Montevecchia: 430 anni fa la consacrazione della chiesetta di san Bernardo. Don Fabio: la vita vale più del cibo e dei vestiti

Era il 20 agosto del 1593 e l'allora arcivescovo di Milano Gaspare Visconti, consacrava la chiesetta di san Bernardo posta sull'alta collina di Montevecchia, di fronte al belvedere che si affaccia sulla valle. Il piccolo edificio di culto ha attraversato i secoli ed è stato oggetto di diversi interventi e porta con sé una storia suggestiva e profonda. Ad esso lo storico Giuseppe Sgobbi aveva dedicato un libro illustrato e la parrocchia ha provveduto a mettere a disposizione dei fedeli anche un sunto esaustivo per chi ha voglia di conoscere qualcosa di più delle ricchezze che ci circondano (e che proponiamo in calce in forma integrale).
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Letto eterno per Giovanni Antonio Scaccabarozzi (protonotario apostolico e canonico di santa Maria della Scala di Milano), custode di cinque reliquie di martiri (san Lucio, san Leopardo, san Benedetto, sant'Angelo e san Costante) deposte in quattro teche, tomba di due sacerdoti conosciuti sul territorio nel diciottesimo secolo, ornata di un paliotto in cuoio bulinato (una vera rarità, ndr) la chiesetta risulta egregiamente affrescata, risultando di certo una delle più belle e suggestive della nostra zona.

I montevecchini vi sono particolarmente legati e alla tradizionale Messa di san Bernardo chi può presenzia sempre. Un tempo ad attendere i fedeli al termine della funzione c'era anche una rinfrescante anguriata.
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Venerdì 18 agosto, con un paio di giorni di anticipo don Fabio Biancaniello, parroco di Montevecchia, ha celebrato la santa Messa preceduta dal Rosario.

Un'atmosfera di grande devozione, impregnata anche di storia e di arte per gli affreschi che hanno fatto da cornice alla celebrazione.

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Riallacciandosi al brano di Vangelo, il sacerdote ha ricordato ciò che il Maestro aveva detto ai discepoli “la vita vale più del cibo e dei vestiti. Gesù non vuole che diventiamo schiavi delle cose, che facciamo dipendere la nostra felicità dal benessere esteriore. Non vuole che siamo schiavi della paura di non avere abbastanza per il presente e il futuro. Gesù chiede ai discepoli la libertà di cuore che significa proprio non avere paura di non avere abbastanza. Solo così si riuscirà a vivere bene”.

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S.V.
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