Roberto Castelli e la sicurezza sui treni dei pendolari
Sicurezza (che non c’è) sui treni nell’area metropolitana di Milano, in particolare sulla tratta Lecco-Milano, dove si è verificata un’aggressione con machete ai primi di luglio. Una situazione inaccettabile per migliaia di pendolari e famiglie. Il commento di Roberto Castelli, ex Ministro e Presidente di Autonomia e Libertà.
La Questura di Lecco ha annunciato pochi giorni fa di aver arrestato 4 africani originari del Togo, Burkina faso e Costa d’Avorio, residenti nel lecchese, che il 6 luglio, su un treno locale, a Olgiate Molgora, sulla linea ferroviaria Lecco – Milano Porta Garibaldi, hanno spaventato diversi passeggeri e rapinato un adolescente, inseguendolo con il machete e sfregiandolo al volto con il grosso coltello. Il tutto documentato dai video.
“Scene selvagge che fino ad ora avevamo letto sui giornali o visto alla televisione in ben altri Paesi, dove imperano il disordine e la criminalità organizzata. – commenta Roberto Castelli. Questo è intollerabile. Pensiamo non solo ai pendolari che lavorano a Milano, ma pensiamo ai nostri ragazzi, ai nostri figli che vanno a scuola o all’università con il treno, e alle persone come i pensionati, le donne, i bambini o a chiunque prenda un treno locale: nessuno può essere esposto al rischio fisico, per nulla remoto, di imbattersi in individui armati e fuori controllo.
Che la situazione sia grave lo dimostra il fatto che la notizia dell’aggressione col machete non è trapelata subito: essa risale ai primi di luglio, ed è stata fatta trapelare solo quando questi individui sono stati identificati e arrestati. Un plauso alle nostre Forze di Polizia. Ma siamo sempre al solito punto: loro li prendono, li arrestano, li assicurano alla giustizia, ma poi la magistratura nel giro di pochi giorni li libera, non solo con enorme frustrazione delle Forze dell’Ordine che vedono vanificato il loro lavoro, ma anche con grande pericolo per i cittadini che vedono questi criminali sono liberi di tornare a vessare e minacciare le brave persone.
Che fare? Bisogna agire nel breve termine e nel lungo termine.
A breve: introdurre i vigilantes sui treni, e mi risulta che Trenord stia provvedendo a garantire centinaia di vigilantes a partire da quest’estate. Nel medio termine: bisogna cambiare le leggi adattandole alla mancanza di sicurezza e ordine pubblico, affinché questi individui vengano arrestati e incarcerati. Questo esige anche una seria programmazione di interventi di edilizia carceraria, che risolva il problema del sovraffollamento delle carceri.
A lungo termine, è necessario disporre della Polizia Regionale, nel quadro di una vera Autonomia, che possa intervenire con immediatezza ed efficacia, e non per decisione di Roma che è lontana, ma coordinata da Milano che è al centro della nostra terra”.