Vannacci e il diritto all'odio

Derubricare la pretesa di un ufficiale di alto grado ad uno strano e incomprensibile successo tipografico, magari ironizzando sul testo zoppicante, espressione di una scarsa cultura, rischia di svuotarne il significato estremamente pericoloso.
Il "diritto all'odio" elemosinato da Vannacci col supporto di fogliacci fascio trasch e dalla estrema destra, con annesso il timore  di nuove faide all'interno della galassia suprematista, impone a Meloni  il rumoroso silenzio di questi giorni; anche perché in un recente passato le pericolose idiozie sciorinate dal Generale venivano declamate da lei stessa.

Fortunatamente il Presidente Mattarella ha condotto il dibattito sui binari della nostra Costituzione, ribadendo concetti di amicizia, integrazione, rigetto di pericolosi anacronismi, ma non basta confutare frasi opinabili, rimuovere l'indegno ufficiale dalla carica ricoperta, va congedato con disonore, e magari valutare la possibilità di applicare i reati ascritti in ART. 604 Bis, CP. che punisce chi istiga all'odio  razziale,  serve una concreta azione da parte delle forze di Sinistra.

Sono state offerte a Vannacci candidature da partiti di estrema destra, nella storia del nostro martoriato Paese è accaduto che il gen. De Lorenzo autore del tentato golpe del giugno 1963 sia stato eletto nelle liste del MSI, stessa sorte per il Generale Vito Miceli capo del SISDE, reo di aver depistato le indagini sulle  stragi di Stato
.
In mancanza di una seria opposizione delle forze democratiche rischiamo seriamente di trovarci l'ex Generale Ministro della Repubblica.
Fulvio Magni Esponente il Direttivo ANPI Brianza Meratese
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.