Ciclopedonali: le menti chiuse non colgono

Gent. Paolo,
se Cristoforo Colombo si fosse posto tutti i problemi che si pone lei per una pista ciclopedonale, l’America non sarebbe ancora stata scoperta. Le problematiche ci sono, ma se il fine ultimo lo merita, si affrontano e si risolvono. Non si lascia perdere a priori. Altrimenti rimarremo sempre al palo, a raccontarci l’un l’altro “quanto sono bravi nei Paesi del Nord, dove tutti vanno in bicicletta”. Chiaro, loro le piste le hanno… Le necessità urgenti sono le ciclopedonali urbane. E la cronaca di questi giorni ne ha messo ancora più in luce l’importanza. Io non ho una coscienza ecologista da lavare. Io il buon esempio lo do tutti i giorni. Da prima ancora che l’argomento ambiente diventasse così pressante. Non uso la bici solo per farmi un giro la domenica, magari schierandomi in due o tre sulla carreggiata degli automezzi. Credo di avere tutti i diritti di non essere travolta se vado al lavoro, tutti i giorni, in tutte le stagioni, con qualsiasi tempo, esattamente come fanno gli amici olandesi che sono tanto ammirati. Ed ecologia a parte, giusto per fare un solo esempio, il giorno che i nostri ragazzi potranno, come i loro coetanei dei paesi nordici, andare a scuola in autonomia e sicurezza, non avremo più davanti alle scuole assembramenti di auto che scaricano bambini grassi che diventeranno adulti obesi, che peseranno sul bilancio della sanità, solo perché non hanno mai mosso un passo. Come vede, le implicazioni sono molteplici. Il problema sono le menti chiuse che non le sanno cogliere.
Lorena
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