Antenne 5G e emissioni elettromagnetiche

Ho letto ed apprezzato l'intervento di Giorgio del 03/08 in merito alle antenne 5G a Montevecchia.

Il problema delle emissioni elettromagnetiche è complesso a livello globale, ma aggravato anche dal fatto che i limiti variano da nazione a nazione e che in ciascuna vengono fissati attraverso una "negoziazione politica" che deve mediare tra i grandi investimenti che le compagnie di telecomunicazione mettono in campo e i risultati degli studi scientifici. Qualche dato in più. Il limite massimo delle emissioni elettromagnetiche a livello europeo è fissato a 61 V/m, in Italia a 6 V/m, un valore che anche la comunità scientifica ritiene accettabile.

Tuttavia questo è per la telefonia un limite restrittivo che genera un problema non indifferente perché costringe gli operatori ad installare molte più antenne che hanno un costo non indifferente. Moltiplicare le antenne per ottenere una copertura soddisfacente non significa solo innalzare tralicci di metallo che deturpano il paesaggio ma usare più terre rare (neodimio, gadolinio e terbio) cioè i minerali utilizzati per migliorare le prestazioni che garantiscono una connessione stabile e veloce. Il monopolio delle terre rare utilizzate in Europa è per il 98% della Cina e la cui estrazione è altrettanto dannosa per l’ambiente e le popolazioni (Asia e Africa).

L'opinione pubblica si preoccupa dell’antenna perché la percepisce come imponente elemento estraneo ma trascura il fatto che lo smartphone è anch’esso un’antenna che espone il singolo individuo ad un campo elettromagnetico ben superiore, se non altro perché lo si tiene appoggiato all'orecchio (fin dall’avvento del 2G) o comunque lo si tiene sempre vicino al corpo, a portata di mano. Le emissioni dello smartphone sono tanto più intense quanto più debole è il segnale dell’antenna in quanto il dispositivo è costretto a dare fondo a tutte le sue risorse per amplificare il segnale dell’antenna principale. Nell'ultimo CDM del 07/08/23 si sarebbe dovuto discutere anche dell'innalzamento del limite italiano di 6 V/m a 20 V/m molto superiore a quello attuale. A questo proposito 50 scienziati hanno inviato un appello al Governo Italiano: https://www.attoprimo.org/wp-content/uploads/2023/08/Appello-degli-scienziati-FIRMATO.pdf Come si vede il problema è molto complesso ma allo stesso tempo la soluzione è quantomeno non lasciare alle amministrazioni locali la decisione se consentire o meno l'installazione di un’antenna. Serve un monitoraggio europeo, nazionale e locale uniforme e costante. In caso si riscontrassero evidenti effetti indesiderati la limitazione deve avvenire a livello globale. 
Paolo
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