Silea e comuni della Provincia, Papa e Mattarella
Gli "Appelli" ed i " Moniti", specie quelli delle grandi Autorità, sono sempre tenuti in grande considerazione, perlomeno a parole, da chi, a vario titolo, ne rappresenta poi le varie articolazioni a livello territoriale.
Come allora non accostare quello che ogni "attore" economico e sociale può, o meglio dovrebbe, cercare di concretizzare con l'esplicito e recentissimo appello del nostro Presidente della Repubblica e quelli più volte reiterati da Papa Francesco, mirati a non infrapporre più tempo tra proclami e interventi effettivi volti a contrastare tempestivamente ed energicamente i cambiamenti climatici?
Appelli rivolti, evidentemente e in primis, a coloro che rappresentano le maggiori fonti "d' inquinamento atmosferico", contribuendo all'ormai arcinoto " Effetto Serra", alla base, in modo universalmente riconosciuto dalla Comunità Scientifica, dei mutamenti climatici, peraltro oggi da tutti direttamente verificabili.
Infatti va più che bene sensibilizzare ogni cittadino ad assumere, in tal senso, comportamenti virtuosi ma, al contempo, se non si vuole essere ipocriti, non si può eludere la necessità, specie per le strutture a vario titolo pubbliche, di dare un chiaro ed analogo esempio.
Ed allora come non pensare ad una delle maggiori fonti climalteranti a livello provinciale e ciò alle enormi emissioni di CO2 prodotte dal forno inceneritori di Valmadrera. Emissioni equivalenti a milioni di alberi che si dovrebbero piantare per compensarne l'effetto anche di un solo anno emissivo.
Ma si sa invece che, pur avendo previsto formalmente lo spegnimento del forno entro il 2032 ( sostituendolo come fonte termica - con ancora un po' "nebulose" fonti "pulite"- del cosiddetto Teleriscaldamento, in itinere attuativo, nonostante i precedenti numerosi e ben motivati appelli contrari di varie realtà associative del territorio) si sono perlomeno avallati, per le famose compatibilità economiche, piani intensivi e a regimi massimi di combustione dei rifiuti che alimentano il sistema attuale e che dovrebbero cessare entro tale data (il condizionale è peraltro d'obbligo).
Ma, alla luce dei sopra richiamati illustri appelli, ma anche e soprattutto dei più che evidenti e tangibilissimi disastri e difficoltà atmosferiche intercorse anche a livello locale, gli Amministratori dei Comuni della Provincia, come pure della stessa Silea che ne è peculiare espressione ( e che vanta dichiaratamente anche sensibilità ambientali, pur in parte praticate) non si sono perlomeno posti il problema di anticiparne i tempi di chiusura e quantomeno operando anche una seppur graduale riduzione delle tonnellate bruciate?
Ci sarà qualcuno che voglia rispondere a questo semplice quanto ineludibile quesito?
Come allora non accostare quello che ogni "attore" economico e sociale può, o meglio dovrebbe, cercare di concretizzare con l'esplicito e recentissimo appello del nostro Presidente della Repubblica e quelli più volte reiterati da Papa Francesco, mirati a non infrapporre più tempo tra proclami e interventi effettivi volti a contrastare tempestivamente ed energicamente i cambiamenti climatici?
Appelli rivolti, evidentemente e in primis, a coloro che rappresentano le maggiori fonti "d' inquinamento atmosferico", contribuendo all'ormai arcinoto " Effetto Serra", alla base, in modo universalmente riconosciuto dalla Comunità Scientifica, dei mutamenti climatici, peraltro oggi da tutti direttamente verificabili.
Infatti va più che bene sensibilizzare ogni cittadino ad assumere, in tal senso, comportamenti virtuosi ma, al contempo, se non si vuole essere ipocriti, non si può eludere la necessità, specie per le strutture a vario titolo pubbliche, di dare un chiaro ed analogo esempio.
Ed allora come non pensare ad una delle maggiori fonti climalteranti a livello provinciale e ciò alle enormi emissioni di CO2 prodotte dal forno inceneritori di Valmadrera. Emissioni equivalenti a milioni di alberi che si dovrebbero piantare per compensarne l'effetto anche di un solo anno emissivo.
Ma si sa invece che, pur avendo previsto formalmente lo spegnimento del forno entro il 2032 ( sostituendolo come fonte termica - con ancora un po' "nebulose" fonti "pulite"- del cosiddetto Teleriscaldamento, in itinere attuativo, nonostante i precedenti numerosi e ben motivati appelli contrari di varie realtà associative del territorio) si sono perlomeno avallati, per le famose compatibilità economiche, piani intensivi e a regimi massimi di combustione dei rifiuti che alimentano il sistema attuale e che dovrebbero cessare entro tale data (il condizionale è peraltro d'obbligo).
Ma, alla luce dei sopra richiamati illustri appelli, ma anche e soprattutto dei più che evidenti e tangibilissimi disastri e difficoltà atmosferiche intercorse anche a livello locale, gli Amministratori dei Comuni della Provincia, come pure della stessa Silea che ne è peculiare espressione ( e che vanta dichiaratamente anche sensibilità ambientali, pur in parte praticate) non si sono perlomeno posti il problema di anticiparne i tempi di chiusura e quantomeno operando anche una seppur graduale riduzione delle tonnellate bruciate?
Ci sarà qualcuno che voglia rispondere a questo semplice quanto ineludibile quesito?
Germano Bosisio