Merate: vetrine spente e saracinesche abbassate nei due ''centri'' della città, quello storico e quello di via Bergamo

In un mese due attività hanno chiuso nella centralissima galleria "La Taverna” a Merate. Avevano aperto da un paio di anni, non hanno resistito.
Diverse le ragioni, di natura personale, economica, logistica. A denti stretti il commento “la pensavo meglio come piazza”.
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Di pari altre due hanno aperto: una affacciata sul castello è in realtà il trasferimento su “strada” di uffici prima ubicati in un palazzo, l'altra nel settore della ristorazione, principalmente il take away, in via Manzoni.

Pur andando alla pari, almeno in questi pochi metri quadrati, il bilancio non porta grandi note positive a giudicare dalle saracinesche ormai abbassate da tempo, in un giro non certo esaustivo del quadrilatero.

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L'ex bar Panciera dalla partenza di Ambrogio Spini non ha più riaperto. Gli ultimi mesi, tolto il gazebo, aveva riportato tavolini e ombrelloni in piazza en plen air, proprio come era una volta e quella scelta era piaciuta davvero a tanti. Peccato che non abbia avuto alcun seguito.


Spostandosi in piazza della Vittoria la situazione è ancora più pesante. All'angolo il piccolo spazio che per ultimo aveva ospitato un outlet del libro è chiuso da tanti anni: una sola vetrina e una finestra che evidentemente non sono, per spazi o per costi, appetibili.
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Sotto i portici lo storico bar Monzani, per il momento è ancora chiuso. Si parlava dell'interesse di una rosticceria, ma attualmente nulla ha aperto. Da poco più di un mese ha chiuso il negozio di vestiti all'imbocco con via Roma. Evidentemente le ampie vetrine e il passaggio non sono stati sufficienti. Risalendo lungo la storica strada si trova la vetrina dell'ex macellaio Panzeri: prodotti di qualità e ambiente famigliare, mai rimpiazzati. Poco più su la “friggitoria” all'angolo con via padre Arlati è stata l'ultima ad avere occupato quei locali. In compenso accanto ha aperto un negozio di nicchia di accessori e impianti musicali con sale di ascolto.

Tornando in via Trento si trovano le due saracinesche ormai consunte dove c'era un'attività artigianale di lavorazione del cuoio e riparazioni.

Dirigendosi su viale Lombardia ci si imbatte negli spazi in ristrutturazione dell'ex Bennet poi diventato Di Meglio. Nulla si sa su una possibile apertura. Si parla di un ampio locale frazionato tra diversi soggetti ma al momento senza alcuna evidenza.L'ex salumeria poi agenzia di viaggi è chiusa da anni con qualche residuo straccio di manifesto a ricordare il passato.
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In via Indipendenza lato est hanno chiuso le due attività che c'erano. L'ultimo, il fruttivendolo che per quella zona poteva essere anche una opportunità, non ha resistito.

Arrivando in via Manzoni il primo negozio all'angolo con via Parini, un tempo di abbigliamento di marca, è vuoto e così è da anni quello che vendeva calze. Vetrine ancora coperte dopo la chiusura dell'ultima profumeria rimasta in città, mentre continua l'attività di acconciature. Risalendo a destra non ha più riaperto la pizzeria d'asporto così come sono abbassate le serrande dell'ex Limonta, poi rilevato per qualche anno sempre da un commerciante di abbigliamento. Vetrine chiuse anche per l'ex bar di via Manzoni, spostatosi in centro, mentre in corte Marforio per ora non hanno trovato una sostituzione i locali che erano occupati dalla “sala giochi”.

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Se il centro storico piange, (nonostante la benedizione di feste, mangiate di piazza, musica, sfilate, competizioni sportive, mostre, mercatini, pic-nic, cartomanti e lavori da un milione di euro in fase di ultimazione), un altro centro non ride di certo ed è quello di via Bergamo.

Al piano superiore dello spazio Conad, infatti, ci sono 15 location destinate ad attività commerciali: 6 sono coperte da enormi teli che annunciano “Stiamo lavorando per rendere più accogliente il tuo centro”. In alcuni casi i “lavori” sono in corso da tanti, tanti mesi...

L'appetibilità della struttura di via Bergamo, ipotizziamo noi, non è più la stessa di un tempo.

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Eppure le persone non mancano. C'è stato di sicuro un cambio di abitudini, c'è la comodità e a volte anche il risparmio del commercio online ma c'è anche un desiderio di qualcosa di bello, che non sia ai due poli della scala prezzi, che oggi si fatica a trovare. In centro c'è il problema parcheggio: pochi sono disposti a pagare per fare un giro spesso a vuoto. Sopra tutto, ci sono gli affitti che dal centro alla periferia spezzano le gambe a qualunque commerciante: 700 euro al mese oltre alle spese vive non sono più proponibili per due locali in piazza Prinetti e si arriva a sfiorare i 3mila euro per un open space pur con tante vetrine.

E poi c'è sempre un buco che è occupato ma è vuoto: il castello. L'immobile più grande e imponente della città non rappresenta l'attrattiva, resta un quadrilatero con una torre, chiuso, inutilizzato, spento. E con esso anche il cuore della città.
S.V.
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