La benedetta responsabilità in moto ma non solo

Caro Alberto
stai scherzando col fuoco. Cosa vuoi ottenere la tua ammissione? Forse raggiungere una sorta di "consenso popolare" per ottenere l'impunità? Già altri hanno fatto notare che il codice della strada punisce chi partecipa a gare di velocità e le pene sono decisamente gravi. Se poi si verifica un incidente che coinvolge un passante estraneo alla gara, la tua vita presente e futura, sociale e lavorativa, è inevitabilmente compromessa.
Faccio un passo indietro di qualche anno. Nella seconda metà degli anni '80 mi è capitato di seguire per mesi la preparazione atletica di alcuni motociclisti, tra cui alcuni famosi che gareggiavano anche nel mondiale. Nello stesso tempo anche i ragazzi che praticavano la BMX, allora disciplina appena riconosciuta. Il nostro compito era ricreare in palestra una situazione di stress il più possibile simile alla bagarre in gara. Quindi ripetute di corsa veloce, 100 flessioni o trazioni alla sbarra e poi far eseguire esercizi di logica-spazio-tempo tipici della prima infanzia. Per ex. il cubo in cui bisogna inserire altrettante figure geometriche prestabilite. Ebbene, ai motociclisti si “chiudeva la vena” ed avevano difficoltà, mentre quelli della BMX quasi mai. Non per niente adesso la BMX è considerata la disciplina propedeutica per preparare i futuri motociclisti, cross e pista. Se tra 8 / 16 anni si è un buon "pilota" di BMX è quasi scontato che con la moto si possa arrivare allo stesso risultato, sempre se poi i genitori abbiano i soldi per supportare l'attività. Non oso pensare in che stato psico-fisico tu e i tuoi soci guidate le moto, per di più di notte, magari dopo anche un paio di birrette, per non dire altro. Ad inizio degli anni 2000 un amico, piccolo editore, mi aveva chiesto di supportarlo nella direzione artistica di una rivista di moto. Professionalmente non m'interessava ma ho accettato. Ogni settimana interviste ai big di allora (Biaggi, Rossi ecc..). Ma l'impresa più ardua della redazione era limitare le errate pulsioni motociclistiche dei lettori che apertamente confidavano e ritenevano normale emulare su strada i propri beniamini. Più uno è scarso e più ritiene lecito rompere le balle con rumori inutili modificando scarichi ecc... Un professionista ha indubbiamente una guida molto brillante su strada come in pista, ma altrettanto senso di responsabilità perché se non viene sanzionato dalle autorità e le sue imprese trapelano nell'ambiente, il suo team (tanto più se è giapponese) non ci mette nulla a risolvere il contratto.
Quindi senso di responsabilità. La mia generazione ne aveva di più anche perché i genitori erano i primi ad averla e non difendevano i figli a prescindere.
Oggigiorno risse tra genitori ai campetti di calcio dei pulcini. Genitori che picchiano l'allenatore... Proprio in questi giorni un bagnino a Terracina ha redarguito un tredicenne che era andato oltre il limite delle boe e il papà lo ha picchiato a sangue... Purtroppo noto anche una certa intempestività da parte delle Forze dell'Ordine a focalizzare il problema e mettere in atto soluzioni adeguate nel breve tempo. Non servono necessariamente pattuglie appostate ma sulle strade dove si sa che si verificano le scorribande in moto basterebbe qualche fotocellula e qualche videocamera mobile per fotografare il numero di targa. Poi le conseguenze saranno compatibili con il reato commesso.
Ma meglio responsabilizzare che mettere sotto sequestro una moto. Prima o poi in tutti i paesi del meratese arriveranno le telecamere fisse e allora la musica cambierà. 
Paolo C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.