Merate: chiesa gremita al funerale di Ennio Airoldi, 60anni, presidente CSI. Sport, famiglia e Fede i cardini della sua vita

Un dolore composto ma profondo che si è espresso in una cerimonia semplice e mesta, dove lo sconcerto e l'incredulità per una morte tanto rapida quando inattesa erano ancora palpabili.
La chiesa di sant'Ambrogio non è riuscita a contenere parenti e amici, radunati per l'ultimo saluto a Ennio Airoldi, 60 anni, presidente del CSI provinciale, tra i soci fondatori dell'OSGB.
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Diversi anche i sacerdoti che hanno voluto essere presenti per un conforto alla famiglia ma anche per dimostrare quanto la sua persona, dotata di umanità, senso di responsabilità, spirito di abnegazione pur nella discrezione e nella mitezza, abbia lasciato un solco profondo.

“Hai affrontato sempre ogni cosa con la testa, con il cuore, con la passione” ha detto il celebrante nel corso della sua omelia, ricordando i tre cardini della vita di Ennio: lo sport, la famiglia, la Fede.
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“Per il CSI sei stato un presidente appassioanto e coraggioso. La malattia ti stava consumando e tu sognavi lo sport perchè lo sport ti ha aiutato a vivere ogni sfida. Oggi si piange un figlio, un marito, un papà, un fratello, un amico generoso e buono, pronto al dialogo e al confronto, all'ascolto e al sostegno. Hai scelto di donarti accettando di perdere tempo per gli altri. La preghiera è stata la tua forza, la luce che illumina, il sale che dà sapore. Ti salutiamo con un 5 sportivo perchè la tua partita l'hai giocata fino alla fine”.
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A ricordarlo anche il Centro Sportivo Italiano sezione provinciale, che sulla bara ha voluto appoggiare la bandiera arancione che generalmente troneggia dei momenti di gioia durante le competizioni. Questa volta è stata scelta per avvolgere, con dolore, il suo presidente.

“Eri un uomo di squadra, di mediazione, di ascolto e di spogliatoio. Ora siamo qui a chiederti di intercedere perchè qualcuno si faccia ispirare a perdere il suo tempo per gli altri in questa società improntata all'egoismo. Dobbiamo chiederti un po' scusa per il tempo rubato alla famiglia, ma quel tempo è stato speso per un bene comune. La bandiera stesa sulla bara ci ricorda che il bene comune va tenuto al centro”.
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Anche i colleghi di lavori, che con Ennio hanno condiviso un lungo tratto di vita assieme, lo hanno ricordato per la sua dedizione e le competenze tecniche, per il suo animo gentile, il coraggio, la grinta, la tenacia mostrate anche in quest'ultimo sfida.

E infine un'amica di famiglia, rimasta con lui anche gli ultimi giorni, che ha ribadito l'animo semplice, sincero e disponibile.

Al termine della funzione la salma è stata traslata al cimitero di Pagnano.
S.V.
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