Morti sul lavoro
Continua la strage di morti sul lavoro e ad ogni incidente la solita accusa di mancanza di controlli da parte degli ispettori INAIL che non ci sono e accuse di sfruttamento degli operai. Io ritengo che alla base di tutto ci sia la mancanza di formazione degli operai. Ogni lavoratore deve messo al corrente che tutti i lavori sono pericolosi (anche quelli domestici). Prima di iniziare un lavoro deve sempre essere lucido e attento perché l’insidia è sempre dietro l’angolo e anche la cosa più banale può trasformarsi in un infortunio del quale l’unico a pagarne le conseguenze sarà lui. Ogni lavoratore non dovrà mai fidarsi degli altri o dei dispositivi di sicurezza che possono anche guastarsi o se gestiti da altri non essere attivati. DEVE FIDARSI SOLO DI SE STESSO! Deve imparare dai giapponesi che si domandano sempre 5 volte PERCHE? Se vogliamo analizzare gli ultimi incidenti ferroviari successi in Italia scopriamo errori elementari che hanno portato alla morte lavoratori incolpevoli e inconsapevoli di quello che stava succedendo fidandosi de altre persone. Deragliamento del frecciarossa a Lodi 2020. Operai nella notte sostituiscono uno scambio dei binari e terminano alle cinque del mattino. Il primo treno che passa a 280 km orari deraglia e due macchinisti perdono la vita e ci sono 23 feriti. Le varie perizie accerteranno che lo scambio installato era difettoso in quanto nel montaggio della ditta fornitrice di RFI ci fu una inversione di fili e il controllo di qualità non controllò e certificò l’idoneità del pezzo. Ma l’errore più grosso della tragedia rimane nella gestione della sicurezza di chi comanda in RFI. Se hai fatto un intervento sugli scambi dei binari di notte terminato alle cinque del mattino perché fai passare il primo treno alle sei a 280 km orari? Non sarebbe più sicuro arrivato in quel tratto far rallentare il treno a 40 km orari per vedere se tutto il lavoro svolto è sicuro? Superato il tratto il treno può riprendere la sua corsa. Non sarebbe stato più sicuro avvertire anche i macchinisti del treno di quell’ intervento i quali avrebbero potuto rallentare, portando a casa la pelle. Qualunque artigiano che interviene su un guasto elettrico o idraulico nelle nostre case dopo la riparazione controlla con le dovute precauzioni che il lavoro svolto sia andato a buon fine. Nel caso di Brandizzo oltre alle procedure di sicurezza non funzionanti, sarebbe bastato mettere un grosso semaforo rosso (segnalazioni che sono messe sempre sulle manutenzioni stradali) un km prima del punto dove erano in corso i lavori e avvisare prima il macchinista del treno di fare attenzione in quel preciso luogo di transito. Sono solo due casi dove dei lavoratori sono morti fidandosi delle norme di sicurezza gestite da altri, se fossero stati loro a gestire le loro vite sarebbero ancora qui. Da qui un invito ai lavoratori di non mettere la loro vita in mano ad altre persone o sistemi automatizzati che possono avere dei guasti e a non mettersi alla guida di mezzi da lavoro modificati e senza autorizzazioni di legge o con evidenti carenze meccaniche. Ricordatevi sempre che un altro posto di lavoro si trova, un'altra vita solo sotto terra.
Ratti Claudio