolo socialista ubicato in via Trento (già Scoladriga).
Alberto Consonni, con altri martiri antifascisti, è ricordato alla base del monumento ai Caduti di piazza degli Eroi a Merate.
ANPI Sezione Brianza Meratese